La saggista Chloé Morin denuncia l'ideologia che in Francia sta aggravando le fratture dividendo la società in "buoni" e "cattivi". «L'approccio è identico a quello dell'islamismo, l'obiettivo distruggere i nostri valori»
Una ragazza con la kefiah e il volto coperto da una mascherina con la bandiera palestinese per le strade di Parigi durante una manifestazione pro Palestina e anti Israele (foto Ansa)
Parigi. Da una parte “i dominanti”: gli uomini bianchi, i paesi occidentali di cultura giudeo-cristiana, le ex potenze coloniali. Dall’altra “i dominati”: le minoranze etniche e religiose, i paesi del sud globale, gli ex colonizzati. Una griglia di lettura manichea, che divide il mondo in due blocchi, senza sfumature. In una parola: il “wokismo”, una delle derive ideologiche più nocive della nostra epoca, che la saggista francese, Chloé Morin, allieva di Sciences Po e della London School of Economics, ha denunciato nel suo ultimo libro, Quand il aura vingt ans: à ceux qui éteignent les Lumièrs (Fayard).
Come sarà la Francia tra vent'anni?
Il titolo di questo pamphlet corrosivo fa riferimento al figlio dell’autrice, che oggi ha due anni e nel 2042 ne avrà venti. Come sarà la Francia in cui vivrà? Quale sarà lo stato di salute del paese dell’illuminismo se l’ideologia woke continuerà a svilupparsi, aggravando fratture e tensioni sociali già esistenti nella società francese? «Quando i wok...