Visco (Bankitalia): Italia in recessione, serve Europa federale

Di Massimo Giardina
31 Maggio 2012
Per Banca d'Italia la recessione sarà per tutto il 2012 con disoccupazione preoccupante. Occorre che l'italia faccia i compiti e l'Europa diventi confederazione

 

La prima relazione del neo Governatore Ignazio Visco, erede di Mario Draghi alla guida di palazzo Koch, ha avuto luogo questa mattina davanti agli azionisti di Banca d’Italia. La relazione, come di consueto, rappresenta un momento di sintesi e di suggerimenti sulla situazione dell’Italia nel contesto internazionale.

Visco non ha solo toccato diversi punti dell’economia domestica, ma ha anche avuto il coraggio di proporre un sistema politico in grado di migliorare l’impianto economico europeo. «Se si guardasse all’area dell’euro come a un’entità unitaria, nella forma ad esempio di uno Stato federale, non emergerebbero allarmi sulla tenuta del suo impianto monetario e finanziario, pur nella preoccupazione per le ripercussioni della crisi su ciclo economico, intermediari e mercati. Ma un’unione politica in Europa ancora non c’è. Questo rende alla lunga l’unione monetaria più difficile da sostenere; sono necessari passi avanti concreti nella costruzione europea; va definito un percorso che abbia nell’unione politica il suo traguardo finale, scandendone le singole tappe». L’insidia per Visco è «credere che l’euro sia l’ultimo passo, che l’Europa unita sia ormai cosa fatta. Chi più fortemente volle la moneta unica, la volle perché aiutasse a compiere altri passi, non perché fosse l’ultimo».

Se il sistema europeo fosse realmente integrato avremmo, secondo il Governatore, un disavanzo di bilancio pari al 3 per cento; un rapporto Pil/debito pubblico del 90 per cento; famiglie con una ricchezza finanziaria lorda che è 3 volte il loro reddito disponibile annuo e un indebitamento pari al reddito; un debito finanziario aggregato delle imprese pari al prodotto di un anno. «Sono dati che configurano un’economia solida ed equilibrata, per molti aspetti più di altre aree avanzate del mondo».

La situazione italiana non è positiva. Le previsioni di palazzo Koch per il 2012 sono pessime: un Pil in flessione del 1,5 per cento con una particolare preoccupazione espressa per il tasso di disoccupazione salito dall’8 per cento al 10 per cento da luglio a marzo e per i giovani con meno di 25 anni il medesimo indicatore è aumentato dal 26 al 36 per cento: «Per l’Italia il 2012 non potrà che essere un anno di recessione. Una ripresa potrà affiorare verso la fine dell’anno, con probabilità tanto maggiore quanto più saranno efficaci gli interventi strutturali volti a migliorare l’utilizzo delle risorse pubbliche e private, quanto più chiara e decisa sarà la coesione mostrata dall’Unione europea».

Il governatore ha messo in rilievo «gli importanti compiti da svolgere» su tre fronti: «Un settore pubblico che tenga i conti in ordine, non sprechi, agevoli l’economia; un sistema bancario solido ed efficiente; un sistema produttivo che sappia e possa innovare, competere e crescere».

 

@giardser

 

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