
Il drone, la suora, i sub senza green pass. Ma che è, il Bertoldo?

Ma cos’è, un numero del satirico Bertoldo? Mancano solo le vedovone di Guareschi: «Quando il drone rileva una persona con la febbre, la identifica e viene allertato il servizio medico di sorveglianza. A quel punto i medici si recano sul posto per fare accertamenti, che possono portare a un tampone». Così Repubblica annunciava la scombiccherata iniziativa dell’Asl Roma 3: lanciare un drone sanitario in volo sul litorale di Ostia sabato 4 e domenica 5 settembre in grado di rilevare le temperature dei bagnanti, scovare potenziali portatori sani di Covid in costume da bagno e trasformare le spiagge in «un luogo sicuro».
Dopo di che, dice Repubblica che le «previsioni meteo avverse hanno fatto annullare tutto», e poco importa se in fretta e furia è stata cancellata ogni traccia della notizia sui social dell’Asl: di lì a poco era tutto un titolare “No vax, ‘Roma come Guanghzou’”. Naturalmente cosa c’entrino i no vax con gli esperti della privacy intervistati per sottolineare l’assenza di una base giuridica «visto che c’è un trattamento di dati personali anche invasivo, perché i bagnanti non vengono informati» è un grande mistero: nel pezzo non parla alcun no vax e il parallelo con la città cinese sorvegliata dai droni all’inizio della pandemia è delle giornaliste.
Dalla spiaggia al monastero infestato di no vax
Dal drone alla suora. Titola il Corriere tutto contento: “Suora no vax denunciata alla Curia dal fratello medico: ‘Nessuna mascherina. E falsità via WhatsApp’”. Forse anche in via Solferino non potevano credere a una storia così perfetta, quella pubblicata dal Gazzettino del dottor Primo Brugnaro in pensione che scrive alla diocesi di Padova: «Nonostante l’appello al vaccino del Papa e dei vescovi, avete un covo dei No Vax che spinge in tal senso, anche con foto ed appelli al limite del ridicolo. È il monastero Hanastasis di Montegalda, con la madre superiora che vive di cellulare e di quotidiana sciocca propaganda No vax. Il colmo è che è mia sorella».
Il Corriere parla di uno scontro tra «personalità forti, uno con indosso il camice, l’altra con il velo», di una «pattuglia di irriducibili No vax che si muoverebbero all’interno del fortino-monastero, muniti di moderna tecnologia», «suore tra i 50 e 70 anni la cui dottrina sarebbe stata infestata da ideologie anti-vaccino», «e alla messa la domenica non vengono rispettate le disposizioni di legge, come l’obbligo di mascherine». La replica della suora vale il prezzo del Corriere: «Mi vaccinerò a settembre. Che fretta c’è? Avevo già informato il vescovo. Le mascherine? Le portiamo tutte. Rispettiamo le regole. I messaggi wathsapp? Non li scrivo io. Li ricevo e li inoltro».
Sommozzatori a terra, non hanno il green pass
Dalla suora al sub. I sommozzatori della Protezione civile della Provincia di Trento hanno impiegato circa un’ora e mezza, anziché 15 minuti di volo in elicottero, per rispondere a un’emergenza, un’auto finita nel lago a Campione del Garda, provincia di Brescia. Il motivo? Ad alcuni operatori mancava il green pass, obbligatorio per salire sull’elicottero. Morale: sono stati lasciati a terra e hanno dovuto raggiungere il lago in automobile. Ma niente paura, rassicurano tutti i giornali, Gazzettino in testa: «Una volta arrivati sul posto i sub hanno scandagliato il fondale e non hanno trovato nessun corpo».
Per dire il clima, a giugno l’infettivologo Massimo Andreoni ha raccontato all’Adnkronos di avere salvato un uomo in mare: «Gli ho praticato la respirazione bocca a bocca e siamo riusciti a salvare questa persona. Solo dopo io e mia moglie, parlando con la figlia che era sopraggiunta, abbiamo scoperto che questo uomo era un no-vax. La notizia ha sconcertato mia moglie, visto che io l’avevo rianimato con la respirazione bocca a bocca. È chiaro che questa persona, non vaccinandosi, ha messo a rischio la mia salute».
La pericardite e la cintura marrone di karate
Dai sub alla pericardite. «Fitte lancinanti al torace, respiro corto, dolore e formicolio al braccio». Il racconto della giovane attrice Ludovica Bizzaglia si infittisce di particolari a seconda dei giornali che ne parlano, «avevo un dolore toracico fortissimo, dolore al braccio sinistro, stanchezza», «Avevo un dolore al cuore, non riuscivo a fare le scale, mi sentivo male, non riuscivo ad avere l’aria condizionata puntata addosso, non riuscivo a fare due passi senza sentire il bisogno di fermarmi». Alla giovane è stata diagnosticata una pericardite dopo la seconda dose di vaccino, «può succedere, è una sfiga», diventando la migliore testimonial delle inoculazioni, «Vacciniamoci! Io lo rifarei altre 350 mila volte», «lo rifarei non una ma un milione di volte», e per questo è stata insultata dai suoi follower no vax. Va detto che fare la testimonial del vaccino sottolineando il male cane che porta una pericardite, diagnosticata in seguito a visite in cui l’attrice veniva rimandata a casa con una prescrizione di calmanti, una pericardite che alla fine è riuscita a prendere «in tempo» ma «se vi sentite male, non bisogna aspettare. Non siamo immortali solo perché abbiamo vent’anni, non siamo invincibili» è complicato. O almeno rischioso, e non solo per le minacce dei no vax, ma anche qui, niente paura: «Alla fine l’amore vince sempre sull’odio, ne sono sicura».
Non ne è così sicuro il virologo Fabrizio Pregliasco. Quello de «le vacanze? Io non le farei», del «Mi sarebbe piaciuta una bella moda dell’abbronzatura», del «Flirt estivi? Facciamolo, ma con progressione», del «Non vaccinarsi vuol dire essere imboscati, come in una guerra. A suo tempo i soldati venivano fucilati sul posto se non andavano alla guerra», del «Dobbiamo impedire sempre più attività a chi non è vaccinato. Dall’andare a lavorare, a fare diverse altre cose, insomma, bisogna introdurre elementi di difficoltà». Che dopo averci tenuto prediche su la qualunque, dai baci con la lingua alla vittoria agli europei, oggi si dice moderatamente impaurito, «non vorrei che qualche psicopatico incontrandomi per strada mi riempia di sganassoni o qualche altra cosa. Come è successo a Berlusconi che nel 2009 si è beccato una statuetta del Duomo in viso». Ma niente paura: «Da giovane ero cintura marrone di karate».
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