Baci in aria, balli a tempo, Covid pass come antani. Virologi e stampa alla frutta
Luglio e agosto col Covid, «Flirt estivi? Facciamolo, ma con progressione». «Sì alla stretta di mano che ormai abbiamo imparato a igienizzarci, ma per baci e abbracci aspettiamo ancora un po’». Diteci che è la posta del cuore di Cioè e non un’intervista di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, all’Adnkronos. Oppure diteci che Antonio T. e Bilancina84 che negli anni Novanta chiedevano alla sessuologa del celebre giornaletto «il rapporto sessuale si può avere solo di notte?», «mi ha baciato, sono incinta?», si sono laureati in virologia.
Confessando di avere «qualche brivido di paura» pensando a un’Italia tutta gialla, il virologo dice alla classe di vaccinati di tenere su la mascherina «almeno in questo periodo. Poi nelle prossime settimane vedremo». Vedremo, certo «mi sarebbe piaciuta una bella moda dell’abbronzatura con la mascherina ma mi sono arrivate sui social un sacco di contestazioni quando l’ho proposta». Pronto?
«Niente baci con la saliva»
La seconda estate all’insegna del Covid è alle porte, virologi, esperti e giornalisti sono alla frutta o al delirio di onnipotenza. Gesti d’affetto «per non rischiare», «Ci guida nella scelta dei “migliori” saluti Fabrizio Pregliasco». Leggete cosa ha scritto veramente il Corriere il 17 maggio:
«Niente baci, allora, con saliva che magari rimane sulla guancia e viene pulita dalle nostre dita. Semaforo verde invece per il “bacio all’aria”, che, in pratica, mima solo il gesto: è “freddo”, ma tiene le teste lontane tra loro».
Stretta di mano? «A patto di igienizzare prima le mani». Via libera invece «al saluto con i pugni che si toccano (meglio un leggero appoggio con le nocche) o ai classici gomiti, ovviamente senza avvicinarsi troppo». Gli abbracci? Permessi «ma con qualche regola» dice Pregliasco:
«Se i due visi rimangono ben separati, si può fare. L’abbraccio sta in mezzo, per gradiente di rischio, tra il bacio e la stretta di mano».
Baci della zia, maschera per single
A questo punto il virologo si fissa sulla rotazione delle teste, bene avvicinarsi se rivolte all’esterno, tra nonni e nipoti invece «da dietro, stringendo i bambini alle spalle». Ci sono i disegnini con i gradi di rischio “Abbraccio da dietro”, “bacio all’aria” e naturalmente il pericolosissimo “Bacio della zia”. E checazzè il bacio della zia? Un bacio sulla guancia ad «altissimo rischio contagio per la vicinanza dei visi e la possibilità di trasferimento diretto di saliva e goccioline respiratorie».
Non contenti, il 19 maggio al Corriere pubblicano “le regole per stare insieme”, anche qui un tripudio di vignette anti-Covid modello centro estivo dell’infanzia, forse per dare del filo da torcere alle recenti interviste di Repubblica al pr che si è inventato la mascherina col cuore glitter così i single possono «riconoscersi al supermercato» o alle sue sponsorizzazioni del “Two is megl che one”, leggi del doppio mascheramento, sotto la chirurgica e sopra la mascherina di stoffa, per proteggerci meglio.
Covid pass come antani
Dopo l’uso dei servizi igienici che «non può essere consentito salvo casi assoluta necessità» in bar e ristoranti, ora nelle faq del Cts sui matrimoni tra le altre follie debutta il “ballo a tempo”, le «pause danzanti non potranno superare i 15 minuti».
Ma la madre di tutti i disagi e le articolesse quotidiane per spiegarci “cos’è, come fare, dove a chi e come richiederlo” resta il famigerato Covid green pass. Meno male che ancora una volta il Corriere fuga ogni dubbio spiegando che «è valido solo per spostarsi in Italia», «ma al momento può essere utilizzato anche per andare in Europa», «ma è valido solo nei Paesi che lo accettano», «quindi per viaggiare in Europa e nel resto del mondo (?), prima di partire è necessario informarsi».
In montagna con le ciabatte
L’importante è godersi l’estate con le regole, di Palazzo Chigi, Cts e anche della Conferenza delle Regioni: in caso di attività ludiche, tipo il gioco delle carte, «cambiare frequentemente il mazzo». Nei rifugi di montagna «gli ospiti dovranno indossare ciabatte proprie». Agli spettacoli «non è consentito assistere in piedi». Nelle orchestre «per gli ottoni, ogni postazione dovrà essere provvista di una vaschetta per la raccolta della condensa, contenente liquido disinfettante». Nei centri benessere «il cliente che accede alla doccia abbronzante deve essere munito di calzari adeguati al contesto».
Sempre che insieme alla festa in piazza Duomo per lo scudetto dell’Inter stigmatizzata dalla comunità scientifica – «costeranno vite. Potremmo iniziare ad avere un incremento di casi tra 2-3 settimane, i più gravi tra 4-5 settimane e gli eventuali decessi tra 4-6 settimane» (Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali); «rispettate i 121mila morti che abbiamo avuto in Italia. Onorare la loro morte significa evitare assembramenti» (Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts) – non debutti una variante Covid “a scoppio ritardato”.
Dal Covid all’età delle pandemie
In attesa che le simulazioni dei modelli matematico statistici di Stefano Merler («fino a 1.200/1.300 vittime al giorno con Rt a 1,25», «Riaperture precoci. Rischio quarta ondata e tanti morti») decidano il destino di lockdown e smascheramenti in Italia, rassegniamoci all’estate pandemica e anche al peggio.
In occasione del Global Health Summit 26 scienziati provenienti da tutto il mondo hanno pubblicato un rapporto pubblicato sul sito della Commissione Europea rilanciato dall’Iss: il mondo sta entrando in una “age of pandemics”, un’età di pandemie. «Nessun paese è al sicuro», «ci si prepara alla possibilità che Sars-CoV-2 diventerà endemico» «ulteriori focolai», «ulteriori ondate». Su Science due ricercatori cinesi scrivono di aver individuato un nuovo virus aviario, ha già infettato l’uomo e causato epidemie mortali in uccelli selvatici e allevamenti dell’Eurasia e dell’Africa.
Galli e Crisanti in silenzio stampa
Quando ad aprile l’Italia ha riaperto, Andrea Crisanti ha proclamato «da lunedì non andrò al ristorante, darò il buon esempio». E quando gli hanno fatto notare che in seguito alle riaperture non si sono avverate le sue previsioni («aumenteranno i morti, possono arrivare anche a 500-600 al giorno») ha risposto: «Se anche i numeri mi smentissero, avrei avuto ragione». Dopo di che a L’Aria che tira ha annunciato «mi sono imposto di non fare più previsioni».
Silenzio stampa condiviso da Massimo Galli, che dopo aver predetto la catastrofe, «qualche centinaio di morti in più per tenere in piedi le attività economiche», ha deciso, «basta tv, per almeno 15 giorni ho da lavorare, studiare e fare altro. Ho deciso di togliermi di mezzo per un po’», fissando la fine del suo personale coprifuoco al 25 maggio.
Retate anti-Covid e modello cinese
«Da metà maggio la curva risalirà» aveva predetto Walter Ricciardi. E oggi, fresco di nomina nell’Iss francese, il consigliere di Speranza che ha detto tutto il contrario di tutto, dalle mascherine che «non servono a niente» a «tenetele su anche se siete vaccinati», è riuscito nell’incredibile riflessione: «Il tempo è galantuomo, di fatto mi hanno sempre dato ragione alla fine, quando uno propone soluzioni basate sull’evidenza scientifica ha sempre ragione». A superare il teologo del lockdown permanente solo il virologo Francesco Menichetti che ha proposto per salvarci dal Covid, sic et simpliciter, di utilizzare il «modello cinese». Davvero eh:
«Dobbiamo andare a cercare a casa gli over 60 non vaccinati, modello cinese (…) deve essere il medico di medicina generale che deve prendere la sua lista di assistiti e controllare in tempo reale vaccinati e non vaccinati. Se non risultano vaccinati, deve segnalare all’autorità comunale che manda i vigili a cercarli».
Possiamo rassegnarci al Covid, a un futuro in hub vaccinale, alla morte del bacio della zia, alla ciabatta adeguata alla doccia solare. Ma qualcuno ci salvi dal delirio di onnipotenza (e onnipresenza) degli esperti e alle regole da posta del cuore sui giornali.
Foto Ansa
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