Usa. Atei militanti cancellano il presepe della città, e gli abitanti ne espongono più di mille

Di Benedetta Frigerio
12 Dicembre 2015
Una lobby anti-religione ha ottenuto l'annullamento della natività tradizionalmente installata nel parco di Wadena, Minnesota. Ma la gente si è ribellata

wadena-minnesota-presepe-fox

Come rispondere all’iconoclastia laicista che punta a mettere al bando ogni simbolo religioso dalla scena pubblica? Quando Wadena, una piccola città del Minnesota, ha dovuto rinunciare al suo presepe più importante installato ogni dicembre da dieci anni al Burlington Northern Park, in pieno centro, è stata Dani Sworski, una cristiana del posto, ad avere l’idea che ha permesso alla città di trasformare una circostanza avversa nel suo contrario. Perché niente, nemmeno ciò che sembra contrario alla fede, «avviene mai per caso», ha dichiarato la donna ai giornali.

«TRADIZIONI DA ABOLIRE». Il caso è esploso all’inizio di novembre, quando la Freedom from Religion Foundation, associazione di atei militanti con sede in Wisconsin, ha minacciato di denunciare il Comune di Wadena per violazione del primo emendamento della Costituzione americana che sancisce la separazione fra Stato e Chiesa (previsto dai padri costituenti in realtà per lo scopo esattamente opposto: proteggere la libertà religiosa dalle ingerenze del governo). «Ci sono numerose tradizioni che andrebbero abolite e sono quelle che violano la Costituzione», ha dichiarato Patrick Elliot, avvocato dell’organizzazione anti-religione.

[pubblicita_articolo]MILLE PRESEPI IN VISTA. Di fronte alle pressioni degli attivisti atei le autorità locali non hanno retto: voto contrario, addio alla rappresentazione pubblica della natività di Gesù. E così, invece che lamentarsi, l’intraprendente Dani Sworski ha deciso di allestire un grande presepe ben visibile nel giardino di casa sua e si è messa a invitare tutti i concittadini a fare lo stesso, anche attraverso l’apposita pagina Facebook “Wadena Nativity Display”. Il risultato ha superato ogni aspettativa: i membri delle comunità cattolica e luterana hanno risposto in massa, piazzando oltre mille presepi di fronte alle proprie case. «Mi pare che vogliano eliminare la nostra fede», ha spiegato Dani Sworski alla Fox, ma «noi su di Lui basiamo ogni cosa».

DALLA DELUSIONE ALL’ENTUSIASMO. «Quella notte, dopo che abbiamo preso la decisione, non ho dormito molto bene», ha ammesso a un certo punto lo stesso il sindaco di Wadena, George Deiss. «Il giorno successivo, quando mi sono alzato, ancora non mi sentivo bene». Per la maggior parte degli abitanti della cittadina la reazione alla scelta dell’amministrazione è stata di grande delusione, finché Sworski non ha lanciato l’iniziativa. In poco tempo la strada principale di Wadena si è riempita di mangiatoie, alimentando la creatività della gente. Lenna Gray,  commerciante di oggetti per la casa e decorazioni, racconta di aver venduto tantissimi presepi in questi giorni, e di aver a sua volta installato una capanna sulla finestra del negozio e una in giardino.

«DIO VIENE ANCHE PER LORO». Healther Clarice, mamma di quattro bambini che ha aderito all’iniziativa, è convinta che non sia «il momento storico in cui tirarci indietro di fronte alle avversità. Questo mondo spezzato ha bisogno di Gesù, per questo amiamo la natività: Dio viene anche per gli atei che combattono la fede». Il pastore luterano della città ha aggiunto che «la natività è emblematica di un fatto storico che ha cambiato il mondo». E l’assurda campagna di poche persone che si proclamano “offese” dai segni che ricordano tutto questo, osserva l’ideatrice della “resistenza”, ha finito per rafforzare l’unità dei cristiani: «La fede ci ha uniti, come amici e come famiglie, questa esperienza ci ha fatto crescere tutti».

@frigeriobenedet

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46 commenti

  1. Tommasodaquino

    Attenzione è stata certamente una bella iniziativa. Ma c’è da considerare che gli atei hanno ottenuto quello che volevano ovvero che le istituzioni eliminassero il riferimento religioso. Il punto purtroppo è proprio questo. Per vincere la battaglia bisogna riportare la natività o il crocifisso nei luoghi pubblici.

  2. GD

    In realtà il presepe, memoria di ciò che si festeggia, è già stato sacrificato al dio dei consumi e senza bisogno di associazioni laiciste. Basti sentire quello che circola in giro: atmosfera, magìa. Anzi, direi che con questa iniziativa ‘laicista’ si è forse rivitalizzata la tradizione del presepe, se pure per vie tanto contorte. Bisognerebbe riappropriarsi non della tradizione, ma del senso di questa festa; ma ci vorrebbe sobrietà, silenzio, raccoglimento. Altro che atmosfera e magìa.

    1. E’ che Dio riesce a scrivere dritto anche sulle righe storte del mondo: alla fine della fiera, pure il male è obbligato, tra i tormenti e le blasfemie, a servire il Bene.

      1. SUSANNA ROLLI

        E’ veramente un Dio Buono!!!!

  3. Daniele

    Mi stupisce che nessuno si renda conto che l’associazione atea in realtà ha vinto la sua – a mio avviso giusta – battaglia. Loro non contestavano il presepe in quanto tale, bensì il fatto che un’amministrazione PUBBLICA allestisse una rappresentazione religiosa – di una specifica religione -, peraltro usando il denaro pubblico, frutto della tasse di tutti i cittadini, compresi gli atei e gli appartenenti ad altre religioni.
    Il fatto che dei PRIVATI cittadini, nelle proprie case e a proprie spese, abbiano voluto allestire dei presepi, va benissimo e non dovrebbe sollevare alcuna obiezione: rientra nella libertà di culto e non lede la laicità dello Stato e la sua neutralità di fronte alle diverse convinzioni religiose (ateismo compreso).
    L’associazione atea ha insomma raggiunto il suo obiettivo: laicità delle istituzioni da un lato e libertà di culto dall’altra. Religione libera ma relegata alla sfera privata. È così che dovrebbe essere.

    1. Giannino Stoppani

      I cittadini non sono sudditi, quindi l’amministrazione pubblica rappresenta tutti loro e non nessuno.
      Fa bene la suddetta pubblica amministrazione a fare il presepe a Natale rispettando i cristiani e fa bene a non fare un bel niente negli altri giorni per rispettare il niente a cui credono gli ateonzi.

    2. Giuseppe

      E’ proprio nelle ultime due righe che riveli il tuo vero obiettivo; relegare la religione alla sola sfera privata. In concreto, non manifestarsi in giro come cristiani, far finta di non esistere.
      L’associazione degli atei non ha per niente vinto, e nemmeno pareggiato.
      Quest’anno è costretta ad “abbozzare”, ma l’anno prossimo presenterà una nuova richiesta (o denuncia all’autorità giudiziaria, o ai rangers, o alla FBI, o ad Obama in persona, ….), dicendo che il presepe in giardino è esposto alla visione dalla pubblica via, quindi è un segno religioso “non confinato alla sfera privata”, che sono “obbligati” a vedere tutti quelli che passano. E troveranno un sindaco / giudice / ranger / agente speciale / Obama di turno che gli darà ragione. Scommettiamo?
      D’altra parte, è esattamente quello che sta già accadendo, per esempio, in Gran Bretagna, in Svezia, negli stessi USA, dove si viene licenziati dal posto di lavoro per aver portato al collo una catenina con la croce.

    3. Giuseppe

      Post scriptum per Daniele (e altri che lo volessero imitare nel ragionamento):
      se vuoi restare in Italia, puoi sempre andare a Padova, dove troverai d’accordo con te perfino il vescovo a cui non piace il presepe. Se lo vedi, salutamelo (il vescovo, ovviamente ….)!

    4. Un cavolo: la religione non è un fatto privato, né può esserlo. Questi tentativi di ridurla all’interno delle case (e, va da sé, infine in nessuna casa) sono ideologici, non laici ma atei e, infine, gravemente contrari al senso religioso di coloro che una fede ce l’hanno. Perché anche il cattolico praticante vive nella società e vuole essere rappresentato, e non gliene importa niente di essere lasciato “libero” di praticare la sua religione nel recinto del suo privato (bontà vostra, proprio!), bensì vuole portare il Cristo ad ogni uomo.
      L’assenza di religioni (soprattutto dell’unica, Vera Fede) nel pubblico non è sinonimo di laicità: è semplicemente ateismo di Stato, nella sua forma peraltro più becera e vigliacca.

      1. Daniele

        Guarda che fare il presepe in giardino vuol già dire rendere la propria fede pubblica, quello che non puoi pretendere è che debba pure essere sposata istituzionalmente proprio come sarebbe se una municipalità allestisse un presepe per di più a sue spese.

        1. Giannino Stoppani

          E perché una municipalità non può allestire un presepe a sue spese?
          Ti risulta forse che un comune non sia solito iscrivere nel suo bilancio voci di finanziamenti per iniziative di gran lunga più impegnative, discutibili e partigiane di un misero presepe?
          Leggiti il bilancio del tuo comune e vedrai quante belle sorprese!

          1. SUSANNA ROLLI

            Eppoi, Giannino, le tasse chi le paga?,i bischeri?

        2. Io pretendo quello che mi pare dai funzionari eletti, dato che rappresentano anche me. Questo è quello che è successo in America, peraltro, e che rende ancora più sordida l’intera vicenda: il fatto che dei funzionari eletti, votati perlopiù da gente credente, e che non stavano violando alcuna legge siano stati obbligati ad annullare il Presepe comunale per colpa di quattro gatti di atei che si son messi a fare la voce grossa. Io gli avrei detto: “prima ottenete un’ordinanza del tribunale, poi ne parliamo; fino ad allora, fuori dal mio ufficio!”, altro che compromessi ed epurazione preventiva di simboli cristiani!

        3. To_Ni

          Invece scommetto che sposare istituzionalmente la tua “fede” si può fare. Il Comune di Torino sponsorizza da sempre la mostra de cinema gay. Nel 2012 con mezzo milione di euro di finanziamento abbiamo goduto dei seguenti capolavori:

          La Coccinelle ( sceneggiata napletana di quattro transessuali e artisti della canzone neomelodica in drag che vivono nei vicoli di napoli dove cantono ai matrimoni, batteesimi e si …prostituiscono)
          Il corto messicano “A Rapel” parla di un uomo che prova una forte attrazione per il nipote e cerca in ogni modo di sedurlo).
          Il corto “What Do You Know? Comizi d’amore col grembiulino”. (Interviste a venticinque bambini tra i sei e i dodici anni che rispondono “con candore e franchezza” su gay e lesbiche e su come l’omosessualità viene vissuta da loro e da chi sta loro intorno).

          1. To_Ni

            @ Daniele

          2. Daniele

            Gentile Tony non capisco a cosa ti riferisci io non ho alcuna religione. In compenso vedo che tu sei molto informato sul cinema a tematica omosessuale, più degli stessi omosessuali.
            Comunque il punto non è quello che fa il comune di Torino rispetto alla municipalità di Wadena, ma solo quello che si fa esclusivamente in quest’ultima località.

          3. To_Ni

            Caro Daniele
            Io non ho detto che aderisci ad una religione, ma ad una fede.
            Il punto a me sembra evidente e consiste sul cosa sottende la tua logica e di tanti che la condividono: se i soldi pubblici si spendono per un cinematografia di “nicchia” con i prodotti artistici a cui ho accennato non c’è nulla da dire (e sarebbe indizio di omofobia protestare). Mentre nasce facilmente un problema per una tradizione religiosa, un presepe, che immediatamente risulta “essere sposata istituzionalmente”.
            Poco conta se avviene a Wedena o a Torino, il punto è che l’avversione è la stessa ed avviene sempre con maggiore frequenza (come il fare di due pesi due misure).

          4. SUSANNA ROLLI

            L’arguzia!

    5. beppe

      povero daniele. mi stupisce che tu non riesca a capire – come testimoniano diversi studiosi di varie estrazioni religiose e di pensiero, come rodney strark, ad es. – che il divario culturale e tecnologico dell’occidente rispetto alle altre culture – praticamente tutte….le altre – deve la sua ragione unicamente alla matrice giudaico – cristiana dell’occidente. fattene una ragione. e tanto per cominciare smetti di usare i computer, gli antibiotici, l’aereo ….devo continuare?

    6. Luca

      Beh, ma allora perché non eliminiamo definitivamente il Natale, che, in quanto tale, ricorda la nascita di Cristo (in inglese c’è proprio il nome di Cristo: Christmas). No perché durante questa festa di chiare origini non atee, l’amministrazione pubblica paga, coi soldi di tutti, anche dei cristiani, le ferie ai suoi dipendenti. A lavorare … tutti! Che spreco queste amministrazioni cattobigotteclericali serve del Vaticano di CL, dell’ Opus Dei e chi più ne ha più ne metta.

      1. SUSANNA ROLLI

        Paese che vai, feste che trovi. Anche i musulmani festeggiano le loro feste, si fanno le ferie. Dunque?
        Sono tanti che sognano di soppiantate la festa di Gesù Bambino per sostituirla con la festa di “nonno inverno”..Praticamente la stessa cosa!

        1. Luca

          Dalle mie parti, fortunatamente, il Natale è laico da decenni, Si festeggia con alberi, lucine, regali, banchetti e Babbi Natale a profusione ma se vuoi vedere un presepe, te lo devi andare a cercare in chiesa o in parrocchia (come giusto che sia).
          Questa festa, che trova la sua ragione primaria nell’antichissima paura di un protrarsi indefinito della stagione invernale, esisteva prima del cristianesimo e continuerà ad esistere dopo.

          1. Proprio una fortuna, sì…

          2. Giannino Stoppani

            Da recenti scoperte archeologiche riguardanti i turni di servizio sacerdotale al tempio, si arriva a dedurre che Cristo sarebbe nato effettivamente intorno al venticinque dicembre e che dunque nessuno si sarebbe “appropriato” della festa pagana del sole invitto, semplicemente le due tradizioni si sarebbero “fuse”. Quello che fa sbellicare dal ridere è constatare che gli ateonzi tanto razionali e tanto amanti della scienza, pur di infamare il cristianesimo, son disposti a regredire a trogloditi che festeggiano il riallungarsi delle giornate… A quando i sacrifici umani?

          3. SUSANNA ROLLI

            🙂

  4. SUSANNA ROLLI

    Come suol dire, “i diavolo fa le pentole ma non i coperchi” ; e’ evidente.

    E così, i militanti atei a passeggio per la via, dovettero sorbirsi centinaia e centinaia di bei presepi luminosi…Ma perchè non ci hanno pensato prima a battersi per l’annullamento dei presepi!, dico io.

    1. Luca

      Guarda che ai “militanti atei” non dispiace affatto che i credenti allestiscano il presepe nelle loro case, anzi.
      Sono molto belli e fanno atmosfera.
      Basta non pretendere di farli nelle scuole pubbliche, e tutto va bene.

      1. Affari vostri, se riducete il presepe a mera “atmosfera”; ma non pretendete che noi cattolici, in nome della “laicità dello Stato” (in quale articolo della Costituzione sta scritta questa cosa, a proposito?) rinunciamo ad esporre i simboli della nostra religione in pubblico. Se vi danno fastidio ingoiate un po’ il vostro rancore satanico ed andate avanti.

  5. Menelik

    Mi sembra qualcosa di simile a quanto si è verificato qua, e ho potuto constatarlo personalmente.
    Mi spiego:
    un paio di anni fa c’è stata una ondata di “sparizioni” dei crocefissi dai muri delle aule, di solito la parete dietro la cattedra, sopra o di fianco alla lavagna.
    Poi ho visto un sacco di crocefissini di carta di quaderno disegnati a pennarello e colorati, attaccati al posto di quello rimossi, e anche, in alcuni casi, incollati sulla parete opposta alla cattedra, alle spalle dei banchi.
    Pensate che in un paio di classi, ho notato il corcefisso “normale” di legno dietro la cattedra, e l’altra di quaderno a pennarelli sulla parete opposta.
    La bidella mi ha detto che inizialmente era stato rimosso, e in seguito alle proteste degli alunni è stato rimesso al suo posto, e nel frattempo gli alunni hanno fatto quello di carta.
    Nessuno degli studenti islamici ha fiatato, e non per intimidazioni inesistenti, ma semplicemente perché a loro il crocefisso non dà il minimo fastidio.
    Nei filmacci dell’orrore, chi è terrorizzato dalle immagini religiose?

    1. SUSANNA ROLLI

      “Nei filmacci dell’orrore, chi è terrorizzato dalle immagini religiose?”

      Mumble…Mumble…Fammi pensare…..dai, ce la posso fare!!

  6. Menelik

    Mi sembra qualcosa di simile a quanto si è verificato qua, e ho potuto constatarlo personalmente.
    Mi spiego:
    un paio di anni fa c’è stata una ondata di “sparizioni” dei crocefissi dai muri delle aule, di solito la parete dietro la cattedra, sopra o di fianco alla lavagna.
    Poi ho visto un sacco di crocefissini di carta di quaderno disegnati a pennarello e colorati, attaccati al posto di quello rimossi, e anche, in alcuni casi, incollati sulla parete opposta alla cattedra, alle spalle dei banchi.
    Pensate che in un paio di classi, ho notato il corcefisso “normale” di legno dietro la cattedra, e l’altra di quaderno a pennarelli sulla parete opposta.
    La bidella mi ha detto che inizialmente era stato rimosso, e in seguito alle proteste degli alunni è stato rimesso al suo posto, e nel frattempo gli alunni hanno fatto quello di carta.
    Nessuno degli studenti islamici ha fiatato, e non per intimidazioni inesistenti, ma semplicemente perché a loro il crocefisso non dà il minimo fastidio.
    Nei filmacci dell’orrore, chi è terrorizzato dalle immagini religiose?

  7. Cisco

    Gli staurofobici di ogni risma sono malati da curare, e chi non tollera le altre religioni e culture e’ contro la Costituzione di tutti i paesi civili. L’ateismo è l’ideologia che ha fatto più morti nella storia, e ancora ci provano. Sono peggio dei beduini che vogliono la sharia.

    1. Menelik

      Staurofobici……..mi fai venire in mente la staurolite, un silicato che fa negli ammassi metamorfici.
      La staurolite, però, è infinitamente più bella di uno staurofobico.

    2. Filippo81

      I “laicisti” di tutto il mondo si scagliano sempre contro simboli o festeggiamenti della Tradizione Cristiana, mai contro cose legate all’Islam. E’ solo fobia anticattolica, paura pura e ottusa e crassa dhimmitudine |

      1. Luca

        Forse perchè di “laicisti” nei paesi islamici ce ne sono pochi?
        Forse perchè, nei paesi islamici, i “laicisti” fanno una brutta fine?
        Forse è la stessa fine che vorreste fargli fare anche voi?

        1. Sebastiano

          Resetta i (pochi) neuroni e rileggi il commento.
          Chiede come mai i “laicisti” DI CASA NOSTRA se ne stiano buoni e zitti contro i musulmani.
          Nei paesi islamici fanno una brutta fine tutti coloro che non sono musulmani, ma gli unici che difendono il mantra di islam-religione-di-pace siete sempre voi.

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