La preghiera del mattino

Un tempo il grande reset lo sognavano gli intellettuali visionari. Oggi i pagliacci

Di Lodovico Festa
24 Dicembre 2021
Rassegna ragionata dal web su: i progetti di Beppe Grillo per una nuova umanità, le elezioni del Quirinale e quelle del Parlamento, l'astensione di Draghi sui temi sensibili e molto altro ancora
Beppe Grillo e Giuseppe Conte
Il presidente del M5s Giuseppe Conte e il "garante" Beppe Grillo (foto Ansa)

Su Startmag Francesco Damato osserva che «parlare di Camere delegittimate dopo una riforma così significativa della loro composizione voluta dalla forza politica maggiore, e centrale, che ne fa parte, e nella prospettiva certa di una mancata conferma degli equilibri politici usciti dalle urne quasi quattro anni fa, non è fine, diciamo così». Diciamo così.

Su Startmag Claudio Velardi scrive: «Qualunque mediocre conoscitore di politica sa che la partita della presidenza della Repubblica – per storia, tradizione, modalità di votazione, caratteristiche del ruolo – si risolve all’ultimo secondo e con esiti mai previsti anzitempo». Velardi dà la sensazione di parlare della politica che esisteva prima delle Guerre puniche.

Su Formiche Fabrizio Cicchito se la prende con Giorgia Meloni e Matteo Salvini e scrive: «Entrambi in questi anni hanno combinato tali pasticci sia sull’euro, sia sulla pandemia (no euro, no green pass, prima addirittura no alle mascherine, sì e no ai vaccini, civetterie con i no vax, civetterie con russi e cinesi)». Cicchito sarebbe un rispettabile critico dei pasticci attuali della destra se accompagnasse le sue valutazioni con una realistica riflessione sull’enorme pasticcio di cui è stato protagonista nel 2011.

Su Dagospia si scrive contro Mario Draghi: «Nella sua conferenza stampa autocelebrativa è sbucata un’arroganza che non ha tenuto conto del fatto che l’Italia è una repubblica parlamentare fondata sui partiti». Repubblica fondata o sfondata sui partiti?

Sul Sussidiario Guido Gentili dice: «Elezioni anticipate, che sarebbero un vero terno al lotto per tutti». E il lotto sarebbe peggio della maionese impazzita di un Parlamento ampiamente delegittimato?

Su Linkiesta Francesco Cundari scrive: «Forse bisognerebbe prendere almeno in considerazione l’ipotesi che in questa strana liturgia che caratterizza l’elezione del nostro presidente della Repubblica non ci sia proprio nulla di sbagliato. Anzi». È interessante osservare come anche una persona di qualità come Cundari, riflessiva, colta, intelligente sia stata colpita dal morbo che in Italia si è diffuso quasi come il Covid-19: “L’ottimismo della stupidità”.

Nel Blog di Beppe Grillo si scrive: «È il momento di ridefinire tutta la nostra esistenza con un reset totale». Dalla pagina bianca al file vuoto: l’idea che sia possibile costruire una nuova umanità evitando il faticoso impegno dentro la storia, i suoi processi, le istituzioni da questi processi definite, non è nuova. Un tempo questa sfida era proposta da grandi intellettuali visionari, ora innanzi tutto da pagliacci.

Sulla Nuova bussola quotidiana Ermes Dovico scrive: «Il premier annuncia che l’esecutivo non si costituirà in giudizio contro l’ammissibilità dei referendum radicali su omicidio del consenziente e droga». A questa constatazione si affianca, poi, più di un rilievo critico su questa specifica scelta di Mario Draghi. Mi pare che si trascuri di valutare quanto l’ex presidente della Bce, oggi a Palazzo Chigi, tenda a evitare (pur con le necessarie eccezioni) di prendere posizione su tutti i temi sui quali non ha a disposizione una valutazione neutralmente tecnica. Vi è un elemento di umiltà in questa impostazione ed è anche il segnale di quanto sia urgente spostare il supertecnico al Quirinale per ridare spazio a una politica che consenta vere battaglie culturali su questioni che richiedono un esprit de finesse e non solo un esprit de géométrie.

Sul Tgcom si riporta questa frase di Mario Draghi: «I vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus». Il premier non dice che i vaccini sono la soluzione di tutti i problemi connessi con la pandemia e le sue trasformazioni in corso. Dice solo che sono lo “strumento di difesa migliore”. Un approccio così razionale è la migliore smentita alle accuse di dogmatismo scientista ampiamente in circolazione e prevalentemente espresse da portatori insani di dogmatismo magicista.

Su Open si riporta questa frase di Matteo Renzi: «Non è accettabile che il Parlamento sia costantemente, costantemente, costantemente ignorato nell’azione di governo». Il simpatico furetto di Rignano cospirando per evitare le elezioni anticipate nel 2019 ha dato il suo decisivo contributo per logorare un’assemblea già sbandata per la presenza di un movimento di protesta senza vera proposta come i 5 stelle, frutto anche delle precedenti arroganze proprio dello stesso Renzi. È interessante assistere a un rottamatore che si lamenta delle macerie frutto anche (certamente non solo) della sua azione.

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