Filosofo, saggista, polemista e scrittore statunitense,
Lee Harris è l’autore di un classico del pensiero contemporaneo, Civilization and Its Enemies, una profonda riflessione sull’11 settembre che l’editrice Rubbettino sta traducendo in italiano. Quest’anno Harris pubblicherà The Suicide of Reason (Il suicidio della ragione), una disamina del razionalismo illuministico e del “mito della modernità”. Nato nella Bible Belt (la “cintura della Bibbia”), la fascia degli stati del sud, Harris vive ad Atlanta ed è noto per le sue posizioni libertarie. Collaboratore di National Review, Wall Street Journal e Policy Review, due anni fa ha apertamente sostenuto il diritto di insegnare il “disegno intelligente” sull’evoluzione nelle scuole pubbliche americane. L’articolo fece scalpore perché con esso Harris si è schierato come uno dei primi intellettuali a invalidare il falso clivage laici-religiosi. Oltre all’epiteto di “Carl Schmitt americano”, Harris è anche noto come “l’anti-Fukuyama” per il suo duro attacco alle teorie sulla fine della storia come “illusioni postmoderne”.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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