Torino. L’Arcigay aderisce alla marcia contro le persecuzioni religiose. Bene (o quasi)
Si potrebbe leggerla come buona notizia, la scelta dell’Arcigay, ma… c’è sempre un ma. Spiegando il perché della partecipazione, l’organizzazione lgbt specifica che sarà «sempre a fianco delle lotte per la libertà di espressione e per il diritto delle persone, quand’esse non siano strumentalizzate o usate come copertura di volontà meramente discriminatorie, garantendo convintamente il diritto al pensiero, al dissenso o all’espressione della propria identità o delle proprie convinzioni filosofiche e religiose».
Un distinguo, seppur intinto nel miele, che assume un preciso significato con una semplice sinossi delle espressioni che la medesima organizzazione usa per descrivere le Sentinelle in piedi e tutti quanti si oppongono allo psicoreato di omofobia e a matrimoni e unioni gay, pur chiarendo di non discriminare nessuna persona. Furbesca sintesi tra la doppiezza togliattiana e le strategie del marketing, a pensar male, la scelta di prendere parte alla manifestazione, cui è annunciata la presenza dell’Arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. Un modo per delegittimare quanti, non sempre compresi negli ambienti da cui provengono, hanno la sola colpa di scendere silenziosamente in piazza contro il “pensiero unico”? Chiederselo è legittimo, certo sperando di sbagliarsi. Ma…
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1 commento
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Meglio omofobi con ampie vedute che gayofili con limitata capacità visiva.
Pensa a 360°. E’ una lama a doppio taglio perchè poi si pensa anche troppo e si rischia di finire in argomenti particolari, ma non guardare solo la trave nell’occhio del tuo vicino, guarda anche la tua.