Topastri e cavernicoli. Il sesso chimico secondo Alberto Angela

Di Emanuele Boffi
26 Giugno 2025
I bei tempi del Paleolitico quando non c'era il gender gap, la monogamia dell'arvicola delle praterie e le scappatelle estive. Una puntata di "Noos, l'avventura della conoscenza"
Il conduttore televisivo Alberto Angela (Foto Ansa)
Il conduttore televisivo Alberto Angela (Foto Ansa)

Voi non lo sapevate, ma pure l’arvicola delle praterie può diventare un dissoluto Don Giovanni o una scostumata Messalina. Voi non lo sapevate, e nemmeno io (che dell’arvicola ignoravo persino l’esistenza). Si tratta di un topastro americano «geneticamente fedele», che tende a vivere per tutta l’esistenza con lo stesso partner, formando una coppia stabile, con comportamento sessuale monogamo, fatto raro tra i mammiferi. Però, se all’arvicola delle praterie togliete gli ormoni giusti (ossitocina e vasopressina) si trasforma in un farfallone libertino che castiga qualunque altra graziosa arvicolicuzza incontra sui suoi passi. Come si dice, basta che respiri.

Ci sono tante cose dell’amore e del sesso che non sappiamo né io né voi, ma per fortuna Alberto Angela nella prima puntata di “Noos, l’avventura della conoscenza” ce le ha spiegate. E ci ha istruiti grazie a video e interviste, aiutandoci a rispondere a tutto ciò che, woodyallenianamente, avremmo voluto sapere, ma non abbiamo mai avuto il coraggio di chiedere.

Una parentesi sul libero arbitrio

«Amore e sesso. Cosa succede quando ci innamoriamo? E quando tradiamo?», ha chiesto Angela e né io né voi lo sapevamo, ma Angela sì e la risposta è facile. Quando incrociamo lo sguardo di lui o di lei, produciamo dopamina, il neurotrasmettitore del piacere. Dopo produciamo la noradrenalina, diminuiamo la serotonina e, col primo contatto fisico, ci diamo una botta di ossitocina. Se poi la cosa diventa seria, cioè decidiamo di rendere il rapporto stabile, è tutto merito della vasopressina, una sorta di «collante per l’amore duraturo». Ma se il legame si spezza, si ricomincia a produrre dopamina (e così altro giro, altra corsa, come criceti sulla ruota). Ergo, la prima importante risposta alla domanda di Angela è: «L’amore ha i suoi misteri, ma grazie alla scienza possiamo dire che, almeno in parte, è una questione di chimica».

Ora, sia io sia voi, dopo una siffatta spiegazione, l’unico dubbio che dovremmo avere a riguardo dell’amore è su quel pudico inciso («almeno in parte»), motivato dal fatto che, unici tra gli esseri viventi, siamo dotati di «libero arbitrio che ci permette di scegliere». A noi e a voi, questo inciso potrebbe sembrare un fatto di una qualche rilevanza, ma non ad Angela & soci, che infatti gli dedicano lo spazio di una parentesi. Per il resto è tutto un diluvio di spiegazioni su ormoni, neurotrasmettitori, parti del cervello che si illuminano e si spengono. Insomma: una faccenda chimica.

L’estate delle scappatelle

Voi non lo sapevate, e nemmeno io, ma c’è una spiegazione scientifica anche per il tradimento. Quindi, tranquilli, niente più sensi di colpa: è solo un fatto meccanico e l’amore (chimico) è cieco. Lui non è un bastardo e lei non è una stronza: è tutta una questione di quantità di ossitocina e vasopressina. Di più: da un punto di vista evolutivo «i vantaggi biologici dell’essere fedeli sono perfettamente uguali ai vantaggi di essere infedeli». Quindi, sciambola ragazzi, liberi tutti.

Per quanto riguarda il resto, cioè l’aspetto “non chimico” della questione, ci pensa l’esperto invitato in studio, il professor Emanuele Jannini, sessuologo, a diradare i nostri dubbi, spiegandoci che:
a) il maschio per sedurre usa la strategia del “pavone”, se vuole mostrarsi intelligente e aitante, oppure quella del “cervo” o del “leone” se vuole apparire carismatico e imbattibile (maschio alfa);
b) la donna, invece, può essere “pre”, se interessata a qualità “pre-riproduttive” come l’intelligenza e la prestanza fisica; oppure “post” se attenta a qualità come l’affidabilità e la fedeltà;
c) «gli uomini si innamorano con gli occhi e le donne con le orecchie»;
d) «l’estate è la stagione delle scappatelle perché tanto sole significa poca melatonina e poca melatonina significa che il testosterone è più attivo»;
e) «il tradimento è una strategia dell’evoluzione e la monogamia è un’eccezione in natura. Ce la siamo inventata noi perché siamo l’unico animale con l’ovulazione nascosta».

Una copia delle pitture rupestri paleolitiche della Cueva de Tito Bustillo a Ribadesella, Spagna (Foto Ansa)
Una copia delle pitture rupestri paleolitiche della Cueva de Tito Bustillo a Ribadesella, Spagna (Foto Ansa)

Ritorno al futuro paleolitico

Il punto e), dice Angela, anticipando la domanda su quel che né io né voi sappiamo, merita qualche parola in più. E nel video di approfondimento ci viene spiegato che «la specie umana non è sempre stata monogama e che avere più partner, fin dalla notte dei tempi, era la norma». Infatti, nel paleolitico le persone non avevano fissa dimora, erano cacciatori alla perenne ricerca di cibo e «le differenze tra i sessi erano ridotte. Le donne si dedicavano alla caccia come gli uomini, contribuendo così alla comunità». Voi non lo sapevate, e nemmeno io, ma nel fantastico e progredito paleolitico «le relazioni amorose erano fluide, non così diverse dalle storie amorose di molte coppie moderne». Poi, però, dodicimila anni fa, gli uomini decisero di «fare una scelta che cambiò tutto»: divennero stanziali e iniziò la «rivoluzione del neolitico» con la formazione dei primi villaggi. E tutto questo influì sulla convivenza di maschi e femmine rendendo vantaggiosa la coppia stabile, «un fortino per difendersi dai nemici esterni».

Fu così che nacque «la famiglia come la conosciamo oggi e i ruoli si fecero più rigidi: le donne dovevano occuparsi della casa e della prole, gli uomini si specializzarono nella difesa delle risorse e della proprietà». Erano finiti i bei tempi del paleolitico, quelli senza gender gap; col neolitico «il potere finì nelle mani degli uomini» e ci furono «più disuguaglianze». Tuttavia, né io né voi dobbiamo disperare, perché «guardando i ragazzi e le ragazze di oggi, vediamo qualcosa che somiglia al passato, ma anche qualcosa che sta diventando un futuro diverso».

Un gran progresso

Ora, non so voi, ma a me pare, dopo tutta questa positivistica spiegazione chimica di amore e sesso, di saperne quanto prima.

Nessuno si scandalizza per le scappatelle – nemmeno per quelle invernali quando si produce più melatonina -, ma immaginare una società in cui, distrutta la famiglia, ci si comporti tutti come quegli evoluti dei nostri antenati del paleolitico, non ci pare tutto ‘sto progresso e miglioramento della specie.

Tenetevelo voi un mondo in cui l’unico capace di giurare amore eterno alla propria amata è un topastro che scorrazza nelle praterie americane.

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