Tav. Esposito, il senatore Pd minacciato: «Renzi sostenga i lavori senza ambiguità, neanche linguistica»
Condanne a morte «immediatamente esecutive» per quattro persone colpevoli soltanto di appoggiare i lavori dell’alta velocità in Val di Susa e di combattere le violenze di frange estremistiche del movimento No Tav: è quanto riportato in una missiva delirante fatta recapitare mercoledì 19 febbraio all’Ansa e firmata Nuclei armati operativi (Noa). Destinatari delle minacce di morte sono Stefano Esposito (foto a destra), senatore del Pd che da sempre difende l’utilità della Tav, Giuseppe Petronzi, capo della Digos di Torino, Massimo Matteucci, presidente di Cmc (una ditta occupata nei lavori del cantiere), e Maurizio Bufalini direttore dei lavori della Torino-Lione.
«L’attendibilità del documento è ancora da verificare – spiega Esposito a tempi.it – ma non bisogna sottovalutare le minacce. È evidente che se fosse veritiero sarebbe un salto di qualità da parte delle frange terroristiche infiltrate nel movimento No Tav». Movimento che, nel frattempo, si è limitato a «rispedire al mittente» le minacce, ritenendole frutto di una strategia della tensione orchestrata da «governo e poteri forti».
Senatore Esposito, lei è già stato minacciato altre volte. Non rinuncia alla sua battaglia?
Trovandomi fra i quattro condannati a morte dal Noa, la tensione per me e soprattutto per la mia famiglia aumenta. Se le minacce fossero verificate è chiaro che non faranno che aumentare la mia condizione di prigioniero e di sorvegliato a vista. Fa parte di una strategia per intimidire chi fa il proprio lavoro. E questo documento ci sprona a fare il nostro lavoro fino in fondo. Anche perché ormai è chiaro che dietro la bandiera No Tav si nascondono persone a cui del treno veloce non importa nulla.
In Parlamento lei ha cercato di far approvare un testo per l’indennizzo degli atti terroristici subiti dalle aziende che lavorano nei cantieri dell’Alta Velocità. Non è andata bene, però.
No, infatti. Purtroppo il testo è stato stravolto. Il decreto è largamente insufficiente, perché si parla soltanto di una “possibilità” di rimborso per le aziende colpite dagli attentati e dagli atti vandalici, niente di più. Quando una norma contiene “può” e non “deve”, significa che è stata resa inefficace. Non sappiamo perciò se i 7 milioni di euro saranno usati.
In queste ore si sta formando la nuova squadra di Renzi. Quali impegni per la Tav?
Il governò dovrà dare segnali inequivocabili a sostegno dei lavori, togliendo di mezzo ogni ambiguità, anche linguistica. Bisogna porre fine alle velleità di chi crede che l’opera può essere fermata. Non si tornerà indietro. Inoltre, come ho potuto verificare visitando il cantiere, i lavori procedono spediti e sono in amplissimo anticipo.
I no tav non ne sono convinti. Il 22 febbraio manifesteranno ancora.
Nel seno della manifestazione che nasce con spontaneità purtroppo ancora una volta non ha prevalso l’ala moderata ma quella estremista. È stato deciso di manifestare al cantiere, invece che lontano dai lavori. E sappiamo quello che è accaduto tutte le volte che il movimento No Tav è andato lì. Se si assistesse nuovamente ad atti di violenza, sarebbe una regressione per l’intero movimento.
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4 commenti
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Ancora una volta bisogna ringraziare Pier Luigi Tossani per il suo pacato, preciso e documentato intervento.
Come cattolico convinto continuerò a leggere Tempi, nonostante la (faziosità) superficialità con la quale, da sempre, tratta l’argomento TAV in Val Susa.
Ti ringrazio, SteRoGAnge. Giusto perché l’ora è davvero buia, e lo schianto finale del sistema è probabilmente alle porte, una ulteriore precisazione.
Se vogliamo tenere il livello del dibattito su toni pacati, come tu hai detto e io condivido, sarei per evitare termini come “faziosità”, per i quali non ci poniamo correttamente nei confronti dell’interlocutore, e che – tra l’altro – nulla ci dicono sui veri motivi del perché, esempio, la vicenda della TAV non viene considerata in modo oggettivo.
In realtà, il nocciolo della questione è che la TAV, per quanto ingombrante, è solo un tassello di un disegno di ben più grande portata, che noi cattolici – non solo noi, certo! – al momento, ancora non riusciamo a considerare, a distinguere.
Però, una volta messo assieme il puzzle, si vedrà che l’approccio di TEMPI alla questione TAV non attiene alla categoria della “superficialità”, quanto piuttosto ha a che vedere con una precisa scelta ideologica.
Combinazione, approfondivo il tema proprio oggi in questo post
http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/02/21/bussola-quotidiana-mpv-non-facciamo-i-polli-di-renzo/
su “la filosofia della TAV”.
Solidarietà incondizionata a Esposito per le minacce ricevute, e contestuale condanna incondizionata verso i malfattori che hanno fatto questa cosa.
I contenuti del libro TAV-SI’, di Esposito – questo è un altro discorso – sono totalmente inattendibili, come dice qui su Leoni blog
http://www.leoniblog.it/2012/03/04/la-tav-non-supera-il-thatcher-test/
e su questo superclassico “paper”, ancora dell’IBL
http://www.brunoleonimedia.it/public/BP/IBL_BP_41_TAV.pdf.
Quanto a Renzi, al quale, per i motivi che dico qui, http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/02/20/debito-pubblico-tutti-gli-errori-di-gotti-tedeschi/ non darei sei mesi, il suo rapporto con la TAV è definito in dettaglio qui http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2013/02/20/due-parole-su-renzi-c-2/
Quanto a TEMPI, il settimanale diretto da Luigi Amicone, circa la TAV seguita ad eludere la pacifica sfida della ragione, che lanciai a suo tempo qui:
http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/01/13/tav-tac-torino-lione-chi-spara-balle-spaziali-io-o-/
Se non c’è una risposta forte e decisa a queste minacce da parte del governo, è meglio abbandonare i lavori, e per chi può, andarsene dall’italia.