Secondo un calcolo effettuato dal Servizio politiche territoriali della Uil, la nuova Tasi, con le diverse prospettive di aliquote (tra il 2,5 al 3 per mille sulla prima casa, e – sommata all’Imu – tra il 10,6 e l’11,1 per mille sugli altri immobili), comporterà una spesa di ulteriori 40 euro in media alle famiglie, rispetto all’Imu pagata nel 2012. Questo extragettito, come annunciato ieri dal Governo, verrebbe utilizzato esclusivamente per introdurre ulteriori detrazioni alle famiglie e ai singoli meno abbienti e saranno comunque i Comuni ad avere la facoltà di decidere se utilizzare un gettito maggiore o no, se prevedere detrazioni per tutti o solo per fasce specifiche (fasce deboli, nuclei monopersonali, nuclei numerosi, case popolari) e se eventualmente usarli per coprire “buchi di bilancio” e fornire servizi migliori.
LA UIL: «ECCO QUANTO SI SPENDEREBBE». Il segretario confederale Uil Guglielmo Loy spiega che «In sintesi il rischio è di dover pagare per la Tasi quanto e piu’ dell’Imu, anche con eventuali detrazioni». La Uil ha calcolato più precisamente che «se si arrivasse al 3 per mille sulle prime case, mediamente, senza detrazioni, si pagherebbero 237 euro medi (il costo medio dell’Imu nel 2012 era di 225 euro), con punte di 483 euro a Torino (di Imu si pagò 475 euro); a Roma 471 euro (di Imu si pagarono 537 euro); a Milano 429 euro (di Imu si pagarono 292 euro), a Genova 408 euro (di Imu si pagarono 372 euro), a Bologna 396 euro (di Imu si pagarono 321 euro), a Napoli 321 euro (di Imu si pagarono 379 euro). Quantificando le eventuali detrazioni, si arriva a circa 150 euro medi a famiglia, mentre con l’Imu erano 200 euro».
FASSINO: «RESTA IL PROBLEMA DEL GETTITO». Soddisfatto ma non troppo entusiasta dell’mendamento per la flessibilità sulle aliquote annunciato ieri dal Governo è il presidente dell’Anci Piero Fassino, che stamattina ha spiegato: «Certamente l’emendamento va nella direzione giusta ma soltanto al 50 per cento. Infatti, se la flessibilità sull’aliquota è finalizzata soltanto alla copertura delle detrazioni, non risolve il problema del minor gettito sulla prima casa. Quindi al governo e al parlamento chiediamo di dirci come intendono affrontare questo problema». Fassino ha annunciato anche che oggi incontrerà i ministri Graziano Delrio, Maurizio Lupi e Fabrizio Saccomanni per discutere più in dettaglio l’emendamento.
I COMUNI: «NULLA DI FATTO». Dopo l’incontro, Piero Fassino ha poi fatto sapere: «Ci è stata illustrata la proposta che prevede un’aliquota aggiuntiva dell’8 per mille sul prelievo Imu-Tasi per coprire le detrazioni che i Comuni dovranno adottare per le fasce deboli. Noi abbiamo preso atto di questa proposta, ma al tempo stesso abbiamo espresso grande preoccupazione perché non risolve il problema del minore gettito che deriverà ai Comuni dal passaggio dall’Imu alla Tasi». Nessun punto di incontro è stato quindi trovato tra i Comuni e il Governo.
SC: «PRONTI A VOTARE SFIDUCIA». Il partito di Mario Monti, Scelta civica, ha criticato duramente la tassa sugli immobili. Stefania Giannini, segretario politico Sc, ha dichiarato che «L’emendamento sulla Tasi va ritirato. Se andasse in un provvedimento su cui il Governo ponesse la fiducia, voteremmo contro». Giannini, insieme ai capigruppo Sc alla Camera e al Senato ha quindi chiesto al governo «un tavolo subito, per dare certezze su questo tema».