Qui gli islamisti hanno squarciato i corpi di donne incinte, mutilato, ammazzato a colpi di machete persone che avevano l’unica colpa di credere in Gesù. Così in Nigeria la violenza continua ma non spegne la fede. Viaggio a Jos
I Boko Haram continuano ad uccidere. Monsignor Kaigama: «L'attacco ha tutta l’aria di essere stato perpetrato dai loro membri, perché è simile ad altre azioni commesse da loro di recente».
Autorità saudite: «Non sono accompagnate da un uomo». Le donne nigeriane sono ancora rinchiuse all'aeroporto di Jeddah. Il Corano impone di visitare la Mecca una volta nella vita, ma la sharia è più forte.
È successo ieri nella cattolica St. John's Church di Bauchi, capitale dell' omonima regione nel Nord del Paese. Si sospetta che gli autori siano membri del gruppo terroristico di Boko Haram.
Mary Ann Glendon, già osservatore americano presso la Santa Sede, e l'osservatore della Santa Sede all'Onu Tomasi affermano al Meeting: «La religione è la chiave della convivenza».
Intervista al capo della Conferenza episcopale nigeriana, che ha partecipato al Meeting: «Una volta dei giovani cristiani volevano vendicarsi di un attentato. Ho chiesto a Dio di trovare le parole giuste e li ho convinti a tornare a casa: è stato un miracolo».
Dopo l'attentato di lunedì, l'europarlamentare punta il dito in un'intervista ad Avvenire contro l'Occidente: «Ci vorrebbe un'agenda comune tra Ue e Onu».
Se prima Boko Haram attaccava le Chiese "straniere", a Otite, denuncia il sociologo, si è voluto colpire il «cristianesimo africano» della Deeper Life Bible Church.