licenziamento
Il ministero guidato da Paola Severino ha appena consegnato una bozza per la modifica del processo civile, che prevede una corsia preferenziale per le cause sui licenziamenti e una sentenza con valore immediato in primo grado. Intanto si corre per approvare in tempi record le modifiche al codice penale e all'emendamento Pini per la responsabilità civile dei magistrati.
Non tutte le corti d'appello sono uguali. Certamente sono diverse quelle di Potenza e di Salerno. Quest'ultima ha dato ragione alla Fiat in merito alla vicenda di Di Gianni Michele Rosario, lavoratore all'epoca iscritto alla Fiom, licenziato nel 2003 per recidiva in considerazione di un comportamento reiteratamente inadempiente e negligente.
La Corte d'Appello ribalta la sentenza di primo grado e si pronuncia a favore della Fiom. La Fiat ora dovrà riassumere i dipendenti licenziati per aver bloccato parte della linea produttiva durante una manifestazione sindacale nel 2010. Ma per Antonio Rossitto, firma di Panorama, c'è più di un punto oscuro nella vicenda.
L'allievo di Marco Biagi boccia la riforma del mercato del lavoro del governo Monti. «Immaginare di ricondurre la ricchezza e multiforme realtà dei moderni modi di lavorare è una utopia che non è stata avanzata neppure in epoca fondista. Questa invenzione si basa su una vera e propria mistificazione».
Piazza Affari ieri ha perso il 4,8 per cento e la Bce ha avvisato l'Italia che non comprerà i titoli nostrani per sempre. Pd e Cgil scioperano proprio quando il governo cerca di mettere mano alla riforma del mercato del lavoro. I democratici erano riformisti, ora sembrano succubi di una specie di cinghia di trasmissione al contrario, che va dalla Cgil al Pd
Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, critica il governo e la Cgil e chiarisce a Tempi.it che cosa significa agire in deroga all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori: «Il licenziamento deve sempre essere accompagnato da un giustificato motivo o da una giusta causa, ciò che cambia è la forma della tutela»