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Hafiz Saeed, leader islamista sospettato di aver architettato un attentato in India nel 2008 dove sono morte 168 persone, vive in Pakistan, a Lahore, e dopo aver saputo della taglia che gli Stati Uniti hanno messo sulla sua testa, ha indetto una conferenza stampa: «Sono qui, non mi nascondo. L'America dovrebbe dare a me quei soldi».

Intervista a Gianandrea Gaiani, esperto di analisi storico-strategiche e profondo conoscitore delle cose militari, che spiega anche dal punto di vista del diritto perché si può dire che l'India «tiene prigionieri i nostri soldati» e quali sono le «prove che depongono a nostro favore». Mentre il governo italiano «cala le braghe e non protegge i suoi soldati».
