Non tutte le corti d'appello sono uguali. Certamente sono diverse quelle di Potenza e di Salerno. Quest'ultima ha dato ragione alla Fiat in merito alla vicenda di Di Gianni Michele Rosario, lavoratore all'epoca iscritto alla Fiom, licenziato nel 2003 per recidiva in considerazione di un comportamento reiteratamente inadempiente e negligente.
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La Corte d'Appello ribalta la sentenza di primo grado e si pronuncia a favore della Fiom. La Fiat ora dovrà riassumere i dipendenti licenziati per aver bloccato parte della linea produttiva durante una manifestazione sindacale nel 2010. Ma per Antonio Rossitto, firma di Panorama, c'è più di un punto oscuro nella vicenda.
Una famiglia su quattro in Sicilia oggi è tra i nuovi poveri. Proponiamo la storia di Mimmo, operaio dell'indotto di Termini Imerese in cassa integrazione. La sua famiglia, moglie e due bambine, vive con 1.100 euro al mese: «Facciamo a meno del riscaldamento, io coltivo l'orto. Ma non me ne vado da qui: dobbiamo darci da fare per questa terra e noi stessi»
Da gennaio, Fiat recede «da tutti i contratti applicati nel gruppo e da tutti gli altri contratti e accordi collettivi aziendali e territoriali vigenti». Il modello che sarà applicato, dopo aver ascoltato i sindacati, a tutte le fabbriche della casa automobilistica torinese è quello di Pomigliano, approvato con referendum dai lavoratori. La Fiom rischia di restare fuori
Se per certi versi lo spread è paragonabile a quello che prima dell’euro era il rapporto di cambio lira/marco, la beffa, per le aziende italiane, è che questa volta non ci sono neanche i risvolti positivi sul lato esportazioni della svalutazione della liretta… Pubblichiamo l'editoriale finanziario di Alessandro Frigerio (RMJ Sgr) che compare sul numero 46/2011 di Tempi, da oggi in edicola
Non si tratta più di esaminare il fondamento delle indagini codice alla mano. La saturazione verso il premier è stata raggiunta per la compromissione pubblica dei comportamenti e della credibilità. Anticipiamo l'articolo di Oscar Giannino "Ecco perché per gli industriali l’emergenza non è più la giustizia", in uscita sul numero 40 di Tempi di domani giovedì 6 ottobre
Marco Ferrante, giornalista economico e scrittore, ha pubblicato due libri sull'ad di Fiat e commenta a Radio Tempi la scelta di Marchionne di uscire da Confindustria con l'azienda torinese: «Questa rottura avviene dopo un lungo periodo di conflitti tra Fiat e Confindustria, che trova la sua esplosione con Marchionne»
Sergio Marchionne decide e annuncia che la Fiat per produrre deve uscire da Confindustria e dà «uno schiaffo» a Emma Marcegaglia. Ferrara lo applaude a Radio Londra: «Bravo Marchionne, un rivoluzionario, un bolscevico, se ce n'è uno, un outsider di quelli che onorano il grande teatro della nostra Italia»