Sulla perdita di identità dell’Università*

Di Ernesto Galli della Loggia
02 Dicembre 2024
Ernesto Galli della Loggia (Università di Perugia) reagisce al saggio di Lorenzo Ornaghi sull'università, pubblicato su "Lisander", il substack nato dalla collaborazione tra Tempi e Ibl
Foto di Davide Cantelli su Unsplash
Foto di Davide Cantelli su Unsplash

Chiediamoci: in che cosa differisce il Dipartimento di chimica, mettiamo dell’Università di Pavia, da quello dell’Università di Shangai? In molte cose credo, a cominciare certamente nella quantità dei fondi a loro disposizione. Ma di certo non in ciò che dal punto di vista dell’istruzione più conta: vale a dire nel contenuto dei vari insegnamenti di quel dipartimento. Non esiste infatti una chimica cinese e una chimica italiana. In entrambi si insegneranno le stesse cose. E più o meno lo stesso avviene sicuramente per ciò che riguarda tutte le altre discipline di carattere scientifico.

Ben diversamente stanno le cose se ci spostiamo nei dipartimenti umanistici e per ciò che riguarda le materie che vi si insegnano.  Qui infatti domina la diversità perché diversi, spesso radicalmente diversi da un Paese all’altro, sono gli interessi e gli orizzonti culturali, i punti vista, le identità sia di chi insegna e fa ricerca, sia degli studenti, così come sono diversi i Paesi stessi, le storie, le tradizioni cui gli uni e gli altri appartengono. Così come sono innanzitutto assai diversi gli stessi contenuti delle materie d’insegnamento.

Per continuare a leggere prosegui qui o iscriviti a Lisander, il substack di Tempi e dell’istituto Bruno Leoni.

* Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo l’introduzione al volume Università addio!, in uscita da Rubbettino.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.