Sud Sudan, vescovi: «Il sangue degli innocenti, a migliaia, grida dal suolo. Dove sono i nostri Mandela?»
«Siamo davanti a uno dei più gravi momenti di crisi che abbiamo mai affrontato. Il sangue degli innocenti, a migliaia, grida dal suolo! Dio giudicherà duramente chi continuerà a uccidere, stuprare e derubare i suoi figli innocenti. (…) Ora è giunto il tempo per una nuova nazione». Così hanno scritto i vescovi cattolici del Sudan e del Sud Sudan nell’esortazione pastorale, ottenuta da tempi.it, scritta dopo un incontro straordinario che si è tenuto a Juba dal 21 al 31 gennaio.
DIECIMILA MORTI. I vescovi si sono riuniti per discutere della gravissima situazione che il Sud Sudan, che ha ottenuto l’indipendenza nel 2011 dopo 20 di guerra con il Sudan e due milioni di morti, si trova a vivere.
Negli scontri cominciati lo scorso 15 dicembre tra l’esercito del presidente Salva Kiir e quello del vicepresidente deposto, Riek Machar, accusato di tentato golpe, sono già morte circa 10 mila persone, mentre 500 mila sono gli sfollati.
«I RESPONSABILI SI CONVERTANO». «Siamo rimasti scioccati – si legge ancora – dagli eventi che hanno sconvolto la nostra nazione. Siamo stati testimoni di fatti che non sarebbero mai dovuti accadere sul nostro suolo. Non possiamo rimanere in silenzio. Gesù non è venuto per condannare ma per redimere. Anche noi non condanniamo gli individui, ma il male sì. Chiediamo che i responsabili si pentano e convertano i loro cuori».
RIFORME E MENO CORRUZIONE. Secondo i vescovi, gli scontri sono dovuti a problemi mai risolti nel paese: quelli «interni al partito di governo», che ha bisogno di «urgenti riforme democratiche» e che non può «destabilizzare il paese per i suoi problemi interni»; quelli che riguardano «chi amministra il potere», che deve pensare di più agli «interessi della comunità» perché si ponga fine «alla corruzione e al nepotismo», che generano «risentimento e disillusione».
La Chiesa ha anche chiesto la riforma dell’esercito e una «riconciliazione» che deve passare attraverso «il racconto della verità» e la partecipazione ai colloqui di pace della Chiesa e di tutti gli attori civili, che invece sono stati esclusi a vantaggio dei gruppi militari.
«DOVE SONO I NOSTRI MANDELA?». Infine i vescovi hanno sottolineato la necessità di «puntare sull’educazione dei giovani» per riconciliare il paese e di lavorare alla costruzione di una sola identità.
«Dove sono i nostri Mandela? Dove sono gli uomini che ci porteranno a rifondare questa nuova nazione indipendente? Siamo speranzosi che i sudsudanesi si rialzeranno da questa crisi» per ricostruire «la nostra nazione su salde basi di verità, giustizia, riconciliazione, diversità e pace, fondandosi sui valori del Vangelo proclamati nella Dottrina sociale della Chiesa».
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