Stamina. Ora i giornali parlano della grande truffa, sorvolando sul piccolo particolare di chi l’ha autorizzata: i magistrati

Di Redazione
24 Aprile 2014
Dopo averla sponsorizzata, ora i media si accorgono che quella di Stamina non è mai stata una cura. Bene. Manco una parola contro i giudici, però

Tempi.it è stato tra i primi – probabilmente “il” primo – a sollevare perplessità sul cosiddetto metodo Stamina. Lo ha fatto non solo per una naturale diffidenza nei confronti della tv del dolore  – quella che mette in primo piano immagini di bambini e famiglie straziate da una reale sofferenza, con sottofondo di jingle piagnucolosi -, ma anche perché, sin dal principio, la storia dei trattamenti, presentati come sicuri ed efficaci, non ci pareva avere basi scientifiche. Se esse esistono – dicevamo con pochi altri – si sia seri e si dica come si vuole procedere. È già successo di finire nelle mani di santoni e guru, interessati più al businness che alla salute.

LE IENE, CELENTANO, FIORELLO. Noi non sappiamo se Vannoni sia un truffatore, come oggi tutti dicono. Rileviamo che, fino a qualche mese fa, tutte le maggiori testate nazionali andavano al traino delle Iene – la trasmissione tv che aveva cavalcato il caso -, pubblicando senza troppe remore gli appelli di Celentano e Fiorello e accusando di insensibilità e meschinità tutti gli altri (questo sito fu attaccato da Giulio Golia durante una puntata delle Iene con parole piuttosto pesanti). Che uno dei massimi esperti e premio Nobel per la medicina (Shinya Yamanaka) e riviste come Nature mettessero in dubbio il protocollo di Stamina, non pareva sfiorare molti.

INFERMIERE ATTRICI. Poi, man mano che emergevano i particolari e i racconti di coloro che erano stati “non curati” da Stamina, la musica è cambiata. I rappresentanti del Movimento Cinque Stelle hanno smesso di intervenire in aula per difendere Vannoni, le Iene hanno cominciato ad occuparsi d’altro, Celentano s’è messo a scrivere appelli su altre questioni.
Ieri, con la chiusura dell’inchiesta, si è arrivati al ribaltamento mediatico. Ora il Corriere pubblica in prima pagina un titolo su “Gli affari segreti di Stamina”. Si prendono le carte della Procura di Torino e si spiattellano in pagina le ipotesi dell’accusa: «Un raggiro durato sette anni che ha riguardato centinaia di malati», i pazienti «usati come cavie», «attrici al posto delle infermiere».

MA I GIUDICI? Ben arrivati, verrebbe da dire. Ma la presunzione di innocenza vale anche per Vannoni e gli altri 19 indagati. Un’idea sulle sue responsabilità noi ce l’abbiamo, ma aspettiamo il rinvio a giudizio e il processo.
Piuttosto ci verrebbe da chiedere: ma quei parlamentari che approvarono stanziamenti per milioni di euro a Stamina hanno nulla da dire? Il ministro della Salute del Governo Monti, Renato Balduzzi, ha qualcosa da dichiarare? E, soprattutto, di tutti quei magistrati che hanno imposto le cure, in barba a qualsiasi evidenza scientifica, ne vogliamo parlare? Anche oggi che i giornali – dimentichi della campagna stampa che fecero in senso opposto solo qualche mese fa – pigiano l’acceleratore sull’indignazione anti-Stamina, ancora nessun accenno alle responsabilità dei giudici. Eppure sono fra gli attori principali di tutta la vicenda. Lo nota, voce isolata, solo Filippo Facci su Libero. «Sono loro – scrive – che in questo anni hanno menato le danze, altro che società civile. (…) Basti ricordare che il Ministero della Salute nominò un comitato di esperti sul caso Stamina, appositamente, ma il 4 dicembre scorso il Tar ha provveduto a cancellarlo: e questo con la motivazione che in precedenza gli esperti prescelti avevano “già preso posizione” sul tema, cosa peraltro inevitabile perché altrimenti non sarebbero stati esperti». Dice Facci: «Laddove il ministero vietava, il giudice autorizzava».
Quindi, c’è o no una responsabilità dei giudici in tutta questa vicenda? Certo che c’è. Ma questa non sarà giudicata: né in un tribunale né sui pavidi quotidiani nostrani.

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11 commenti

  1. esther

    Caro Tempi,

    la chemioterapia uccide!

    le staminali enchesimali sono agli inizi; tempo al tempo.

    Voglio le estaminali mesenchimali che non mi fanno male (se anche non mi guariscono perché sono troppo malato con le cellule cancerogene impazzite e in questo caso neppure la chemioterapia mi guarirebbe, anzi! questa ammazzerebbe pure le mie cellule sane).

    Forza Vanoni! Coraggio Andolina.

    1. Danilo

      Perchè scrivi queste cialtronate?La discussione non è sulla staminali ma se la cura funziona o non funziona in termini scientifici,se stabiliscono che quella cura non funziona è inutile e vergognoso propagandare delle vere e proprie CIALTRONATE,affermando “no ma la chemio non va bene usa il metodo vannoni”,come no e su quali basi?Riguardo a quel truffatore spero che lo mettano in carcere e buttino via la chiave.

  2. esther

    In altri paesi più avanti nella ricerca i pazienti vengono trattati con le staminali.

    Vanoni e Andolina sono degli eroi. Andolina è un ottimo medico, ama le persone; Vanoni vuole alleviare le sofferenze inutili della chemioterapia che ammazza le persone, non le guarisce e le fa patire le pene dell’inferno.

    Per me voglio le mesenchimali anzi che la chemioterapia.

  3. esther

    Le stamine sono all’inizio e non causano il male che invece il trattamento con la chemioterapia che non cura ma uccide anche cellule sane e in cui la percentuale di mortalità sono alte i casi di guarigione poche; la sofferenza, molta.
    Tempi faccia un parallelo del trattamento con le staminali mensechimali e di quella con la chemioterapia.

    In altri paesi più avanti nella ricerca i pazienti vengono trattati con le staminali.

    Vanoni e Andolina sono degli eroi. Andolina è un ottimo medico, ama le persone; Vanoni vuole alleviare le sofferenze inutili della chemioterapia che ammazza le persone, non le guarisce e le fa patire le pene dell’inferno.

    Per me voglio le mesenchimali anzi che la chemioterapia.

  4. esther

    Le stamine sono all’inizio e non causano il male del trattamento con la chemioterapia che non cura ma uccide anche cellule sane, le percentuali di mortalità sono alte i casi di guarigione poche; la sofferenza, molta.

    Tempi faccia un parallelo del trattamento con le staminali mensechimali e di quella con la chemioterapia.

    In altri paesi più avanti nella ricerca i pazienti vengono trattati con le staminali.

    Vanoni e Andolina sono degli eroi. Andolina è un ottimo medico, ama le persone; Vanoni vuole alleviare le sofferenze inutili della chemioterapia che ammazza le persone, non le guarisce e le fa patire le pene dell’inferno.

    Per me voglio le mesenchimali anzi che la chemioterapia.

  5. Danilo

    Nè Magistrati nè Giudici nè Giornali con la più totale ignoranza di episteme scientifica,studio e CONOSCENZA non opinione intorno a ciò di cui si parla possono dire qualcosa superiore allo 0,in campi strettamente scientifici.E una assoluta vergogna per tutto il mondo accademico,l’abuso ideologico della retorica politica/giornalettara che sancisce nella più brutale ignoranza:cosa è o cosa non può essere scientifico,con conoscenze sull’argomento pari allo 0 assoluto.che sia un magistrato non mi fà caldo nè freddo,cosa nè sà lo stesso di come è fatta l’anatomia umana?.LA SCIENZA NON E’ IL TEATRO DEI PARTITI POLITICI!CHE LA LORO TOTALE IGNORANZA RIMANGA CONFINATA ALLE STUPIDITA’ INCONCLUDENTI DEL PARLAMENTO E DEI PARTITI E DEI GIORNALI FINALIZZATI A PROMUOVERE.

    Non so vogliamo dire che un magistrato deve dire a un medico come si opera?O a un biologo come è fatta una cellula?

  6. giovanni

    Leggendo alcuni articoli sulla stampa, mi sembra che ci sia un po di confusione sull’argomento, certo che, se, chi scrive sui giornali ha le idee confuse, non è che i lettori lo sono da meno

  7. giovanni

    Chi sbaglia? I magistrati di Torino? (personalmente non credo che sbaglino) O tutti quelli che hanno autorizzato il metodo stamina? In questo caso credo che la buona fede è da escludere, è giusto quindi che chi ha sbagliato paghi

    1. Giulio Dante Guerra

      Il problema non sono i magistrati di Torino o quelli che imposero l’applicazione della “terapia vannonica”; il problema è la legislazione, per la quale l’efficacia terapeutica o no d’un metodo di cura, o asserito tale, deve essere stabilita dai magistrati, la cui competenza in materia è paragonabile a quella del letterato Davide Vannoni.

      1. giovanni

        Carenza di competenza da una parte, incapacità o impossibilità a legiferare dall’altra! Sbaglio se dico che siamo nella pupù!

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