«Cercare di forzare la coscienza politica con questi gesti estremi per un metodo che tutta la scienza ha bocciato lascia senza parole. I malati dovrebbero manifestare contro Vannoni che non ha dato loro la reale possibilità di provare il metodo, non contro il resto della società civile». Sono le parole di Daniela Lauro, presidente di Famiglie Sma, che ha commentato incredula la protesta di ieri dei manifestanti “pro Stamina” che hanno bloccato il centro di Roma.
PROTESTA ESTREMA. I manifestanti – che hanno anche macchiato con il sangue le foto del capo dello Stato Giorgio Napolitano, del premier Enrico Letta e del ministro Beatrice Lorenzin – hanno chiesto che il governo autorizzi i trattamenti con il cosiddetto “metodo Stamina“, bocciato dagli scienziati della Commissione istituita dal ministero della Salute. Davide Vannoni, il presidente di Stamina, non ha mai reso pubblica la sua metodica e quel poco che ha rivelato è stato ritenuto «incompleto e infondato» dagli scienziati, se non dannoso.
«LE REGOLE TUTELANO I PAZIENTI». Come ricordato a Radio Vaticana dal genetista ed esperto di staminali Angelo Vescovi «ci siamo dati delle regole nella comunità medica e scientifica per evitare che si ripetessero casi di sperimentazione sull’uomo che hanno spesso procurato danni ai malati». Queste regole, «che ci hanno portato ai trapianti di organi che oggi salvano la vita», servono a «tutelare il paziente» e, continua Vescovi, «non riesco a capire perché continuiamo a parlare di qualcosa che, evidentemente, ha un problema di carattere generale, emotivo, sociale ma che nulla ha a che fare con la scienza. Questo metodo, in questo momento, non soddisfa i criteri richiesti per una sperimentazione sicura ed anche solo vagamente efficace. Non è una questione di opinione, ma una questione di fatti».
«SERVE OBIETTIVITÀ. Secondo Vescovi, i miglioramenti sbandierati nelle trasmissioni delle Iene e nei video di Fiorello, nuovo sponsor di Stamina, «devono essere valutati da una corte di medici in modo obiettivo. Ci troviamo in presenza di persone onestamente disperate – io ho situazioni simili anche in famiglia – per cui c’è veramente da affrontare il problema con delicatezza nei loro confronti. Al momento, però, non possono essere loro a dire che il metodo funziona, deve essere la comunità scientifica la quale non ha nessun interesse personale, se non quello del paziente».
STAMINA PUÒ VIOLARE LE REGOLE? Vescovi conclude così: «Lo dico con il massimo rispetto per i signori di Stamina, qualcuno mi deve spiegare perché devono avere il diritto di derogare a tutte le regole che la comunità scientifica, quella clinica e la comunità medica mondiale – sottolineo mondiale e non italiana – ha stabilito come sicure per i pazienti e per la sperimentazione clinica stessa per dare risultati riproducibili».