Mentre la crisi attanaglia la Spagna, Mariano Rajoy cerca di toccare una serie di provvedimenti varati durante l’era ultra-relativista di Zapatero. Se a livello economico è difficile procedere in modo discontinuo, è infatti sul piano culturale che il nuovo premier può giocarsi il consenso elettorale. E anche se per ora si tratta solo di ipotesi di lavoro, mediaticamente sta funzionando: “Rajoy gioca a fare la Controriforma”, ha scritto il quotidiano El Pais il 4 febbraio (ripreso una settimana dopo, quasi parola per parola, da Repubblica). Nel mirino, la revisione della legge sull’aborto, i matrimoni gay, l’abolizione della pillola del giorno dopo e dell’ora di “educazione alla cittadinanza” nelle scuole (malvista quest’ultima, dai cattolici spagnoli, che l’avevano soprannominata “il catechismo relativista”).
La legge sull’interruzione di gravidanza adottata nel 2010 da Zapatero consente a ogni donna, dai 16 anni in poi, di decidere liberamente («senza interferenze di terzi») entro la quattordicesima settimana. Il nuovo ministro della Giustizia spagnolo, Alberto Ruiz Gallardon, ha annunciato in Parlamento una riforma che renderà obbligatorio il permesso dei genitori per le interruzioni di gravidanza delle minorenni. Per ora non ha fornito dettagli su quando questa sarà presentata o su altri possibili modifiche. Secondo El Pais, questo potrebbe significare il ritorno a un sistema simile a quello del 1985. Il quotidiano Publico ha reso noto un rapporto dell’Acai (Associazione di cliniche accreditate per l’ivg) che mostra come, da luglio 2010 (data dell’entrata in vigore della legge) a oggi, l’87 per cento delle adolescenti ha informato i genitori. In tutti i casi di mancanza di consenso si è trattato di adolescenti in situazione di semi-abbandono, minori ospitate in centri di tutela, ragazze vittime di maltrattamenti familiari o immigrate che vivono da sole in Spagna. Gallardon ha chiarito che la modifica non penalizzerà l’interruzione volontaria di gravidanza: «Non porterà nessuna donna in carcere – ha detto il titolare del dicastero di Giustizia – il Governo presenterà al Congresso un disegno di legge che comporterà un concetto molto innovativo per la protezione della donna, e per i diritti del concepito».
Il governo presieduto dal leader del PP, Mariano Rajoy, nonostante le levate di scudi preventive, non si è ancora pubblicamente espresso su un’eventuale revoca della legge sui matrimoni omosessuali, legalizzati dall’esecutivo di Zapatero nel giugno del 2005. Finora il Partito Popolar ha presentato un ricorso davanti alla Corte Costituzionale ma la consulta non si è ancora pronunciata. Prima delle politiche di novembre, vinte da Rajoy, si era diffuso il timore di una possibile abrogazione della legge da parte del centrodestra. Da quando è diventato capo dell’esecutivo, Rajoy è stato sostanzialmente fermo. Anzi, il ministro della giustizia Gallardon (ex sindaco di Madrid) in un’intervista alla radio privata Cadena Ser ha dichiarato che il matrimonio gay, legalizzato dal precedente governo «Non è anticostituzionale. Certo, il mio è solo un parere».
La materia scolastica obbligatoria “Educazione per la cittadinanza” sarà sostituita da “Educazione civica e costituzionale”. Lo ha annunciato il ministro per l’Istruzione José Ignacio Wert: i contenuti della nuova materia saranno «liberi da questioni controverse e di indottrinamento ideologico». In effetti eEpC (acronimo in spagnolo) è stata una materia controversa sin dalla sua inclusione nella programmazione scolastica, accusato da molti genitori di essere veicolo di confusione per i bambini, soprattutto su questioni contrastanti con i principi della morale cattolica. Inoltre il ministro ha preannunciato una modifica del ciclo di scuola superiore secondaria sul modello tedesco: al terzo anno, lo studente può scegliere se proseguire con la formazione teorica oppure orientarsi verso la formazione professionale.