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Mi chiamo Carly [pseudonimo, ndr], ho 37 anni e sono cristiana. Il 25 febbraio 2021 ero su un autobus diretta a Maiduguri quando una guarnigione di uomini armati, vestiti con le divise dell’esercito, ha fermato il mezzo e ci ha fatti scendere. Dopo averci fatti sdraiare a terra, hanno chiesto a tutti: «Sei cristiano o musulmano?». Io ero l’unica cristiana. Quando è arrivato il mio turno avevo già capito che si trattava di Boko Haram, ma non ho voluto nascondere la mia fede. I terroristi hanno liberato i musulmani e mi hanno fatta salire su un pick-up, portandomi in un covo nella foresta. Sono stata chiusa in una prigione insieme ad altre donne cristiane e ad alcuni bambini.
La vita era terribile: non c’erano viveri né acqua, non potevamo lavarci. Ci davano ogni tanto del cibo andato a male che neanche i maiali avrebbero toccato e una tazza di acqua al giorno. Dormivamo al freddo, tra gli scorpioni e i serpenti.
Ogni 48 ore i terroristi venivano a chiederci di rinnegare Cristo...
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