Anche in Gran Bretagna, come già negli Stati Uniti, la campagna per l’aborto come diritto perde sostenitori, mentre sono sempre di più i britannici favorevoli a una restrizione della possibilità di accedere all’interruzione di gravidanza.
PIÙ LIMITI. Secondo un sondaggio realizzato la scorsa settimana da ComRes su un campione di oltre duemila uomini e donne, il 60 per cento dei britannici ritiene che il limite ultimo per abortire dovrebbe essere abbassato dalla 24ma alla 20ma settimana. Per il 21 per cento, invece, il limite dovrebbe essere fissato alla 12ma settimana. Considerando solo le donne intervistate, le percentuali salgono rispettivamente al 70 e al 24 per cento.
NO ALL’ABORTO SELETTIVO. L’89 per cento (93 se si considerano solo le donne) ritiene anche che i colloqui preparatori non dovrebbero essere fatti nelle cliniche abortive. Sempre l’89 per cento ritiene che l’aborto selettivo delle bambine, praticato in Inghilterra, dovrebbe essere vietato. Ancora il 65 per cento è contrario alla possibilità che lo Stato usi i soldi dei contribuenti per finanziare l’interruzione di gravidanza all’estero, mentre solo il 25 per vorrebbe che ai medici fosse tolto il diritto all’obiezione di coscienza.
IL SONDAGGIO. Il sondaggio è stato commissionato dal movimento pro-life Where do they stand? (“Da che parte stanno?”), in occasione del lancio di un nuovo sito internet in vista delle elezioni. La rilevazione statistica contraddice la tesi del partito laburista, che quest’anno ha introdotto a Westminster una legge per decriminalizzare e renderlo legale fino al giorno precedente alla nascita del bambino. Secondo il leader laburista Jeremy Corbyn, i britannici sarebbero largamente favorevoli a una simile legge. Nel 2015, in base ai dati 2016, gli ultimi disponibili, in Inghilterra e Galles ci sono stati 185.824 aborti (in Italia 87 mila).
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