Siria, l’Isis ha rapito 230 persone. «I cristiani hanno paura. Nessuna notizia di padre Mourad»

Di Redazione
12 Agosto 2015
Lo stato Islamico si fa sempre più minaccioso e violento. «Non sappiamo se Isis ha intenzione di uccidere gli ostaggi cristiani»
Weeping and desperate girl - Help for the Christians in need in Syria SYRIA / NATIONAL 13/00104 Only this small file quality available

«I cristiani hanno paura, specie nell’area intorno a Qaryatayn. E sempre più fedeli pensano di lasciare le proprie case o addirittura il paese». Così padre Jihad Youssef, monaco della comunità Deir Mar Musa, racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre lo stato d’animo dei cristiani dopo che giovedì scorso lo Stato Islamico ha preso possesso della cittadina vicino ad Homs e rapito almeno 230 persone.

«Non sappiamo se Isis ha intenzione di uccidere gli ostaggi cristiani. Normalmente ai nostri fratelli nella fede i fondamentalisti offrono tre alternative: pagare la jizya, convertirsi o fuggire. Chiaramente stavolta la terza opzione non è stata offerta ai cristiani, altrimenti l’avrebbero scelta».

Il religioso del Deir Mar Musa – comunità monastica fondata da padre Paolo Dall’Oglio – non conosce il numero dei cristiani in mano ad Isis. A Qaryatayn ne erano rimasti circa 160, ma alcuni di loro potrebbero essersi salvati. «Trenta dei cristiani sequestrati sono riusciti a fuggire, perché sono dei pastori e conoscono bene la zona. Ora si trovano ad Homs, dove i vescovi siro-cattolico e siro-ortodosso cercano di trovare una soluzione anche per gli altri ostaggi».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]A Qaryatayn la comunità Deir Mar Musa ha un monastero, il Mar Elia, dove viveva padre Jacques Mourad, rapito il 21 maggio scorso assieme al diacono Boutros Hanna Dekermenjian. «Al Sant’Elia sono rimasti dei nostri collaboratori – riferisce padre Jihad – ma è da qualche tempo che non abbiamo loro notizie. Non sappiamo neanche se il monastero è già stato occupato da Isis». Nessuna novità neanche su padre Jacques, nonostante i numerosi tentativi della sua comunità. Padre Jihad spera che il suo confratello e il diacono possano essere inclusi in un’eventuale trattativa per la liberazione dei cristiani rapiti la scorsa settimana. Secondo il monaco del Deir Mar Musa padre Jacques è stato sequestrato a causa del suo impegno nella promozione del dialogo interreligioso. «Per molti anni ha costruito ponti tra le comunità islamica e cristiana e nel monastero di Sant’Elia ha accolto più di 50 famiglie musulmane, con oltre 100 bambini».

Grazie anche al contributo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, padre Mourad ha aiutato moltissimi siriani a ricostruire le loro case distrutte dal conflitto.

Lo stesso padre Jihad conosce molto bene la fondazione pontificia, che in passato ha sostenuto i suoi studi. «ACS ha fatto molto per noi, soprattutto a Qaryatayn. Siamo infinitamente grati a tutti i benefattori e chiediamo loro di pregare per gli ostaggi e per i rapitori. Affinché Dio converta i loro cuori».

Dall’inizio della crisi nel marzo 2011, ACS ha finanziato progetti in Siria e per i rifugiati siriani all’estero per un totale di oltre 7milioni e 200mila euro. Soltanto nei primi sei mesi del 2015 la fondazione pontificia ha donato ai siriani 2.742.169 euro.

Tratto da Acs

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9 commenti

  1. Franziskaner

    La presenza russa nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente dipende da un governo che sia rispettoso della diversità religiosa a Damasco. Sarebbe impossibile in caso di una presa del potere da parte dei Fratelli Musulmani o di un altro gruppo islamista di questo movimento.
    Per svilupparsi, il commercio cinese suppone la messa in sicurezza di rotte continentali che colleghino la Cina al Mediterraneo.
    Mosca e Pechino non lasceranno che le potenze occidentali usino i loro propri eserciti per distruggere la Repubblica araba siriana.
    Washington considera essenziale per il mantenimento del suo potere che siano sabotati i tentativi di creare rotte continentali . Il caos in Iraq e la caduta di Palmyra tagliano la via di comunicazione da sud, mentre il caos in Ucraina ha tagliato la via da Nord.
    Nel conflitto siriano, gli occidentali e le potenze del Golfo sostengono i Fratelli Musulmani, mentre la Russia e la Cina sostengono la Repubblica laica.

    1. SUSANNA ROLLI

      Guarda te sei un politico-storico studioso non so come dire, molto bravo, nulla ti sfugge: francamente io nn ne capisco un’acca di strategie, di manovre, di confini e sconfini, però una cosa te la voglio dire: bravo!, perchè la sottoscritta solo al sapere di guerre e spari e lame affilate ha il voltastomaco: insomma, io non ne posso piu’ -credimi- e non oso immaginare come possano farcela quelli che le bombe non le leggono scritte nero su bianco ma le sentono sibilare e tonfare al suolo: credo che Dio si renda particolarmente presente nell’animo di queste povere persone, che darei la vita per fermare le guerre ma sarebbe inutile. Vai, Franz, no ti stancare di raccontare, tienici informati..

      1. yoyo

        Susanna, stai incoraggiando un folle antisemita neonazista.

        1. SUSANNA ROLLI

          Scusa Yoyo, hai avuto la conferma di quanto postato sopra, e cioè che non ne capisco un’emerita mazza di guerre & co.; poi, sarà colpa del mio voler essere in tutte le brode ed in tutti i pastoni (onnipresente) che mi fa sbandare. Meglio che me ne vado a letto. Buona festa dell’Assunta, Yoyo, non ci lasciare mai. Vogliamoci sempre più bene, puo’ essere che così le ostilità -le guerre- retrocedano un poco…

          1. yoyo

            Ormai è quasi S. Rocco…?Domani, però, vado a Loreto.

          2. SUSANNA ROLLI

            bella, Loreto!Se ci pensi bene Dio ha graziato parecchio l’ Italia, piena zeppa di santuari mariani e non, di città con le tombe di santi famosi e famosissimi -San Francesco!, San Pio da Pietrelcina, Natuzza e tantissimi ancora!…Ora tocca a noi italiani rimettersi in carreggiata, abbiamo sbandato un pò…

    2. Raider

      Lo shah dei troll multinick, che a volte fa il pulitino e dà del lei spacciando a tutto display paranoie e strampalataggini e sotto altre identità virtuali dà libero corso a insulti copincollati anche questi dalle madrase dove li ha appresi, rivelandosi per quello che è in fatto di civiltà islammica pluralista (nel senso di plurime identità per un’unica falsità, quella islamica), spara altre bordate a vuoto:
      – Russia e Cina sostengono i propri interessi e lo fanno senza secondi fini nobili:
      – la stabilizzazione di un’area non ha nulla a che fare con la fede dei dittatori o dei regimi al potere, chiunqe intralci affari e minacci investimenti è eliminato senza tanti complimenti:
      – la Cina, in particolare, non difende certo i cristiani che ha in casa, figurarsi quelli che vivono altrove: e i fatto di difesa delle ragioni umanitarie non sio è mai distinta in nessuna occasione e sede, a coinciae dall’O.N.U., riconoscendo il diritto di ogni regime politico di agire in totale libertà, come fa a casa propria e ritenendo “ingereza negli affari interni” degli Stati ogni azione, mozione e intervento contro i regimi al potere, dal Sudan all’Iraq:
      – d’altra parte, i Cinesi reprimono gli indipendentisti uiguri islamici, ma si mostrano deferenti con gli islamici che hanno in casa e con gli altri, tanto da cambiare denominazione all’Anno del Maiale, reo, in concorso con Peppa Pig e col prosciutto di Parma e altri, di esaltazione di un cibo proibito dal Corano: i Cinesi sanno che non si può trattare gli islamici con la leggerezza e i modi spicci con cui perseguitano e discriminano i cristiani:
      – in effetti, i Cinesi sanno quanto gli islamici che l'”Islam, religione di pace”, è una colossale baggianata e qindi, ci vanno coi piedi di piombo, prima che col piombo o con quello ce è esploso a Tianjin:
      – in fondo, la dhimmitudine ‘benevolmente’ accordata ai cristiani nell’Islamistan e il controllo di regime cui sono soggetti in Cina i cristiani sono la stessa cosa: e la ‘tolleranza’ islamica e la ‘democrazia’ cinese appartengono al regno delle favole.
      NO ALL’SLAM!

  2. SUSANNA ROLLI

    …quando si decideranno a fermarli, non ce la faranno più.

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