
Capo antiterrorismo britannico: «Grazie alla Siria, al-Qaeda è vicina a colpire il suo obiettivo: l’Europa»
«La cruda verità è che ci sono più persone associate ad al-Qaeda e organizzazioni legate ad al-Qaeda oggi in Siria rispetto a quante ce ne siano mai state tanto vicine all’Europa». A parlare così non è uno qualunque ma Charles Farr, direttore generale dell’ufficio britannico per la Sicurezza e la lotta al terrorismo.
«MAI COSÌ VICINI». Parlando a un convegno mercoledì scorso ha aggiunto sui gruppi che combattono insieme ai ribelli contro Assad: «Agiscono con un’intensità mai vista dopo gli eventi dell’Iraq del 2005/2006, cioè l’apice della minaccia terrorista in Iraq. Sono così vicini a noi, e in numero così grande, e combattono con una forza mai vista prima».
«DALLA SIRIA ALL’EUROPA». «Molti di questi terroristi partono dall’Europa per combattere in Siria, ma anche per ritornare in Europa più forti e addestrati di prima: «Ci sono gruppi in Siria che aspirano a colpire l’Europa ed è chiaro che in un contesto così caotico hanno sia la possibilità sia i mezzi per farlo, usando, tra le altre modalità, i combattenti che tornano in Europa dalla Siria».
SCIITI E SUNNITI. Secondo Farr, a attirare così tante persone non è solo l’idea di combattere contro un regime ma il carattere settario dello scontro: «Alcune persone magari non vogliono andare in Siria per combattere un regime ma di sicuro ci vanno per difendere gli sciiti o i sunniti». Parole che aggiungono ulteriori dubbi all’apertura da parte del premier David Cameron all’invio di armi ai ribelli.
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