Lavorando si impara

Simone, l’ingresso nel mondo del lavoro e le responsabilità da Business Controller

Di Diana Larenza
04 Giugno 2015

Fare-apprendistatoLa storia di Simone, un apprendista a cui sono affidate già importanti responsabilità, illustra ancora una volta perché l’apprendistato sia la modalità più auspicabile di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Ingresso, in questo caso, significa non solo stipulare il primo contratto di lavoro, ma anche varcare l’uscio della formazione, accompagnati da un team di esperti che perseguono un obiettivo: far crescere e sviluppare le capacità di  un giovane lavoratore.

Simone, 26 anni, è un apprendista della Goglio di Milano. L’azienda, nata nel 1850 per la produzione di sacchetti di carta, ha raggiunto attualmente una dimensione internazionale, con stabilimenti produttivi in Olanda, Polonia, Cina e Stati Uniti. Con un totale di 1.600 dipendenti è oggi leader nei settori dell’imballaggio flessibile, accessori in plastica ed impianti di confezionamento.

numeri-sh-263713205Diplomato al Liceo scientifico di Legnano, Simone ha fatto una scelta ben precisa: frequentare corsi e sostenere esami esclusivamente in lingua inglese. Ha conseguito la laurea in Economia Aziendale presso l’Università Carlo Cattaneo LIUC di Castellanza, con indirizzo International Business Managment. Successivamente, l’esperienza semestrale di Erasmus in Danimarca ha contribuito ad una solida formazione interculturale.

L’incontro con la Goglio è avvenuto grazie all’ufficio Placement dell’Università che mette a disposizione dei giovani laureati una serie di contatti utili ed offerte di posizioni lavorative, inseriti direttamente dalle aziende che sono alla ricerca di personale.

La proposta, accettata ben volentieri da Simone, è stata quella di un apprendistato professionalizzante, volto al conseguimento di una qualifica professionale “a fini contrattuali”. L’obiettivo è acquisire le competenze stabilite dal sistema contrattuale di inquadramento: quelle tecnico-professionali e specialistiche sono sotto la diretta responsabilità dell’azienda, mentre quelle di base e trasversali rientrano nell’offerta formativa pubblica, disciplinata dalle Regioni.

Entusiasta del percorso di formazione e lavoro che sta seguendo, Simone racconta la sua esperienza di apprendistato ed esorta i ragazzi ai quali venga proposto un simile contratto “di accettare con motivazione questa opportunità”.

Simone è un Business controller, si occupa di interpretare e gestire dati numerici. La responsabilità è grande, bisogna comunicare informazioni rilevanti per il corretto funzionamento dell’intera attività aziendale. Ci confida: “La difficoltà maggiore è quella di manipolare correttamente i numeri, in modo da non comunicare informazioni sbagliate che potrebbero causare problemi a tutti i livelli aziendali”.

La sua “giornata tipo” parte dall’organizzazione del lavoro in base alle deadline che sono definite dal responsabile diretto o dal gruppo di lavoro. La pianificazione delle attività da svolgere è un momento di fondamentale importanza ed il grado di priorità determina di volta in volta come procedere.

Certo, i programmi possono essere rivoluzionati dal sopravvenire di urgenze che, però, l’esperienza porta a gestire e risolvere in breve tempo, autonomamente oppure in team.

L’attività formativa avviene direttamente sul campo, elemento apprezzato senza mezzi termini da Simone secondo cui così “si impara di più e più velocemente attraverso il lavoro pratico”.

Il lavoro e la formazione si spiegano in un contesto ampio ed eterogeneo, a stretto contatto non soltanto con il tutor ma con molte figure aziendali. Il contatto umano, il “lavorare imparando” e la trasmissione diretta del know how sono al centro dell’esperienza di un apprendista. Ci conferma il ragazzo che “la crescita formativa avviene tramite la costante interazione ed il continuo confronto con altre figure per un obiettivo aziendale comune”.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]L’assegnazione di un ruolo di responsabilità si rivela una spinta a migliorarsi. Il giovane apprendista ne è convinto, infatti, oltre alla naturale crescita professionale, afferma che il suo obiettivo personale è quello di “ottenere sempre più autonomia e responsabilità indipendentemente dal ruolo coperto”.

Storie di apprendistato come quella raccontata motivano la convinzione a puntare su uno strumento contrattuale che combini in modo efficiente formazione e lavoro. Il risultato di tale combinazione sarà un inserimento graduale e consapevole nel sistema economico.

La formazione sul campo, accompagnata dalla pratica del lavoro, estende la gamma di competenze che un giovane può aver acquisito, anche in una brillante carriera scolastico-universitaria. In questo modo, l’utilità di un inserimento aziendale in apprendistato si evidenzia non solo per il giovane, che impara e diventa lavoratore, ma anche per l’azienda, che forma e diffonde il proprio patrimonio culturale e professionale. Un sistema virtuoso insomma, in cui l’impegno reciproco ripaga con la crescita, personale e dell’azienda.

Sembra giusto concludere con le parole di Simone che riassumono il valore di questo tipo di esperienza: “Una volta terminato il periodo di apprendistato, si è realmente pronti per affrontare il mondo del lavoro, con consapevolezza dei propri mezzi e di tutte le difficoltà che si possono incontrare”.

@diana_lar

ADAPT Junior Fellow

Foto numeri da Shutterstock

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