Sentinelle. Ecco chi sono davvero i libertari coraggiosi che il 5 ottobre sfideranno in silenzio insulti e sputi in 100 piazze d’Italia
Prima ancora che contro il ddl sull’omofobia – il “reato d’opinione” che le Sentinelle alla faccia dell’ineluttabilità delle cose hanno contribuito a imbrigliare – le Sip protestano contro qualunque imposizione top-down di “verità” calate dall’alto, imposte per legge, che non tollerano discussioni di sorta, pena l’accusa di opporsi ai “diritti umani”. Addirittura. L’indifferenza sessuale e l’ideologia gender come premessa all’egualitarismo lasciano perplesso qualcuno? Peggio per lui. E l’impossibilità a dire «voglio la mamma» (quando si dice la “banalità del male”)? Chiedere a Mario Adinolfi, che su Facebook convive da mesi con gli haters, gli odiatori di professione. E che dire dei figli dell’eterologa condannati a passare la vita alla ricerca delle proprie radici? Non è qualcosa che grida vendetta? Macché! Tacere e ancora tacere, questa è la consegna. O al massimo ritirarsi in sagrestia. Esattamente quel che è accaduto il 20 settembre al convegno su vita, famiglia ed educazione dell’Associazione “Vita è”, che da un centrale Istituto scolastico veronese è stato confinato a furor di Arcigay in una più appropriata (e appartata) chiesa della città: tra medici, parlamentari e giornalisti erano troppi gli “omofobi” iscritti a parlare.
Ora, se la stampa è letteralmente terrorizzata dal non apparire abbastanza gay friendly, le Sentinelle non dimenticano il rutilante circo che in questi ultimi tempi ha letteralmente umiliato la ragione: il volto del Barilla rieducato, in cui non si muove neanche il muscolo del riscatto; i libri Unar per le scuole fermati per il rotto della cuffia (dove dietro i problemini di matematica si nascondeva, come il lupo travestito da nonnina, cultura omosessualista in pillole); i formalmente inquisiti Philip Boyce, vescovo irlandese, e Sebastián Aguilar, ottantaquattrenne arcivescovo di Pamplona (troppo esegeti di quel san Paolo che coi “sodomiti” non è molto friendly e che non stravede neppure per l’obamiano “love is love”); la fellatio omosex di Sei come sei, libro che a scuola si può e si deve leggere, ma in Parlamento assolutamente no («linguaggio troppo sconveniente», così il presidente Grasso a Giovanardi); fino ad arrivare, andando a ritroso, all’ormai famosa maglietta di Franck Talleu. E qui bisognerebbe fermarsi un attimo: perché se il disegno di padre-madre-figli inciso su una t-shirt è un motivo per multare il possessore, diventa evidente che per far fuori la nostra civiltà l’Isil non serve. Bastiamo noi.
Insomma, dietro la protesta silenziosa delle Sentinelle in piedi c’è un’Europa che non è più in grado di comprendere la legittimità di un’opposizione. Troppo poco è stato detto, per esempio, sull’impressionante successione di violenze poliziesche contro chi, in Francia, ha manifestato per la famiglia criticando matrimonio e adozioni omosessuali, violenze ben documentato da La répression pour tous?, silenziato libro-inchiesta del giugno 2013. Tanto per essere chiari: oltralpe le forze dell’ordine manganellano e usano gas lacrimogeni perché è già operante una legge sull’omofobia.
Il conclave di Rho
«Ho preso l’aereo per vedere che volto avesse chi ha inventato le Sentinelle», così esordisce il responsabile delle Sip di Sassari in una recente riunione in preparazione della “super veglia” del 5 ottobre; subito supportato – in un giro di presentazioni che per molti motivi avrebbe dovuto essere filmato – da una mamma umbra: «Quello che non vorrei mai è che domani i miei figli mi rimproverassero per non aver parlato, oggi che ancora è possibile farlo». Siamo nella bella cornice del convento degli Oblati di Rho, e insieme a Sardegna e Umbria, ci sono persone giunte dalla Toscana, dalla Campania, dalla Puglia, dal Lazio, dalla Basilicata, dalle Marche e dall’Abruzzo, oltre che da tutte le regioni del Nord. Sedici regioni su venti (ma era ancora il 31 agosto, ora sono venti su venti) e 80 città coinvolte. Con tutti gli eccitati presenti arrivati rigorosamente a proprie spese. Ci sarebbe pane per legioni di sociologi se questi fossero interessati al loro mestiere (lo studio dei fenomeni sociali, appunto), ma fortunatamente, dice il poeta, «la storia non si ferma davvero davanti a un portone», per cui, ancora e sempre dal basso, spuntano le prime tesi di laurea e presto, probabilmente, leggeremo della “Fenomenologia delle Sentinelle in piedi”.
Ma dove, come e quando nascono le Sentinelle in piedi? Riavvolgiamo il nastro. 31 luglio 2013, caldo torrido, seduti ai tavolini di uno scalcagnato bar di Brescia, tra birre, succhi e zanzare, giovani mamme e giovani papà nel numero di 8 si danno appuntamento per «fare qualcosa, più che interrogare le previsioni» (Emanuele), e impegnarsi «per i figli e per la difesa del reale, in una dolce lotta, più gioiosa di ogni pace» (Lucia). L’idea è questa: prendere l’esperienza dei Veilleurs Debout, i resistenti francesi, e organizzare in fretta la prima veglia italiana. «Ci chiameremo Sentinelle in piedi» (Matteo), con in mente una famosa omelia di Giovanni Paolo II a Washington nel 1979: «Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana è minacciata. Ci alzeremo quando un bambino è visto solo come un mezzo per soddisfare un’emozione…».
Ma ecco che fissata la data della prima veglia (il 5 agosto), i compiti (pochi, non c’è tempo nemmeno di informare la Questura) e il posto (ovviamente Piazza della Loggia), accade un fatto strano, che i testimoni raccontano ancora con pudore. Arriva, improvviso, un vento gagliardo, e in rapida successione uno stormo di uccellini cinguettanti che prima girano intorno ai tavolini, e poi vanno a poggiarsi senza la minima esitazione sulle spalle degli otto, e rimangono lì, fermi, in uno sconcerto generale che passando per il riso volge in commozione.
Questo il racconto dei presenti, tornati a casa con una missione e un fiotto in gola. Il resto è storia. Sono le veglie moltiplicatesi a macchia di leopardo sotto la cura di un coordinamento nazionale tutto impegno e passione la cui nascita si è resa presto indispensabile. Sono i contatti, le pagine Facebook aperte dai responsabili di ogni città; è la voglia e il gusto della sana persuasione (per cui chi è “contro” o finisce per cambiare idea o se ne va); sono le conferenze, tante, per spiegare quella bufala che è la Gender Theory (e che in fondo, col “Paradosso norvegese”, è bastato un comico a smantellare). Ma ciò che resta sono soprattutto le amicizie sbocciate, trasversali, il capitale umano sempre più formato e la formidabile rete che è andata sviluppandosi e che – proprio perché non intaccata da quella “scelta religiosa” che rischia d’ingessare più di una realtà – sembra assolutamente inarrestabile, tanto che dall’estero già fioccano richieste di know-how.
A un’analisi appena attenta, anche il rapporto tra le rigorosamente aconfessionali Sentinelle e la Chiesa italiana è in via di rinnovamento. Gesti forti ci sono già stati. A tirare la volata, i soliti “capitani coraggiosi”: è del 15 luglio l’ardimentosa nota di monsignor Luigi Negri, che spronando a organizzare veglie anche nella sua Ferrara, così scriveva: «Sarò con voi, sentinella come voi, davanti l’ospedale di Cona». La comunione di intenti con chi è “esperta in umanità” è evidente. Non sono state proprio le Conferenze episcopali slovacche, portoghesi e polacche (come anche i vescovi della Toscana e del Triveneto) a pubblicare energici documenti contro l’ideologia di genere? E non è stata proprio la Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America a intervenire in una causa giudiziaria per difendere la libertà di coscienza? Quella libertà di coscienza e d’espressione la cui tutela è la ragion d’essere delle Sentinelle in piedi, il loro proprium.
È liturgia, bellezza
C’è poi un ingrediente del successo delle Sip mai abbastanza sottolineato. Nelle ormai famose veglie, la precisa disposizione nello spazio delle Sentinelle è molto più che un brand: è in qualche modo liturgia. Le Sentinelle hanno preso sul serio la lezione di McLuhan, e se davvero «il mezzo è il messaggio», in quelle piazze accerchiate da contestatori indiavolati, ai fischietti e agli slogan hanno preferito da subito il più potente e arcano linguaggio simbolico. Il silenzio, l’ordine, l’armonia sono la risposta al caos, lo spirito apollineo contro quello dionisiaco, l’equilibrio e la purezza come categorie dello spirito. E come nella liturgia lo scopo della velatura non è nascondere gli oggetti ma mostrare ciò che sono realmente, così il silenzio delle Sentinelle parla, grida. E lo fa alla volta dei secolarismi impazziti, del totalitarismo che non tollera la libertà di pensiero, della “cosificazione” della vita umana. Perché contro il Califfato relativista d’Occidente «è meglio morire in piedi che vivere in ginocchio».
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66 commenti
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“LIBERTARI” AHAHAHAHAHAHAH…
Adesso risemantizzate anche la terminologia con accezione positiva che abbiamo ricevuto dal ’68 a vostro favore.
Ecco i miseri trucchetti di chi non ha argomenti!
Il giorno in cui le sentinelle capiranno che ogni vita, non solo quella umana, è sacra vinceranno. Difendete la vita di tutte le creature. Dio vuole questo. Su tutto.
Difenderemo fino alla morte i nostri figli dalla superstizione religiosa delle sentinelle in piedi
Sapete fare ben più e di peggio che parlare a vanvera fino alla morte, che nessuno vi promette, per imporre agli altri il Pensiero Unico. Per es., non portare quasi mai argomenti, ma portare a spasso on line slogan urlati in giro, un défilé di parole, un Gay Pride verbale in cui coprite di insulti di ogni genere, come in molti dio voi relativisti nichilisti siete soliti fare, chi non disposto a vedere, come piace a voi, i bambini in funzione dei desideri di chiunque – coppie, triple, quadriglie – che si tratti di aborto o farse di gestazione per procura e padri degradati e erogatori di sperma da espropriare di qualunque diritto sul nascituro, a cominciare dal riconoscimento di paternità
Ecco, bravo.
In una sola riga ottimo inizio e grande caduta di stile finale.
Che bel proclama pacifista! Poi sono le sentinelle in piedi quelle violente!
SAPERE CHI SONO I PROPRI GENITORI E’ UN DIRITTO FONDAMENTALE DI OGNI PERSONA. Non e’ giusto trasformare in diritti i nostri desideri, se confliggono con i diritti fondamentali.
Io, semplicemente solo Sentinella, non sono un coraggioso, semplicemente non sono un vigliacco. E per me la differenza è grande, perché vigliacchi sono quelli che, pur sapendo quanto pericolosa e dannosa per i nostri figlie per le future generazioni sia questo progetto di legge, preferiscono non esporsi e nascondersi.
Ed io non sono un privilegiato, perché con moglie e bimbo di 4 anni, da due sono senza lavoro…
Qui non si parla di lavoro si parla del fatto che tu hai privilegio di addottare i figli
Privilegio? Usare, per qualunque ragione, il termine privilegio nei confronti di una persona senza lavoro, sia Sentinella in Piedi che altri che la dignità che reclamano per sé se la mettono sotto i piedi così, è solo una prova di arroganza che dice tutto del senso di giustizia cui ci si appella.
Tanto per cominciare, un bambino non è qualcosa cui si ha diritto: piuttosto, è il bambino che ha diritti, il primo dei quali, dopo quello di venire al mondo, è avere due – due – genitori che siano l’immagine di quella complementarietà sessuale che lo ha generato. Che a generare siano un uomo e una donna che si accoppiano, non è una bizzarria del legislatore, ma un dato biologico, che attiene, cioè, la vita che i due, uomo e donna insieme, possono riprodurre, dando al nascituro una parte di sé. Usare termini inappropriati, che trascurano la realtà biologica, cioè, della vita, è di per sé una forma di violenza contro la vita: dei genitori e del loro bambino
A questa violenza perpetrata verbalmente e intellettualmente in danno dell’unione fra uomo e donna e del frutto della loro unione, c’è gente che vorrebbe dare una parvenza di legalità, anche in Italia, reclamando in aiuto il legislatore e trovando, per il momento, giudici che, andando oltre le prerogative dell’Ordine costituzionalmente sancite, si arrogano, una volta di più, una funzione supplente che è palese violazione della legge. Tanto varrebbe chiedere al legislatore di eliminare il “privilegio” proibendo per legge all’uomo e alla donna di approfittare meschinamente di questa loro flagrante e subdola condizione di carattere meramente biologico rispetto al principio di uguaglianza – accidenti se non è uno stereotipo di genere, vero?, questa cosa scandalosa novità, per cui solo all’uomo e alla donna è dato generare. E infatti, ecco che i gay sentono anche loro il desiderio di “riprodurre” lo stereotipo odioso facendo finta di essere una coppia formata da individui che sono quello che loro non vogliono essere: un uomo e una donna.
Di fronte questa manipolazione, falsificazione e farsa subita da parole, realtà, diritti, desideri, genitori e figli, di fronte alla tracotanza di alcuni che, per avere un privilegio che non gli spetta non rispettano i diritti dell’uomo, della donna e del bambino, le Sentinelle In Piedi sono un esempio per tutti.
ONORE ALLE SENTINELLE IN PIEDI!
Appunto Sean … le Sentinelle tentano di impedire di fare “abusi”. Ed Amedeo è veramente coraggioso, ed ignora che lo è. E tu invece sei un confuso …. perché non hai l’idea delle cose che sono e ti pare che tutto è uguale. Per questo chiami privilegio una cosa che invece è ovvia: un padre ed una madre possono avere un bambino da adottare ( due maschi che copulano non è la stessa cosa).
Non è affatto un privilegio, Sean, è semplicemente la constatazione di un dato di natura. “Adoptio naturam imitatur”.
Sean, addottare: mi sa che ormai l’unico privilegio è conoscere l’Italiano!
La signora Marzi qui sopra dice che le Sentinelle sono subdole. Ma mi sembra che subdoli siano piuttosto quelli che vogliono questa legge sulla omofobia. Sono subdoli perchè dietro il pretesto della difesa degli omosessuali dalle violenze, si cela la volontà di imporre l’ idelogia del gender (quella per cui il sesso non è quello biologico, ma quello che ognuno si sceglie).
E la volontà di tappare la bocca a chi non la pensa come loro creando reati di opinione. Le prove di quanto sto dicendo sono tantissime. Dal linciaggio mediatico a Guido Barilla, reo solo di voler fare spot con la famiglia tradizionale. Alle aggressioni subite dalle Sentinelle e dagli organizzatori di convegni sulla omofobia. Alle direttive “antiomofobe” per giornalisti. Ai programmi educativi sessualisti e omosessualisti che si vogliono imporre nelle scuole, con la scusa di voler combattere il bullismo. Ai bambini vogliono insegnare pure che è giusto tocccarsi e masturbarsi !!
Una buona, si vorrebbe sapere, da gay e filo-gay che sono così bene informati sull’argomento: gay si nasce o si diventa? Non è una questione di poco conto. Se gay si nasce, allora, la vituperata natura andrebbe rispetta anche quando non fa corrispondere il desiderio (la procreazione tramite l’accoppiamento di due individui dello stesso sesso: che, solo a scriverlo, fa ridere) alla realtà; e beninteso, un genitore che, tramite un’analisi pre-natale, che volesse alterare il dato biologico, avrebbe tutto il diritto di farlo, in questo clima di permissività che consente di disporre del prossimo in base al miglioramento o alla difesa della specie, al proprio desiderio, all’interesse del nascituro, conosciuto da chi può disporre di lui proprio mentre nega al nascituro il diritto di venire la mondo.
Che poi, quello che la natura non ammette sia ammesso da una legislazione che trasforma il desiderio in diritto e ignora il diritto del “donatore” o della locataria di utero e soprattutto, il diritto del bambino a avere una coppia conforme ai due individui di genere sessuale complementare che gli hanno dato la vita, è un salto logico e un abuso giuridico e una sopraffazione del più debole sul piano morale, se gliene importa a qualcuno, a cominciare – a quanto pare – dal legislatore dei valori etici o dell’etica dei diritti o vale soltanto il desiderio come fonte della legge, l’etica del desiderio o magari, il desiderio come valore e fondamento dell’etica.
Oppure, gay si diventa per imprinting (lo sosteneva già Plutarco, anche se non conosceva l’etologia) e per induzione, sollecitazione, indottrinamento, condizionamento, tanto meglio se precoce: ovvero c’è una cultura che lo permette e una società che tollera questa forma di condizionamento culturale. Che è quello che è sotto gli occhi tutti. Se gay si diventa per condizionamento culturale, qual è l’interesse della società a far sì che l’omosessualità si diffonda? L’unica risposta plausibile sembra il contenimento delle nascite in un mondo sovrappopolato. altro che “genitorialità” gay e adozioni gay! Sembra che questa funzione dell’omosessualità rientri (ne ha dato notizia anche “Tempi” riprendendo le dichiarazioni di un vescovo o cardinale spagnolo, mi pare fosse Canizares) nei programmi di agenzie O.N.U. – ma, no davvero? Chi l’avrebbe detto! In questo caso, se la diffusione dell’omosessualità fosse un’opera di imposizione soft power – leggi alla Scalfar8 a parte – di un modello culturale, come autorizza a pensare l’ideologia del gender e i programmi di genderizzazione a partire dalla scuola, resterebbe una sola cosa da fare a ogni persona buon senso, gay compresi: ribellarsi o comunque reagire. Come fanno le Sentinelle In Piedi. Perché la delega alla politica, la rappresentanza politiche di quanti non sono disposti a farsi trattare come materiale umano da modellare con le macchina del consenso e spesso, a scanso del pericolo che il popolo possa contare svuotando gli organi istituzionali della rappresentanza del consenso,
Una buona volta, si vorrebbe sapere, da gay e filo-gay che sono così bene informati sull’argomento: gay si nasce o si diventa? Non è una questione di poco conto. Se gay si nasce, allora, la vituperata natura andrebbe rispetta anche quando non fa corrispondere il desiderio (la procreazione tramite l’accoppiamento di due individui dello stesso sesso: che, solo a scriverlo, fa ridere) alla realtà; e beninteso, un genitore che, tramite un’analisi pre-natale, che volesse alterare il dato biologico, avrebbe tutto il diritto di farlo, in questo clima di permissività che consente di disporre del prossimo in base al miglioramento o alla difesa della specie, al proprio desiderio, all’interesse del nascituro, conosciuto da chi può disporre di lui proprio mentre nega al nascituro il diritto di venire la mondo.
Che poi, quello che la natura non ammette sia ammesso da una legislazione che trasforma il desiderio in diritto e ignora il diritto del “donatore” o della locataria di utero e soprattutto, il diritto del bambino a avere una coppia conforme ai due individui di genere sessuale complementare che gli hanno dato la vita, è un salto logico e un abuso giuridico e una sopraffazione del più debole sul piano morale, se gliene importa a qualcuno, a cominciare – a quanto pare – dal legislatore dei valori etici o dell’etica dei diritti o se vale soltanto il desiderio come fonte della legge, è considerata valida solo l’etica del desiderio o magari, il desiderio come valore e fondamento dell’etica.
Oppure, gay si diventa per imprinting (lo sosteneva già Plutarco, anche se non conosceva l’etologia) e per induzione, sollecitazione, indottrinamento, condizionamento, tanto meglio se precoce: ovvero c’è una cultura che lo permette e una società che tollera questa forma di condizionamento culturale. Che è quello che è sotto gli occhi tutti. Se gay si diventa per condizionamento culturale, qual è l’interesse della società a far sì che l’omosessualità si diffonda? L’unica risposta plausibile sembra il contenimento delle nascite in un mondo sovrappopolato: altro che “genitorialità” gay e adozioni gay! Sembra che questa funzione dell’omosessualità rientri (ne ha dato notizia anche “Tempi” riprendendo le dichiarazioni di un vescovo o cardinale spagnolo, mi pare fosse Canizares, ma posso sbagliare) nei programmi di agenzie O.N.U. – ma, no davvero? Chi l’avrebbe detto! In questo caso, se la diffusione dell’omosessualità fosse un’opera di imposizione soft power – leggi alla Scalfar8 a parte – di un modello culturale, come autorizzano a pensare l’ideologia del gender e i programmi di genderizzazione a partire dalla scuola, resterebbe una sola cosa da fare a ogni persona buon senso, gay compresi: ribellarsi o comunque reagire. Come fanno le Sentinelle In Piedi. Perché l’epoca della delega alla politica, la rappresentanza politica di quanti non sono disposti a farsi trattare come materiale umano da modellare con la macchina del consenso e spesso, a scanso del pericolo che il popolo possa contare qualcosa, svuotando gli organi istituzionali della rappresentanza del consenso, sono finite un bel po’ di tempo fa.
N.B. E’ partito per errore il tasto “invia” e d’altra parte, i virus e gli hacker tornano a rendermi difficile la vita internettiana.
Ma etero si nasce o si diventa per imprinting naturale? Ma la catto famiglia esiste in natura o per imprinting sociale? Ma il sig. Raider lo sa che l’unica cosa che fa ridere è il suo commento????
No, sicuramente non lo sa, perché a riderne sono solo i decerebrati.
Solo chi non ha modo di rispondere, come lei, Paolo.
La risposta eviterebbe equivoci interessati da parte di chi specula su questioni in cui c’è da poco da ridere o da cavillare su presunti diritti giustificati come riequilibrio rispetto a disparità di privilegi immaginari e ingiustizie subite da leggi e società. La mancata risposta non evita a Paolo di dimostrare che dietro le risate si nasconde il vuoto e l’incapacità di accettare se stessi e gli altri.
Signor Paolo, tralasciando la Bibbia e quelle paginate di cultura omofoba, sono diverse migliaia di anni che un essere chiamato uomo ed un altro essere chiamato donna tendono a convergere l’uno verso l’altro. E meno male! Se l’ideologia gender fosse arrivata prima ci saremmo istinti prima dei dinosauri!
Dovrebbe mandare il suo curriculum a Zelig: la prenderebbero subito visto che ormai nella Tv ci sono quote gay friendly!
Ancora sta manfrina dell’ideologia gender…non è che a furia di ripeterla diventa vera lo sa? Faccia una prova….scriva su google “ideologia gender” e vedrà cosa salta fuori…solo siti religiosamente orientati. Questo ancora a dimostrazione che l’unica ideologia in campo è proprio la religione…aprioristica accettazione di dettami
“Ancora sta manfrina dell’ideologia gender…non è che a furia di ripeterla diventa vera lo sa?”
In effetti sembra proprio che sia così, visto che tu ci credi.
Mi dite se e dove saranno a Bari? Voglio partecipare portando con me “Maurice” di Edward Morgan Forster, leggetelo, potrebbe insegnarvi cos’è l’Amore!
Libertari, un vero ossimoro. La libertà cui aspirano è quella di poter togliere la libertà di scelta (in questioni personalissime) a chi ha visioni del mondo e della vita umana diverse dalla loro. Libertà di manifestare contro le libertà altrui.
frustra vigilant
Certo, cara Elena multipla, è doveroso manifestare contro alcune libertà altrui, come la libertà dei ped..ofili, la libertà degli assassini, la libertà di comprare figli dalle donne più povere del mondo, la libertà di uccidere un figlio nel grembo materno, la libertà di tappare la bocca a chi non la pensa come te.
O pretendi per te e la tua congrega l’immunità da qualsiasi contestazione !
Siete dei totalitari fatti e finiti, oltre che falsi e menzogneri del tutto!
Lo sappiamo noi, lo sapete voi.
gli insulti e gli sputi contro le sentinelle mi sembrano non appropriati dal punto di vista etico, e non sono neppure una strategia intelligente (perché trasformano in martiri persone che si battono per uno scopo ingiusto), però anche chiamarle “libertari” è veramente ironico…
Certi laidi interessi non sono compatibili con la verità la ragione e quindi ogni dissenso va aggredito con la violenza.
I riottosi all’agenda gender vanno intimiditi con ogni mezzo.
Scusa. Elena Lena Filomena, la cara “Ena” del sito, ti è sfuggito, accanto a “scopo ingiusto ” un molto relativizzante “secondo me ” !
E vi sfugge sempre, questo relativismo che tanto amate, quando si tratta delle idee altrui !
Come sarà, come non sarà.
Che tristezza, Signora Giovanna, lei è sempre aggressiva con tutti. Solo perché uno non la pensa come lei, lei si sente in diritto di maltrattarlo o di attribuirgli nomignoli o multi-nick: “Elena Lena Filomena” (ce l’avete sempre con questa Filomena, poi), “la cara Ena del sito”… A lei piacerebbe se gli altri giocassero col suo nome per deriderla o la trattassero così male come lei fa con gli altri? La Signora si è firmata Elena e quello è il suo nome. Dispiace, Signora Giovanna, constatare puntualmente la sua aggressività e la sua cattiveria nei confronti di tutti quelli che hanno la sola “colpa” di avere un’opinione diversa dalla sua. Che tristezza, Signora Giovanna!
Ci sono “opinioni” che fanno male a tutti. Chi le dice , aldilà della forma che usa, apparentemente educata,…. è portatore di una cattiveria e di un insulto all’umanità intera. Chi usa l’aggressività “verbale” verso un obbrobrio di tale natura esercita una legittima difesa. Non so se è un multi-nick o no… sicuro che la cava è la stessa.
Cara Valentina, la segretaria, mai quanto la tristezza che comunichi tu, coi tuoi interventi di una banalità incredibile e anche noiosi da cadere stecchiti ! E tutto quel sussiego, ma chi ti credi di essere ? Signora qua, signora là, ma piantala, che dai di falso e costruito lontano un miglio ! Sembri un residuato dell’ottocento !
Il massimo della tua verve è la litania “sono d’accordo”, “non sono d’accordo “…ma chissene…e aggiungi qualcosa, dai una mezza ragione, a leggerti pare di leggere l’elenco telefonico !
Poi, abbi pazienza, se tu non hai il senso dell’ironia per ridere su tre interventi di fila , tutti uguali, firmati Filom ena, El ena e L ena , da cui ho derivato il mio innnocentissimo scherzo, non ci posso fare niente !
E spiegami, cara Valentina, tu puoi dare patenti di aggressività e non essere tu stessa aggressiva ? Poi, completamente a casaccio, così, tanto per offendere sul nulla !
La prossima volta, invece di fare la comare, anche questo avete in comune, siete pettegole da paura, prova a fare un commento in tema , magari concordando anche tu che chi dichiara che tutto è relativo non può dire ” scopi ingiusti ” senza scrivere “secondo me ” !
Era questo l’argomento , cara Valentina ! O Valent ena ??? 🙂
@Elisa
Pare che la libertaria Elisa abbia un’etica.
Noi poveracci che invece non abbiamo una potremmo mendicare qualcosa dall’oracolo liberal oppure trattasi di gnosi?
Vedo che la sua ideologia religiosa, sig.ra giovanna, la fa straparlare peggio del solito…bhe non che sia molto altro in effetti
A te, caro Paoletto, l’uniche cose che vengono bene sono “la fatina dei denti” e il versetto della pecorella smarrita (“bhe”) che ogni tanto stiocchi nei tuoi commenti da decorso operatorio di lobotomia.
Signora Elena, il suo discorso mi sembra abbastanza condivisibile. Su certe cose queste Sentinelle possono avere ragione, su altre meno: io, per esempio, sono favorevole alle unioni omosessuali, ma contraria all’adozione di bambini da parte di coppie gay. Ma non si può mettere in discussione la libertà di ognuno di gestire la sua vita privata come gli pare, a patto che non coinvolga o non danneggi la vita degli altri.
Il matrimonio non c’entra proprio un cappero con la vita privata.
Eeeeh? Questa sì che è bella! Scusi, ma se il suo matrimonio non c’entra niente con la sua vita privata, con quale vita c’entra? Con quella del suo vicino? Boh, ma come si fa a scrivere certe cose? Questa non l’avevo mai sentita, uno si sposa e il suo matrimonio non c’entra con la sua vita privata! Guarda caso, il matrimonio coinvolge tutta la vita privata di chi si sposa, veda un po’ lei!
Infatti il matrimonio è talmente una cosa privata che prima si fanno le “pubblicazioni”.
Quello che i cittadini fanno nella loro vita privata, accoppiandosi con chi più loro aggrada, di norma e regola non interessa lo Stato e non gli deve interessare.
Il matrimonio è un’istituzione che serve per dare piena e automatica tutela giuridica agli eventuali figli che possono nascere da una relazione.
Pertanto quelle relazioni da cui non nascono figli possono anche farne a meno.
D’accordo, tutti sappiamo che il matrimonio è regolato dalla legge e che gode di riconoscimento pubblico, a tutela di eventuali figli, ma in primo luogo a tutela dei due contraenti (non è detto che da un matrimonio nascano sempre figli, una zia di mia madre non aveva potuto averne, con suo grande dispiacere). Ma prima di tutto il matrimonio è una faccenda privata, è l’accordo tra due privati e investirà tutta la loro vita privata, non certamente quella dei loro vicini di casa. Io ho contestato solo ed esclusivamente l’affermazione secondo cui “il matrimonio non c’entra proprio un cappero con la vita privata”, su questa non sono assolutamente d’accordo. Ma ci siamo allontanati dal vero oggetto del dibattito, le battaglie delle Sentinelle in Piedi. Nel merito, torno a ribadire ciò che ho già espresso, cioè che su alcune delle loro battaglie sono d’accordo, su altre meno. Io resto favorevole alle unioni omosessuali (e al loro riconoscimento, a tutela dei due contraenti), ma contraria alle adozioni di bambini da parte di coppie gay (a tutela dei bambini, che devono crescere con un padre e una madre).
@Valentina forse non hai capito ma loro sono contrari a tutto e tutti ed hanno anche ” il plauso di Dio..manifestatosi con gli uccellini che si son posati sulle loro spalle..”o forse si erano scolati più birre che bibite il 31/07/13 ?! Comunque si professano “aconfessionali” e poi ti citano una frase che l’ha ispirati di Giovanni Paolo II addirittura del 1979 a Washington.. Se non è gente fissata tipo papa-boys.. Cosa sono?! Comunque manifestino pure tanto non se li fila alcuno.
Sicuramente meno fissati degli estremisti gay, che prima provocano e poi fanno le vittime (esempio discoteca Just In, per non parlare di tutte le bufale che si inventano…).
Comunque se non li fila nessuno perchè le squadracce gay vanno ad insultarli e a sputargli addosso (dimostrando il loro alto livello di tolleranza e di democrazia) ?
” Peace and love..” fratello…….
La cosa più difficile è far capire a questi signori che il matrimonio, la famiglia, la vita, sono aspetti che riguardano l’uomo in quanto tale, a prescindere dalla fede. Le sentinelle in piedi, pur guidate dalla fede, portano avanti una proposta culturale che riguarda la società in maniera laica ed aconfessionale.
Per Ale: io ero a Tor Vergata l notte del 19 Agosto 2000 insieme ad almeno un milione di Papa boys.
Non eravamo degli omofobi ma giovani entusiasti che speravano in un futuro migliore di quello che stiamo vivendo.
Abbia rispetto per noi credenti e si sciacqui la bocca quando nomina i Papa boys!
Grazie
Paradossalmente sei più medievale tu di noi fedeli alla disciplina tridentina.
Il matrimonio riguarda le sfera privata, ed infatti tranne che per violenza , nessuno può mettere il dito tra coniugi. Ma questo non ci azzecca nulla (ovvero “il cappero”) con l’istituto matrimonio, con le motivazioni che lo rendono di rilevanza pubblica.Questo si vuole snaturare per conformarlo, o livellarlo, ad altre esperienze di vita, che esistono e a chi le ha scelte nessuno ha fatto contestazioni.
Se lei è contraria alle adozioni gay … benvenuta tra gli omofobi (naturalmente non sono io a dirlo… ma gli altri, quelli …. quelli verso i quali è favorevole a farli sposare )
Il matrimonio è un fatto pubblico, e non privato.
Studiare il diritto privato -appunto! – è cosa non secondaria se si vuole fare le maestrine.
@Elena
Che i rapporti umani siano questioni “personalissime” e’ almeno tanto divertente quanto considerare “libertarie” (nel senso radicale del termine) le sentinelle!
Elena mi spieghi quali sarebbero le libertà che noi vorremmo togliere ai nostri coloratissimi amici!
Ormai parlate solo per sentito dire, per slogan propagandistici e perché parlare è, ancora, una delle pochissime cose che Renzi non ha ancora deciso di tassare!
Se due gay vogliono convivere liberi di farlo. Ma se vogliono limitare il diritto di un bambino a vivere con un padre ed una madre, questa non è libertà è una violenza.
W le sentinelle
Vi prego, scendete in piazza i più numerosi possibile. E’ davvero importante. Chi non abita in una di queste 100 città, ne approfitti per fare una gita con la famiglia e poi dedichi un’ora della giornata per manifestare silenziosamente. Così contemporaneamente darà ai suoi figli una lezione di educazione civica preziosissima.
Quale sarebbe la lezione civica? Odiare i gay solo perché AMANO persone dello stesso sesso? Ed io che pensavo che l’AMORE fosse l’insegnamento di quel Dio che voi dite di adorare!
@Donato
Il concetto di AMORE e’ più articolato della sua riduzione sentimentale: nessuno vuole vietare a due o più persone di amarsi, di amare il loro pesce rosso o addirittura i film di Nanni Moretti. Le Sentinelle chiedono la libertà di dare un contenuto diverso alla parola AMORE, che proprio per la sua importanza non può essere monopolio di alcuno.
Ci sarò anche io.
Di fronte a voi, però, per contestarvi silenziosamente.
Grandiose Sentinelle, avete molta gente al vostro fianco, la gente semplice che ama dire pane al pane e vino al vino.
L’invenzione della separazione tra sesso e genere e’ chiaramente volta a destrutturare l’umano per renderlo docile al potere: per questo molti vi combattono. Dovete essere fieri di ogni sputo che vi arriva dai sedicenti “tolleranti”, che dimostra la totale inconsistenza di questi ultimi: chi insulta non ha argomenti.
Si quale liberta voi volete solo avere i vostri amati privilegi e basta, siete solo degli omofobi che fan di tuttoper essere dei privilegiati, ed che i gay vengano discriminati, non siete dei coraggiosi siete dei codardi ve li meritati gli insulti
Complimenti per le fondate argomentazioni. A proposito di privilegi…avevi quello di poter esprimere liberamente qualcosa di sensato e non ne hai minimamente approfittato!
Shiva, anche se cambi nick devi comunque prendere le pastiglie al mattino, se no poi continui a sbroccare e a scrivere str….te……Su dai, curati…….
Sean, ovvero Shiva il metamorfico, i privilegi sono un’altra cosa, quello che cercate , le cose non vostre, … tipo i figli… , si chiamano “abusi”.
Le Sentinelle in Piedi non sono codardi, perché vi guardano negli occhi e nonostante il vostro piagnucolare e vittimismo, vi dicono …NO!
“Le cose nn vostre” ….che frase tremenda da dire! Questi figli-cose, comprate da famiglie “normali” ahahahah. Questa presunta naturalità che date alla famiglia uomo-donna credo risalga a non più di 50 anni fa e poi non riuscirò mai a capire perché una persona debba decidere dellw scelte di un’altra. Tanto per intenderci, dato che io sono vegetariana dovrei manifestare per vietare agli altri di mangiare carne? E nn mi tiri fuori che mangiare carne è naturale perché nn credo assolutamente che lei si nutra solo di ciò che alleva o coltiva, e dubito che un supermarket possa essere considerato naturale!
E se uno mangiasse bambini, anche in quel caso tu non avresti nulla da dire?
Qui non si tratta solo dell’espletamento del vostro porco comodo, ma del destino di molti innocenti condannati a nascere orfani per soddisfare i capricci di gentaglia senza scrupoli ma col portafogli gonfio.
Onore alle Sentinelle in piedi !
ma privilegiati su che cosa? oggi essere omosex aiuta nella società (lo dice anche di tolve) e poi … vabbè lasciamo perdere.
E’ un privilegio chiedere che un bambino abbia una mamma ed un papà?
E’ un privilegio opporsi all’idea che due ricchi omosessuali (tipo Elton John ed il suo compagno) paghino una povera donna in difficoltà per mettere al mondo un bambino che le sarà strappato dalle braccia senza pietà?
E’ un privilegio avere degli sconti fiscali con cui, a malapena, ti paghi una settimana di pannolini?
Caro Sean chi parla come lei evidentemente non ha figli e non sa quanto queste creature siano in grado di distinguere tra il padre e la madre. I veri deboli sono queste creature che non hanno voce non questi nazisti colorati!
Lei ed i suoi colorati amici fareste bene a studiarvi la Costituzione prima di parlare di privilegi e discriminazioni!