Se per sei scienziati su dieci c’è accordo tra scienza e fede

Di Aldo Vitale
18 Dicembre 2015
Secondo un sondaggio della Rice University, la maggioranza degli scienziati crede in Dio. Una notizia che non dovrebbe stupirci

creazione

Secondo un sondaggio della Rice University, ben 6 scienziati su 10 credono in Dio e ritengono conciliabile la scienza con la religione, la ragione con la fede.

Ciò che stupisce davvero è lo stupore per i risultati di un simile sondaggio, poiché sorprendersi per l’idea che naturale e soprannaturale siano conciliabili significa soltanto mostrarsi vittime del pregiudizio ideologico oggi così tanto diffuso e quindi dimostrare di non aver colto né la natura della scienza, né quella della religione.

I veri scienziati sono coloro che non si riducono all’angolo del proprio mondo, o della realtà nella sua datiti materiale, ma coloro che, aperti alla verità anche in senso spirituale, comprendono che la grandezza del mondo non può contenere ed esaurire l’immensità e la profondità della verità.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]La vera scienza, dunque, non può negare l’esistenza di Dio, anzi la può e la deve presupporre.

La scienza, infatti, non ha mai dimostrato che Dio non esiste, come ha ben precisato il matematico Amir Aczel, e, del resto, non potrebbe mai farlo per almeno due ordini di ragioni: in primo luogo, perché non si può dimostrare l’inesistenza di qualcosa che per l’appunto non esiste; in secondo luogo, perché il fine della scienza non è questo, ma il suo scopo è quello di condurre l’uomo alla conoscenza e alla comprensione della realtà fisica che lo circonda.

Una scienza che uscisse da questo stretto, ma suo proprio tracciato cesserebbe di essere scienza e diventerebbe l’emulazione di altre discipline (metafisiche) come la filosofia e la teologia, che sanno fare ciò da molto più tempo e molto meglio di quanto potrebbe la scienza; la scienza si ridurrebbe quindi allo spettro di se stessa e alla grottesca scimmiottatura di altro.

Come ha scritto un grande fisico del calibro di Enrico Medi, infatti, «la scienza è un grande dono di Dio perché impedisce alla vanità della fantasia umana di creare ciò che non esiste e ciò che è falso, perché il contatto con le cose vere ci riporta all’umiltà dell’obbedienza, all’insegnamento della natura. E qui la scienza è grande, perché a colui che volesse fare giochi fantastici, non gli viene certo incontro la vera scienza, ma la scienza che vuol fare filosofia, vuol fare teologia, mascherandola di altre parole dette scientifiche».

Dal canto suo, la religione, almeno quella cristiana, ha sempre affermato la necessità e l’utilità della scienza in quanto esaltazione della ragione che è non solo il tratto caratteristico dell’essere umano che lo contraddistingue dal resto del creato, ma soprattutto l’espressione di quella sua creaturalità fatta ad immagine e somiglianza del Creatore, cioè di quel Dio (incarnato) che, appunto, come ha ricordato Benedetto XVI, è Logos.

In fondo nel Vecchio Testamento è scritto che «è gloria di Dio nascondere le cose, è gloria dei re investigarle» (Prv., 25,2).

L’idea che vi sia un conflitto perenne tra scienza e religione è il risultato della ideologia dello scientismo che si appropria dei mezzi e degli scopi della scienza per distorcerli in senso non scientifico, cercando di applicarli ad altri ambiti che per l’appunto alla scienza sono costitutivamente esclusi.

Si tratta cioè di quell’“imperialismo scientistico” di cui parla il filosofo della scienza John Duprè, ricordando che la scienza può cogliere la verità della realtà, ma che la verità della realtà non potrà mai essere posseduta soltanto dalla scienza.

Allorquando la scienza tenta di sconfinare, cercando di impossessarsi tutta la realtà, di tutto il senso, o di dimostrare l’inesistenza di Dio, o l’irrilevanza di tutto ciò che non può essere calcolato e pesato, cessa di essere scienza per diventare l’ideologia di se stessa, lo scientismo appunto: e quando ciò accade la scienza autoidolatrandosi perde la ragione, la ragione di se stessa.

In questo senso, a ragione un biologo del calibro di Pierre Lecomte Du Noüy ha avuto modo di precisare: «Rendendo le guerre sempre più spaventose, combattendo l’idea di Dio, la nozione del bene e del male assoluti, negando la realtà di una meta e togliendo ogni significato alla vita e agli sforzi dell’uomo, l’intelligenza lotta contro l’evoluzione e contro se stessa. Quando non riesce ad elevarsi sulla considerazione degli interessi immediati cessa di essere un meraviglioso strumento di progresso: diventa una mostruosità. L’intelligenza a quel punto cessa di essere intelligente».

Ma allora in che rapporto si trovano scienza e religione se non si escludono a vicenda?

Appunto sono in relazione e correlazione continua, poiché si completano in quanto ciascuna rispondente ad una domanda di senso differente sulla vita e sul mondo: la scienza risponde al come della realtà; la religione al perché.

Non a caso Albert Einstein ha potuto constatare che «la scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca».
Del resto, è oramai ampiamente e solidamente accertato dagli storici della scienza che l’albero della scienza occidentale, così come oggi si conosce, affonda ampiamente le sue radici (euristiche ed epistemologiche) sul fertile terreno della teologia (cristiana).
In altri termini, la teologia è stata ed è la premessa cronologica e soprattutto logica della scienza.

Negare una simile correlazione non significa negare soltanto un dato storico ed epistemologico fondamentale ed imprescindibile, ma significa soprattutto ignorare o disconoscere la vera natura della scienza.

In questo senso e in conclusione, allora, si possono adottare le parole di uno dei più celebri fisici della storia della scienza del calibro di Max Planck che, per l’appunto, così ha avuto modo di insegnare: «Chi ha veramente collaborato a costruire una scienza sa per propria esperienza interiore che sulla soglia della scienza sta una guida apparentemente invisibile, ma indispensabile: la fede che guarda innanzi. Non c’è principio che abbia recato maggior danno, per l’equivoco a cui si presta, che quello dell’assenza di premesse nella scienza».

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21 commenti

  1. ambrosetti

    Buonasera a tutti, argomento spinoso ma quanto mai interessante (meglio discutere di questo, che della “gallina di Colin”).
    Personalmente mi trovo d’accordo con Luca (e con Biasini, che lo riprende). Scienza e fede non sono in contrasto, e l’ “oggetto” di fede non è un particolare dirimente, ammettendo però che esista un’entità creatrice.
    Nei confronti della fede, la scienza ha sicuramente un vantaggio: quello di poter scegliere le domande a cui rispondere, trovandosi su due piani diversi non antitetici. La scienza può ordinare, spiegare il visibile, ma non può attribuirgli un “senso”. Questa è materia su cui può intervenire la religione.
    E in fondo – a ben vedere – la ricerca di senso non è solo un problema scientifico, ma costituisce il punto critico della vita di ognuno di noi. C’è chi si ritiene appagato da un dogma di fede, per altri è una ricerca incessante, magari senza successo, comunque apprezzabile.
    Un saluto cordiale

  2. Cisco

    Il 60% è in realtà una percentuale bassa, ma ritengo derivi appunto dallo “scientismo”, ideologia che ha preso piede con la secolarizzazione della società iniziata in maniera “scientifica” con il positivismo. Ma può anche essere considerata una percentuale alta – e infatti pare che faccia notizia per questo – se rapportata al livello di secolarizzazione della società occidentale. D’altra parte basta essere onestamente agnostici per riconoscere che in teoria un conflitto tra scienza e fede non esiste: hanno semplicemente due oggetti di indagine, e quindi due metodi di conoscenza, diversi tra loro. Ma non per questo del tutto separati, perchè i due metodi sono applicati sempre dalla stessa ragione, dalla stessa persona.

  3. Alberto b.

    Il 60% degli scienziati italiani, strato che vi siete dimenticatati di specificarlo, e ancor più alte sono le percentuali in Turchia e India, quindi Allah e Visnu sono ancora più compatibili con la scienza di Dio?

  4. Raider

    “6 scienziati su 10 credono in Dio e ritengono conciliabile la scienza con la religione, la ragione con la fede” è una media superiore a quella (oscillante, chissà, fra 6% e 0,6%) che gli ateisti ritengono come dato certo della assoluta incompatibilità fra scienza e fede. Quale fede, poi, non è detto: ma la ricerca non si riferisce a questo.
    Ah, che disdetta, per chi è più ateo degli scienziati, nella maggior parte dei casi, senza essere scienziato!

    1. Luca

      Sbagliato. Io sono agnostico, esattamente come molti di quegli scienziati, e nella ricerca di cui sopra sarei stato messo nel novero dei “credenti” (per il semplice fatto che non escludo l’esistenza di un “creatore”).
      Ma rimango lontano anni luce da qualsiasi “religione” o “fede”, disconoscendo agli uomini la possibilità di conoscere un’eventuale dimensione “soprannaturale” della realtà.
      Un conto è ipotizzare esista uno “spirito” immanente, tutt’altra cosa è credere in un “dio persona” (con una volontà, un progetto, dei sentimenti ed una particolare predilezione per la specie umana).
      Se è vero che alcuni scienziati ammettono la prima ipotesi, non ce n’è quasi nessuno che faccia propria la seconda.
      Quindi, in definitiva, proprio non si vede come un sondaggio del genere possa minimamente essere “ben accolto” da chi crede che esistano divinità affezionate ad un “popolo eletto” o che gli uomini abbiano “un’anima”.

      1. Cantiano

        ti sbagli,nove scienziati su dieci sono credenti . E la scienza DEVE,ripeto, DEVE presupporre l’esistenza di Dio. altrimenti sbaglia : ne bruciamo i libri,ne perseguitiamo i fautori,magari bruciamo anche loro e le loro idee nefaste.
        Poi vorrei anche capire se per la Redazione di tempi e’ ammissibile usare un’arma per impedire a un assassino di uccidere un bambino,come ha fatto quel pazzo in USA contro gli “ignobili criminali” (parole usate da un commentatore e mai censurate) di P. Parenthood,
        sono tutti pensieri che questo allucinante mondo di integralismo mi ispira. Non trovo altre parole che buttarla in ridicolo perdonatemi. Allucinante .

        1. Menelik

          Un momento.
          La società italiana NON ha deciso di considerare lecito l’aborto SEMPRE E COMUNQUE, A DISCREZIONE DI CHI LO RICHIEDE.
          Ha deciso di considerare lecito l’aborto in alcuni casi particolari, che per altro sono abbastanza sporadici.
          Ma il senso originario della 194 era che l’aborto avrebbe dovuto essere la extrema ratio ad una situazione difficile per il bambino e per la madre, non un mezzo anticoncezionale per chi è incappata in una gravidanza indesiderata, il più delle volte per leggerezza, senza pensare che se fai i salti sul letto nei giorni giusti, qualche tempo ti trovi questa creatura nella pancia.
          Anche io sono dell’opinione che chi fa fare a pezzi o corrodere dal sale la creatura che NON HA CHIESTO DI VENIRE AL MONDO, MA L’HA CHIAMATA SUA MADRE COL SUO COMPORTAMENTO e la stessa madre adesso la vuole eliminare anche se sana e cresce bene regolare……se quella donna non compie un assassinio, cosa fa? Un’opera di bene?
          Poi quel matto fradicio che ha fatto l’irruzione alla PP è un altro paio di maniche.
          Allora, per quel ragazzotto che qualche mese fa è entrato nel college e ha fatto fuori a pistolate alcuni studenti chiedendogli se sono Cristiani, e poi dicendo che tra qualche secondo andrai a vedere il tuo Dio, e infine premeva il grilletto puntato alla testa, con la stessa logica dovremmo accusare di istigazione all’omicidio tutti gli atei e gli anticristiani degli USA, a partire dai rappresentanti politici.
          O con la medesima logica dovremmo accusare la ragazzina araba che viene a scuola col velo sulla testa, tra l’altro elegante e di stoffa raffinata, dei crimini dell’isis.

        2. To_Ni

          Schiva cantiamo “lacrime napulitane”

          I libri li bruci tu. Ignorante bestiale, gli scienziati credenti esistono da sempre e pure oggi.

          Solo un imbecille può ritenere non criticabile quello che gli altri reputano “lecito”. Se poi il non criticabile si piega fino al punto da lasciare ad altri di stabilire come “lecito” il significato della vita da sopprimere oltre che imbecille se è ignobile.

        3. giovanna

          Cara trollona, qui cantiano-lucillo-luca , con ‘sta storia dei criminali ecc sei in fissa peggio di quando eri in fissa con cilicio e inquisizione !
          Ti ricordi che bei tempi ?
          Post su post su post su post su post sempre su questi argomenti !
          Ti presentavi come ” filomena ” o “shiva” e la solita dozzina di nick d’appoggio in contemporanea, a rotazione….
          Quanto sei noiosa e molesta, mamma mia.
          Cambiano, leggermente , gli argomenti, ma il metodo da stalker è sempre quello.
          Hai più preso in considerazione l’ipotesi parole-crociate per passare il tempo, invece che infastidire il prossimo ?
          Capisco pure che con la tua problematica, umana e psichica, ti rimane solo il web per un minimo di rapporto umano e difficilmente trovi persone in carne e ossa che possano reggerti più di un minuto.
          (Che nick d’appoggio metterai in campo, per replicare , con la solita brodaglia ammuffita ? Sono curiosa. Di solito ne tiri fuori un ennesimo dal cappello e rinunci a quelli che hai appena usato, per fare il lavoro sporco. Vediamo.)

          1. SUSANNA ROLLI

            “Ti ricordi i bei tempi?” ..aiuto!!

      2. To_Ni

        Caro Luca,
        quando si scrive per come fai tu, con tale ostentazione di sicurezza oltre a cadere in errori evidenti, si manifesta un vero e proprio atto di fede.
        Innanzitutto esistono scienziati cristiani e cattolici . Sono pure tanti ed il fatto che tu sostieni ” quasi nessuno” lo fai per un semplice atto di fede piuttosto infantile ( non ci vorrebbe molto a capire per te che sbagli)

        Inoltre dovresti approfondire se quello che porta eventualmente certi scienziati a non credere in Dio sia legato alla propria attività di scienza o piuttosto, come sostiene uno studio dedicato alla questione, ” le loro ragioni per l’incredulità rispecchiano le circostanze in cui altri americani si ritrovano: non sono cresciuti in un ambiente di persone religiose, hanno avuto brutta esperienza con la religione o vedono Dio come troppo mutevole» (E. Ecklund, “Science vs. Religion : What Scientists Really Think: What Scientists Really”, Oxford University Press 2010, pag. 17).”
        George Klein (che è scienziato) lo ha spiegato molto bene la cosa in poche parole: «Io sono un ateo. Il mio atteggiamento non si basa sulla scienza, ma piuttosto sulla fede. L’assenza di un Creatore, la non-esistenza di Dio è la mia fede infantile, la mia fede adulta, incrollabile e santa».
        (Ti ho già detto che non esistono uomini senza fede, ma esistono uomini con diversi “oggetti” di fede)

        1. Luca

          Hai ragione. Io per primo, infatti, sono spiazzato dalla “mutevolezza” delle divinitá oggetto dell’umana fede. Serpenti piumati, uomini barbuti, spaghetti volanti, elefanti o esseri di puro spirito, e tutti meritevoli di essere adorati da rilevanti quantitá di credenti. Come ci si puó raccapezzare?

          1. To_Ni

            Luca
            Sei spiazzato perché sei superficiale. Altrimenti ti accorgeresti che c’è un nodo serio ed un modo buffonesco di affrontare le cose .Ognuno ha la fede che si merita.

            Ps:”Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio”.
            (Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, pag. 27)

            Pps :Einstein … no Luca

          2. To_Ni

            Non avevo dubbi sulla tua arguzia e profondità di giudizio. Il mio plauso e’ in moderazione.

      3. Raider

        Non mi riferivo certo a uno o l’altro degli intervenuti che possono sentirsi autorizzati a scrivere ‘sbagliato’ Se si commette un errore di persona così madornale, c’è poco da dire ‘sbagliato’ a uno che non diceva a qualcuno in particolare o fare il foto-shop a un sondaggio così male accolto. Le tirate finali non fanno una figura migliore col sondaggio contro cui nulla possono.

  5. Luca

    Ma “credenti” in cosa? Perchè questa, alla fine, è la domanda fondamentale.
    Provate a chiedere a quei sei scienziati se “credono” in una qualsiasi delle religioni create dall’uomo, oppure se, molto più semplicemente, si riferiscono ad un’entità indefinita (“deus sive natura”).
    Einstein, ad esempio, era vagamente “teista” ma assolutamente critico nei confronti di chi pretendeva di conoscere una presunta “volontà divina”.

    1. BIASINI

      Verissimo. anche perché di un Dio che non mi conosce personalmente, alla Spinoza per intenderci- quello era il Dio di Einstein- non saprei che farmene. Che ci sia o no, non ha rilevanza per la vita intelligente.

  6. lucillo

    Non è che gli altri 4 sono cretini – sono scienziati quanto i credenti; e qui Vitale rischia fortemente di contraddirsi affermando uno di seguito all’altro che trattasi di cose diverse, e insieme che solo se si è religiosi si è “veri” scienziati.
    A parte ciò, quello che mi sembra fondamentalmente emergere è che la percentuale di credenti fra gli scienziati è inferiore a quella della media della popolazione.

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