Se non si risolve la crisi demografica, il Recovery Plan affonderà l’Italia

Di Gigi De Palo
14 Gennaio 2021
È inutile indebitarsi per realizzare progetti che cambino il futuro del paese, se non si rilanciano le nascite che dovranno ripagare quel debito

Tratto dal Centro Studi Livatino

Ora, quantomeno, sappiamo a grandi linee qual è il Piano. Parliamo del Recovery Plan, quello che è stato ribattezzato Piano nazionale di ripresa e resilienza. 209 miliardi di euro cui si aggiungeranno altri fondi europei presi da una serie di voci, che porteranno la somma totale sopra i 300 miliardi di euro. Una montagna di soldi, insomma. Soldi che l’Europa concede all’Italia – in gran parte in prestito – ma che saranno messi sulle teste dei nostri figli e nipoti. Obiettivo: favorire e accelerare il cambio di passo e di paradigma del nostro Paese, verso un futuro più roseo e prospero per i suoi abitanti. Proprio su questi, credo, è il caso di porre l’attenzione, analizzando le voci del Piano e le cifre che il Governo ha scelto d’investire su di esse.

Se io fossi l’Europa, infatti, leggendo questo piano, direi: «Brava, Italia. È tutto molto bello. Ma chi lo pagherà in futuro questo Recovery Plan visto che tra qualche anno a causa della denatalità crolleranno il vostro sistema pensionistico, il welfare e il sistema sanitario nazionale? Bello, per carità, ma è insostenibile visti i parametri demografici che avete. Ogni anno aumentano i costi delle pensioni e vi preoccupate della riqualificazione degli edifici e non di far nascere più i bambini che dovranno occuparli?».

In effetti, non sembra che chi ha oggi in mano le chiavi del destino del Paese nei prossimi 30-40 anni abbia davvero compreso il crinale decisivo – e senza possibilità di ritorno – sul quale stiamo camminando, anche a seguito della pandemia. Che, se possibile, ha accelerato e radicalizzato tendenze, scricchiolii e ombre che già gli occhi attenti della società civile e delle istituzioni avevano di fronte.

Non sarebbe un’eresia se l’Europa, osservando le decisioni assunte anche con la revisione dei parametri del Piano, ci facesse notare come con la costante e drammatica riduzione di popolazione che è ormai in atto in modo strutturale e non più reversibile nel nostro Paese, le case acquistate facendo spesso tanti sacrifici, con mutui trentennali, perderanno drasticamente il loro valore. E noi ci ritroveremo ad averle pagate il doppio di quello che effettivamente valgono. La voce dell’Europa, come un “grillo parlante” continentale, non faticherebbe a ricordarci: «Siete il Paese più vecchio al mondo e volete spendere quasi 70 miliardi di euro per la rivoluzione verde e la transizione ecologica? E nemmeno un euro per un serio piano per la natalità? Ma non vi è chiaro che senza un rilancio delle nascite – voi che vi riempite la bocca della parola sostenibilità – non avrete una sostenibilità intergenerazionale e i pochi giovani che resteranno in Italia saranno schiacciati dalla piramide rovesciata sempre più grande degli anziani? Lo avete capito che quando si parla di ambiente non ci sono solo gli alberi e gli uccellini, ma anche le persone?».

Già. Forse, se qualcuno avesse scelto di ascoltare questa voce, evitando di dar credito ancora una volta alle “sirene” di lobby e gruppi d’interesse ben radicati a livello istituzionale, sempre avidi quando c’è l’opportunità di “drenare” fondi pubblici per poter realizzare i progetti di proprio interesse, le scelte a livello di “voci” e, soprattutto, di “cifre”, all’interno dello schema di Recovery Plan sarebbero state profondamente diverse. Un bilanciamento che avrebbe dovuto dare la ribalta a progetti e azioni volte al futuro del Paese. Quello della “next generation”, cui pure il fondo europeo da cui proviene questa enorme montagna di soldi è stato intitolato. Se è stato deciso così, un motivo ci sarà.

E invece… sempre lei, la voce degli altri Paesi dell’Europa, incredula, sarcastica eppure quasi dimessa, perché non è difficile (se non, evidentemente, per gli attuali decisori pubblici) prevedere il destino prossimo venturo del nostro Paese, alla luce delle scelte che si stanno compiendo in queste settimane, avrebbe suggerito: «Avreste dovuto mettere tutti i miliardi di euro disponibili direttamente sulla voce “salute”. Sì, perché in base alle decisioni contenute nel vostro Piano entro un paio di generazioni sarete il più grande ospizio del mondo». Per poi chiosare, magari, sornioni: «Comunque, va bene così: in questo modo vi state facendo fuori da soli. Meno siete e meno contate. Meno giovani avete e più sarete rassegnati. Ci state consegnando voi stessi, liberamente e dicendoci anche grazie, le password per gestire il vostro futuro. Altro che Gioconda: tra qualche anno sarete talmente tanto fragili, socialmente e demograficamente, che ci svenderete anche il Colosseo… Bravissimi, un bel piano. Complimenti. Però è un peccato. Perché avremmo avuto bisogno di voi». Intelligenti pauca.

Foto Ansa

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