Scuola, concorso dirigenti scolastici. Lettera aperta al ministro Profumo

Di Redazione
08 Novembre 2012
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo. L'autrice è Amanda Ferrario, portavoce del gruppo idonei al Concorso per Dirigenti scolastici in Lombardia.

Gentilissimo sig. Ministro,

io sono un’idonea della regione Lombardia e sono anche la portavoce del gruppo lombardo, composto da 406 docenti, ma questo Lei lo sa già.
Le scrivo oggi a titolo personale, ma credo di interpretare il pensiero di molti miei colleghi che, come me, vivono con sconcerto e stupore questa incresciosa vicenda.

Il concorso, bandito oltre un anno fa, si è arenato in Lombardia, così come in Calabria, per questioni indipendenti il merito e le capacità degli idonei. Coloro che hanno portato a compimento il percorso concorsuale hanno rispettato ogni dettaglio previsto dal bando e dall’Amministrazione. Hanno tutti superato una prova preselettiva, due scritti ed un orale nei tempi e nei modi previsti dall’Amministrazione competente. Non solo. Hanno, loro malgrado, subito le avverse vicende legate alle sentenze del TAR e alle ordinanze del Consiglio di Stato. Il tutto mantenendo una dignità ed un riserbo notevoli. Da parte degli idonei lombardi non c’è stato clamore. Nessuno ha manifestato apertamente contro ricorrenti, Amministrazioni, Ministero. C’è stata un’enorme compostezza e una immediata presa di coscienza rispetto all’accaduto. In Lombardia ci siamo organizzati e abbiamo scelto l’unica via possibile: quella legale. Abbiamo incaricato un avvocato per difendere la nostra posizione in Consiglio di Stato. Abbiamo fermamente creduto nella giustizia in un Paese che ha voglia di rinnovamento e merito. E ora, a pochi giorni dalla sentenza di merito, vogliamo credere ancora di più in questi valori imprescindibili per una Paese che voglia dirsi civile.

Quando abbiamo iniziato quest’avventura concorsuale eravamo semplici docenti che hanno colto un’opportunità e hanno saputo, studiando, arrivare ad un risultato. Ora, a distanza di un anno e mezzo, siamo idonei e beffati. Beffati, badi bene, non dal Consiglio di Stato cui ci rimettiamo e ci rimetteremo, ma dalla pubblica opinione e dalle voci che si alzano da più parti. Noi, idonei con merito dopo una selezione durissima e onesta, manteniamo un composto silenzio davanti alla presunta violazione del diritto costituzionale dell’anonimato. Un silenzio che testimonia il nostro rispetto della legge e della Costituzione, ma anche delle istituzioni. Ma altri, i ricorrenti, gettano fango su tutta la procedura e sul nostro operato. E allora mi chiedo una cosa: come è possibile attendere in silenzio fiduciosi che la Giustizia farà il suo corso, senza almeno chiedersi quali altri diritti costituzionali siano stati violati? Ad esempio, caro Ministro, l’articolo 97 della Costituzione che parla di “buon andamento” e di “responsabilità dei funzionari”. Se da più parti vengono gettate ombre su una procedura cristallina, che ha selezionato i meritevoli e i capaci, perché l’Amministrazione non difende se stessa, e noi, come parte di essa?  Noi attendiamo il 20 novembre credendo assolutamente che l’Italia sia ancora un Paese equilibrato e che non esistano figli di un Dio minore. Noi attendiamo la sentenza fiduciosi che non possano esistere due pesi e due misure, che il concorso non possa essere giudicato in modo diverso in diverse Regioni. Noi sappiamo che una è la Carta costituzionale che garantisce a tutti pari opportunità. E con decisione chiediamo che tutti gli articoli vengano rispettati, che valga il rispetto dell’anonimato (e bisogna ancora provare che sia stato violato), ma che valga anche il buon andamento dell’Amministrazione. Quando abbiamo scelto la Lombardia per tentare questo concorso ci siamo affidati ai suoi Amministratori. Ed ora a loro chiediamo conto. E lo facciamo attraverso il nostro Ministro, garante per noi del buon andamento della Pubblica Amministrazione che rappresenta.

Per ora ci rimettiamo al giudizio del Consiglio di Stato consapevoli di avere fatto tutto ciò che ci veniva chiesto di fare. Consapevoli di essere colpevoli solo di avere studiato e di essere, finalmente, meritevoli e basta. Consapevoli che noi, che rappresentiamo una procedura onesta e non cerchiamo le mezze misure, potremmo essere una vera risorsa per il mondo della scuola. E vogliamo solo l’opportunità di dimostrare sul campo ciò che valiamo, come abbiamo sul campo meritato di fare. Attendiamo il 20 novembre, dunque, signor Ministro. Nella speranza di poter festeggiare il 21 l’ingresso nel mondo della scuola come Dirigenti. Oppure fiduciosi che tutta la Costituzione sarà fatta rispettare. E anche le leggi, cui noi ci rimettiamo e cui ci siamo rimessi finora.

Prof.ssa Amanda Ferrario

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1 commento

  1. giovanni

    Peccato che lo studiare non basta, occorre avere raccomandazioni come farsi leggere il proprio nome attraverso le buste trasparenti, oppure indicare nel compito il paese di apparteneza. Che dire poi del Presidente di commissione che dichiarava di essere in due posti contemporanemente a leggere 140 compiti in 2 ore?, infine come mai il commissario d’ Elia e’ stato sostituito dopo le dimissioni da un altro commissario che non era nell’apposita graduatoria e dai controllie ffettati nona veva nemmeno i requisiti per poter fare il commissario??.
    L’Italia dei furbetti non smette mai di continuare a bussare alle porte.
    Spero che giustizia sia fatta e che giorno 20 i giudici amministrativi valutino con senerità perchè probabilmente presto verranno presentati esposti alla procura per fare indagare sua ltre irregolarità ben più pesanti.
    Giovanni.

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