«La santità parla arabo». Domenica saranno canonizzate Marie e Mariam, «speranza per la Terra Santa»
Domenica 17 maggio, a Roma, papa Francesco canonizzerà due sante provenienti dalla Palestina: la beata madre Marie Alphonsine e la beata Mariam Baouardy. Si tratta delle prime due persone di questa terra araba martoriata a diventare sante nell’era moderna. Il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ha commentato entusiasta: «Mariam e Marie dimostrano che in questa terra straziata dalla violenza la santità è possibile. È come se, con il loro esempio, ci dicessero: sì, la Terra Santa può essere feconda e può dare frutti di santità».
DONNE ARABE. Entrambe sono vissute nella metà dell’Ottocento. Madre Marie Alphonsine è nata a Gerusalemme il 4 ottobre 1843. A 17 anni vestì l’abito delle suore di San Giuseppe ma a Betlemme le apparve la Madonna e le chiese di fondare una congregazione locale, con il nome di Suore del Rosario, riservata a donne arabe. La Congregazione, nata nel 1880, esiste ancora. La beata ha speso la sua vita per i poveri e per l’educazione.
RIFIUTO DELLE NOZZE. Mariam Baouardy è nata in un piccolo villaggio vicino a Nazaret il 5 gennaio 1846 e a 19 anni è entrata nel Carmelo di Pau, sui Pirenei francesi. Rimasta orfana, venne adottata da uno zio, che la portò con sé ad Alessandria d’Egitto, dove cercò di maritarla a 13 anni secondo l’usanza. Ma lei si ribellò e dopo aver litigato con un sacerdote e un vescovo, venne rinchiusa in casa dagli zii come una schiava, per punirla del suo rifiuto. Per cercare aiuto dal fratello, che viveva ancora in Palestina, si recò da un musulmano che sapeva in procinto di partire per Nazaret per consegnargli una lettera.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]«MUSULMANA IO? MAI». Questo, dopo aver sentito il suo racconto, si irritò e le ordinò di convertirsi all’islam. Lei rispose: «Musulmana io? Mai! Sono figlia della Chiesa cattolica e spero di restare tale per tutta la vita». Innervosito dalla risposta, l’uomo le tagliò la gola con una scimitarra. Credendola morta, Mariam fu avvolta in un lenzuolo e depositata in un’oscura stradina. Cosa accadde poi, lo rivelò molti anni dopo lei stessa: come in un sogno le sembrò di essere in Paradiso, dove rivide i suoi genitori e dove una voce le disse: «Il tuo libro non è ancora tutto scritto».
«UN DIO CI DEVE ESSERE». Risvegliatasi, si era trovata in una grotta assistita e curata da una giovane donna, che come una suora portava un velo azzurro. Dopo circa quattro settimane, quella donna l’aveva condotta alla chiesa dei Francescani lasciandola lì. Maria Baouardy raccontò sempre che per lei era la Vergine che l’aveva curata e mostrava la lunga cicatrice che le attraversava il collo. In effetti, 16 anni dopo, un celebre medico non credente che l’aveva visitata, constatò che le mancavano alcuni anelli della trachea, e disse: «Un Dio ci deve essere, perché nessuno al mondo, senza un miracolo, potrebbe vivere dopo una simile ferita». Mariam tornò poi in Palestina, dove fondò il Carmelo di Betlemme, prima di morire a 32 anni.
«SANTITÀ PARLA ARABO». Uno dei miracoli attribuiti alla beata Mariam dopo la morte è la guarigione di un bambino di Siracusa. «Questo dimostra che le nuove sante intercedono non solo per la Terra Santa, ma per tutta la Chiesa», commenta a Aid to the Church in Need William Shomali, vescovo ausiliario responsabile per i territori palestinesi. «Queste due sante danno speranza a tutti i cristiani della Terra Santa. Soprattutto migliorano l’immagine del nostro popolo, mostrando che possiamo produrre anche santi, non solo terroristi». «La santità – conclude – parla arabo, sono arabe, ma sono sante per tutti. Andremo a Roma per celebrare ma anche per pregare perché si ricordino di noi, e lo faranno».
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23 commenti
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Ma perché riferendosi alle due nuove sante tutti si impuntano a definirle palestinesi? La palestina non esiste e non esiste neppure un popolo palestinese, non esiste oggi e non esisteva a maggior ragione all’epoca delle due sante.
La Santa Sede, con il riconoscimento dello stato palestinese e la beatificazione delle due sante palestinesi è lì a ricordare al mondo, e soprattutto all’entità sionista, che la Nakba e la propaganda sionista non sono riusciti a cancellare il popolo palestinese e la sua memoria dalla faccia della terra come era nei loro diabolici progetti.
Il bello è che Abu Mazen è stato accusato dai filo-islamici all’attacco di questo blog e dai loro mandanti palestinesi e iraniani di essere agente sionista, un infiltrato al soldo del Mossad, un traditore della causa palestinese…. E ora: miracolo dell’opportunismo arabo e della doppiezza islamica! Gli stessi che maledicevano Abu Mazen, oggi, lo santificano!
@Mappo
La Palestina comprende l’area dell’ex Mandato britannico della Palestina (1920-1948), che oggi è suddivisa in Israele, Territori Palestinesi (per il 90% dei paesi dell’ONU compreso il Vaticano “Stato Palestinese”), Libano, Giordania e (quel che resta della) Siria. Quanto al “popolo palestinese”, tutto dipende da cosa si intende per “popolo”.
@Mustafa
Credo che per potere soffermarsi in questo sito a parlare su alcune cose interessanti, come per esempio la devozione per i santi che accomuna le tre religioni abramitiche quando non sono inquinate dal fondamentalismo (si chiami wahabita, talmudico o evangelical) sia necessario ignorare i troll.
Bene fai a non insistere nel replicare. E’ quello che cercano.
Il troll-capo sotto altro nickname ripete al troll-gregario sotto altro nickname quello che entrambi sanno: dato che non siamo in grado di replicare in alcun modo su nessuna-cosa-nessunissima, continuiamo a venire in questo sito per boicottarlo, visto che farlo chiudere, per ora, non ci è possibile, per rilanciare le solite paranoie senza nemmeno fare finta di discutere fra di noi, ché non abbiamo nulla dirci e tutto da copincollare.
@Aldo&Risio
La “devozione per i santi che accomuna le tre religioni abramitiche”?!
Ma sai almeno di cosa – anzi di chi – stai parlando?
La beatificazione delle due suore palestinesi verrà ricordato come un giorno di speranza grazie al riconoscimento dello Stato di Palestina. Sono certo che il rafforzamento dei rapporti tra Santa Sede e Abu Mazen darà buoni frutti alla Chiesa di Roma e alla pace in medio oriente.
Ma quello che vogliono islamici e islamofili non è la pace, è la distruzione di uno Stato sovrano e guerra! guerra! guerra! a “triade diabolica” e Occidente. Elevare alla gloria degli altari due cristiane palestinesi, una delle quali vittima dell’intolleranza che è di casa nel dar-el-Islam – comprese Gaza e Palestina, dove la predicazione del Vangelo e la conversione al Cristianesimo e comunque, l’abiura della “religione naturale dell’umanità” non sono ammesse per legge, in sentito omaggio ai canoni sharyatici – e vedere gli islamici palestinesi esultare come se non fosse conto loro e anzi, fosse merito loro, è grottesco.
Poi, certo, si spera sempre che arrivi la pace anche lì. Ma pace e sottomissione significano una sola cosa, nell’Islam: Islam. E se si tratta di tradurre le parole in atti, per gli interpreti a norma di Corano, lo abbiamo sentito anche qui, è presto fatto – guerra! guerra! guerra!
Prevenendo certi personaggi: la santità parla arabo? Certo, chi lo ha mai negato? Parla arabo, così come parla ebraico, armeno ecc…La santità è possibile a tutti, ma seguendo il Vangelo!
Tutto il Medio Oriente era, in larga maggioranza, cristiano: ma erano molto diffusi altri culti, fra yazidi, zoroastriani, sabei, mandei e molti altri. Poi, accadde qualcosa che non tutti ricordano: e non tutti ricordano perché. Sono amnesie a senso unico (e Pensiero Unico), fra l’altro. L’altra sera, in un canale televisivo che trasmette programmi della BBC sull’arte, un tizio raccontava che, verso la metà del 1200, gli Stati cristiani del Nord della Spagna decisero di attaccare, di punto in bianco, i Mori dell’Andalusia. Dimernicava di dire come e perchè c’erano arrivati, i Mori, in Andalusia e nella penisola iberica: e dimenicava di dire che la maggioranza della popolazione della Spagna islamizzaya era cristiana. altrimenti, chi pagava la jyzya, la tassa di “protezione”, agli emiri?
Quando, però, si racconta della riconquista di Gerusalemme a opera dei musulmani, i cristiani diventano invasori legittimamente cacciati via da chi in Palestina c’era arrivato brandendo la scimitarra, secoli prima, su mandato celeste o di Maometto, profeta della “religione della pace”, per sottomettere chi si trovava lì: così come si dimentica, in questo caso, che i Crociati avevano intrapreso la Liberazione dei Luoghi Santi, non avevano dato l’assalto al mondo islamico come tale: mentre erano gli islamici come tali, fedeli della “religione della pace”, a attaccare il mondo circostante, dall’Europa all’India all’Asia centrale all’Africa, per sottometterlo con la violenza.
La stessa violenza usata contro Mariam. Come spiega come mai la presenza cristiana nei territori palestinesi si sia ridotta a meno del tre percento. Chissà che bella festa faranno, i musulmani palestinesi, sapendo che hanno contribuito a rendere santa Mariam. Si sentiranno santi pure loro.
Almeno i musulmani onorano Cristo, i giudei lo dispregiano. Ma è chiaro che a lei di Cristo non frega niente. Le sue sono ironie degne di un servo, che è così fesso che neanche raccoglie le briciole al gran banchetto dei sionisti.
I musulmani rispettano tanto Cristo che se ne sono fatto uno a loro uso e consumo: una figura profetica che ha annunciato la venuta di Maometto; che non poteva salvare nessuno e non è morto in croce perché in croce è morto al posto suo una sorta di ologramma; e chiunque, come i cristiani, crede che Cristo fosse il Figlio di Dio, Vero Dio e Vero Uomo, è un politeista blasfemo che profana il Cristo coranico, falsifica, snatura la “religione naturale dell’umanità” e nega il carattere profetico di Maometto: e per tutte queste cose – in cui, effettivamente, di ironico non c’è nulla -, il cristiano merita di essere annientato o sottomesso e risparmiato in cambio di una tassa da versare ai Veri Credenti come lei.
Questa è la verità teologica e storica: e Israele o il sionismo non c’entrano nulla. Meno ancora gli insulti cui siete soliti ricorrere islamici e filo-islamici. Se lei è in grado di smentire dati storici, teologici e politici come quelli che ho ricordato in contrasto con quanto rifila, last but not the least, al BBC, ne sarei lieto, lo dico senza ironia, per lei, che è costretto a odiare chi non le dà modo di essere smentito da un buon musulmano come lei.
Ci parli anche di come gli ebrei dipingono Cristo, magari attingendo al Talmud, o ha paura di ritorsioni da parte dei fratelli maggiori?
Noto che lei, anziché rispondere delle offese che mi lanciato (un po’ follemente) sul piano personale, pretende che io risponda delle offese di altri. Questo, senza rinunciare a gettare sospetti e infamie sul mio conto riguardo la paura come mezzo di persuasione: che le è tanto connaturato, vuoi o non vuoi per religione o per convizione corroborata dall’esperienza storica islamica, che lei ne fa dono anche ai giudei, come li definisce senza disprezzare il Cristo del Corano.
E lei è un buon musulmano, se la scelta del nickname non mente. Islamico moderato: integrato, italianizzato, occidentalizzato… No? Figurarsi gli altri!
Pregiano Cristo, ma disprezzano i cristiani, considerandoli dei falsari. Chi uccide un cristiano, come insegna Saulo, perseguita Cristo stesso.