Sanità: quattro milioni di sprechi da abbattere facilmente

Di Benedetta Frigerio
23 Luglio 2012
Nonostante l'Europa abbia legiferato per ridurre i pericoli da esposizioni radiologiche, in Italia restano i decreti che monetizzano i rischi senza ridurli.

In Italia si spendono quasi 4 milioni di euro per via di due norme ormai superate da tempo. E il cui principio di base contrasta con le normative internazionali e con le ultime direttive europee. Si tratta del decreto legge 416/68 sull’“Indennità di rischio da radiazione per i tecnici di radiologia medica” e del 724/94 sul “Congedo ordinario aggiuntivo per i lavoratori esposti a rischio radiologico”, basati sul principio della monetizzazione del rischio. Che è in antitesi a quello dell’abbattimento del rischio, contenuto invece nelle leggi Euratom successive, convertite nei decreti legge 230/95 e 187/00.

Il principio della monetizzazione del rischio è stato superato perché, oltre a rappresentare un costo importante, non riduce i rischi, in questo caso legati all’esposizione a radiazioni ionizzate, a cui sono sottoposti i lavoratori dei reparti di radiologia. Accettarlo, inoltre, ha significato per anni non lavorare sulla riduzione dei rischi. Le norme 416/68 e 724/94 prevedono, infatti, che tali lavoratori abbiano 15 giorni di congedo aggiuntivo all’anno a cui spetta anche un’indennità di 103 euro mensili. Essendo 37 mila i lavoratori di questa classe significa, a livello nazionale, una spesa sanitaria di 3.811 milioni di euro che non serve neppure a proteggere il lavoratore dai rischi radioattivi. Sia l’indennità sia il congedo non diminuiscono il pericolo radioattivo. Spesso poi il personale ottiene congedi anche nel caso in cui non è esposto a un pericolo reale. È il caso di certi infermieri che lavorano solo in sala operatoria. O di radiologi che si occupano esclusivamente di ecografie e/o refertazione. Si può anche ottenere una monetizzazione massima per un rischio minimo. Questo perché a decidere è un esperto che certifica i rischi senza dover seguire alcuno standard preciso: a rischio reale sono solo il 10/15 per cento degli esposti.

Le nuove direttive europee, invece, tengono conto del fatto che oggi esistono programmi di implementazione di radioprotezione che, oltre ad abbattere i costi, minimizzano i rischi. Queste norme parlano proprio delle procedure per ridurli. Nonostante ciò i decreti legge precedenti, che contrastano con quelli di fonte europea, non sono stati modificati. Probabilmente per via delle resistenze sindacali che si sono presentate ogni volta che il problema era stato sollevato. Il risparmio che verrebbe dall’abrogazione delle norme precedenti, però, oltre ad essere enorme potrebbe trasformarsi persino un investimento, sia in nuove tecnologie sia per un piano di sviluppo di macchinari sempre più innovativi.

Ma la radiologia non è l’unico settore su cui si potrebbe risparmiare riducendo gli sprechi inutili. Anche il personale medico anestesista dispone di un congedo di otto giorni come compenso per il rischio di esposizione ai gas anestetici. Che vanno a sommarsi a quelli di ferie ordinarie (dai 30 ai 36 giorni a seconda dell’anzianità di servizio). Il che significa, anche in questo caso, una maggiore spesa nell’assunzione di personale aggiuntivo per la copertura dei turni.

@frigeriobenedet

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16 commenti

  1. marco

    non fare un articolo di giornale basandosi sui dati che hai preso in giro vai negli ospedali a vedere come è il lavoro…invece di schiacciare i tasti nel tuo ufficio…torna a fare la gavetta..cioè il lavoro di giornalista.va va.

  2. Marco Di Stefano

    Benedetta Frigerio, lei non sa di cosa parla

    Saluti

  3. Gabriel

    Inoltre aggiungo che tra le fesserie che ha scritto ce ne sono due ben evidenti. Dice che ad esempio gli infermieri che lavorano in sala operatoria non sono esposti a un vero e proprio rischio. Dovrebbe sapere che è proprio il contrario, in sala operatoria l’apparecchio di scopia portatile eroga molte più radiazioni di quante ce ne possano essere in un reparto di medicina nucleare. Il rischio quindi è maggiore. Inoltre dice anche che grazie a questi “benefit” per anni non si è lavorato per la riduzione della dose. Falso anche questo: proprio ultimamente la Federazione Nazionale dei TSRM ha aderito alla campagna Image Gently che segue i principi di radioprotezione ALARA (As low as reasonably achievable) soprattutto in radiologia pediatrica. Come le dicevo dovrebbe informarsi meglio prima di denunciare certe inesattezze e insultare una categoria intera che lavora per la società.

    1. TSRM

      Gentile Dott.ssa Frigerio,

      come parte in causa mi sento di intervenire nella discussione. Lo farò cercando di non offendere il suo articolo anche se penso si sia trattato di una trattazione quantomeno superficiale dell’agomento, Voglio altresì sperare che tale trattazione sia frutto di una lettura sbadata di qualche rivista scientifica trovata su un tavolino di qualche sala d’attesa e non già del risultato di una qualche spinta ideologica di taluni gruppi professionali che si professano vicini ai bisogni dei malati ma che poi dimenticano che malati si può diventare anche lavorando in ospedali e cliniche. Tali non meglio precisati gruppi professionali da anni ormai colgono ogni occasione per rivangare una questione risolta da tempo e che vede monetizzare il rischio che ciascuno di noi corre nell’adoperare ogni tipo di sorgente radiante, semprechè sia moralmente accettabile remunerare con 103 € il rischio di contrarre una grave malattia professionale. Mi preme sottolineare anche che come gruppo professionale noi TSRM già da anni avanziamo proposte molto più serie in materia di risparmio sulla spesa pubblica. Proposte che rimangono inascoltate perchè spesso lesive degli interessi economici di alcuni gruppi economici molto vicini ai sopracitati “altri” gruppi professionali. Poichè quindi la questione giunge ad un bivio, ovvero approfondire la materia e snidare chi davvero potrebbe far risparmiare l’Italia e non lo fa oppure, cosa molto più semplice, ridurre la materia ad una mera lotta fra poveri, vorrei ricordarle che ci sono gruppi professionali che molto più dei tsrm godono da sempre di notevoli privilegi come per esempio i dipendenti della SIAE (avete mai sentito parlare della cosiddetta “indennità di penna”?) e gli stessi giornalisti, come si può leggere qui:

      http://arnolfospezzachini.blog.kataweb.it/spezzachini/2008/07/23/i-privilegi-dei-giornalisti-linformazione-si-fa-solo-sugli-altri/

      In conclusione vorrei complimentarmi per il coraggio con cui sostiene le sue argomentazioni, ma ancor di più per come riuscirà ad andare in fondo alle radici dei veri sprechi in sanità grazie al prezioso apporto del nostro gruppo professionale che, come avrà constatato, è schietto e compatto.

      1. Benedetta Frigerio

        Gentili signori,
        la violenza verbale con cui alcuni di voi si esprimono mi pare davvero esagerata. Le volgarità poi sono inaccettabili.

        Ci tengo a precisare che non ho scritto quello che ho scritto prendendo spunto da una rivista. Ho parlato con ben tre operatori del campo. Comunque a breve pubblicherò un’altra intervista a un radiologo.
        Se siete sicuri che tutto quello che avete vi spetta perché avete tanta paura che se ne parli?

        Spero in un confronto più civile che con dispiacere constato essere sempre più raro. Solo pochi di voi hanno espresso il loro parere con domande almeno rispettose e certamente lecite.

        1. Giuseppe

          Gentile frigerio,
          Non puó scrivere un articolo sentendo le opinioni di tre operatori. Del resto i medici radiologi prendono il rischio radiologico con la maggior parte di loro che neanche mette piede in una diagnostica. Perché non fa un articolo sui veri sprechi della sanitá e non sui miseri 100 euro sommati ad un misero stipendio (al di sotto degli altri paesi europei)che prende un tsrm che tra l’altro con le radiazioni ha davvero a che fare…la veritá é che la casta non si toccano, mentre chi ha la peggio sono i più deboli ovvero noi tsrm,l ultima ruota del carro. A che ci siete toglieteci anche i camici piombati in sala operatoria cosi risparmiamo pure sui DPI

        2. Gabriel

          Il mio timore dottoressa Frigerio è globale, non personale. Ho timore che se ne parli perchè credo che si stia attraversando un momento delicato in Italia e un articolo del genere in cui si va a toccare uno degli stipendi più bassi d’Europa, parlo non del mio, ma di quelli del settore della sanità, perlomeno gli operatori medici, tecnici, infermieri, è come gettare benzina sul fuoco e in questo momento non mi sembra il caso. Questo mondo è fatto di professionisti seri che molto spesso, quasi tutti i giorni, offrono molto di più di quello che spetta loro di dovere, un pò per senso civico, un pò per amore verso la professione e i propri pazienti, ben consci che la nostra remunerazione non equivale a quello che offriamo noi e i nostri colleghi europei. La mia rabbia è quella di veder ulteriormente mortificato il nostro mondo e quello dei pazienti che abbiamo in cura. Inoltre, glielo devo dire mi perdoni, ma il semplice parlare con tre operatori non equivale a fare un’inchiesta seria sulle difficoltà della sanità italiana. Le voglio raccontare un accaduto.
          A causa dei tagli di budget un’azienda ha deciso di tagliare i fiammiferini contenenti fluorescina che servono per misurare la pressione oculare (come vede questa volta non parlo del mondo della radiologia). Gli oculisti così hanno dovuto mischiare la soluzione nei boccettini delle gocce, senza poter avere un corretto dosaggio della soluzione. Il risultato è che i pazienti vanno a casa con gli occhi tinti di giallo, che si terranno fino al giorno dopo. Quando può incidere sulla spesa sanitaria il fiammiferino contenente fluorescina? Significa questo prendersi cura di un paziente? Vede, io prima di essere un operatore, sono un paziente e ciò mi ha permesso e mi permette tutti i giorni di lavorare con serietà essendo sempre dalla parte dei pazienti. Ma evidentemente non tutti la pensano come me. Lei cosa ne pensa?

        3. Antonio Di Lascio

          ricopio anche qui il mio commento di ieri postato tramite FB che non ha niente di offensivo (almeno spero)… aggiungendo che: non abbiamo PAURA, soprattutto quando ci sono occasioni interessanti di dialogo e di esercizio del confronto, che è e che resta la strada migliore per realizzare quella “sintesi” personale che rappresentano poi le idee di ciascuno! Non credo ci sia bisogno di aver paura del suo articolo in quanto come tale rappresenta la sua posizione e non quella che attualmente ci riconoscono alcune leggi dello Stato e che fortunatamente trovano applicazione contrattuale! Inoltre il suo punto di vista viene supportato esclusivamente dal “giudizio” di “tre” radiologi non ben precisati e che sinceramente rispetto ad una Legge dello Stato rappresentano ben poca cosa! Se poi la stessa posizione viene confrontata con i report dosimetrici dei nostri colleghi penso ci sia molto da parlare! Inoltre mi sembra opportuno farle notare come “intervistare” ulteriormente un altro radiologo (come se i tre precedenti non bastassero…) non concede alla posizione da lei avuta nell’articolo un ulteriore vantaggio anzi non vedo come questa voce possa rappresentare la “verità” e come la sua intervista, a fronte di alcune considerazioni espresse in notevoli interventi non favorevoli alla sua tesi, non preveda un contraddittorio. Le suggerirei di interpellare comunque qualche voce Autorevole che nel nostro caso potrebbe essere rappresentata dalla Federazione Nazionale Collegi Professionali Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, per i Medici Radiologi (che inoltre usufruiscono del trattamento economico e di riposo biologico allo stesso modo) la SIRM. Inoltre sarebbe interessante interpellare anche l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN).
          La inviterei poi ad interpellare un servizio di medicina del lavoro, di fisica sanitaria e a sentire il parere di un esperto qualificato. permetterà al dibattito di avere un respiro più ampio andando a eliminare ogni dubbio circa l’argomento…

          Pur comprendendo la notevole spesa pubblica dovuta per la tutela della salute di una categoria di lavoratori mi preme farle presente che ha semplificando la trattazione del problema omettendo alcune considerazioni importanti! Innanzitutto una osservazione morale: non penso che sia la categoria TSRM = TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA (e più in generale dell’Area Radiologica) a dover salvare l’Italia a discapito dell’unico “privilegio” che salvaguarda la salute e indennizza l’esposizione alle radiazioni ionizzanti: rischio reale che altre professioni non hanno ed ecco perché esiste una differenza retributiva!! Poi è necessario precisare che anche di recente il legislatore, attraverso il D. Lgs 81/2008, ha riconfermato che “La protezione dei lavoratori dalle radiazioni ionizzanti è disciplinata unicamente dal Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n. 230 e sue successive modificazioni. (art. 180). Quindi se si parla di “protezione” vi è naturalmente un RISCHIO associato! che se anche “minimo” va comunque tutelato! Perché la Sicurezza sul Lavoro è un aspetto importante che non va assolutamente tralasciato e banalizzato… come non lo è per altre categorie di lavatori…
          Inoltre è bene ricordare che alcune pratiche radiologiche espongono in maniera DIRETTA il TSRM a radiazioni ionizzanti per notevole tempo, minuti e addirittura ora in alcuni casi specifici (ES. la sala operatoria, i toraci ed esami eseguiti al letto del paziente, la sala angiografia e tutte le procedure di medicina nucleare).
          La lettura dei nostri “dosimetri” permetterebbe di valutare che il “rischio” non è poi così assente. Tali dispositivi che portiamo in ogni momento della prestazione lavorativa fornisce semestralmente un valore il più delle volte superiore a 0 (anche se si attesta ai limiti annuali previsti per i lavoratori esposti) il che vuol dire l’esistenza di un esposizione nonostante i sistemi di radioprotezione. Dietro l’esposizione e la dose assorbita quotidianamente ci sono poi notevoli valutazioni statistiche sulla possibilità o meno di contrarre malattia della quale bisogna necessariamente tenere conto!
          Ovviamente sono d’accordo con lei laddove vogliamo parlare di “politiche” di riduzioni dei Rischi e di valutazione degli interventi nel migliorare la Radioprotezione dell’operatore. Su di essi… bisognerebbe capire quanto siano attualmente efficaci prima di poter parlare di “eliminazione” di indennità e riposo biologico. Le leggi che regolano in Italia la Radioprotezione sono attuazione di direttive Europee. E ogni giorno ciascun collega le posso assicurare che adotta tutte le precauzioni necessarie per limitare e prevenire ogni rischio che con l’utilizzo di specifici DPI non scompare o viene eliminato completamente! Teniamo alla salute nostra prima ancora che alla salute di ciascun paziente per i quali siamo tenuti ad ottimizzare l’erogazione delle radiazioni e delle pratiche e non vorremmo di certo contrarre malattie per il solo fatto di avere un indennità pagata e un riposo biologico. Infatti nell’eliminazione di ogni provvedimento, come lei suggerisce, andrebbe valutata l’incidenza di patologie nella categoria professionale. Penso che si aprirebbe un bel dibattito e una bella lista purtroppo anche di “caduti”.
          Inoltre vi sono nuovi rischi sui quali anche la “scienza” attualmente è molto vaga… come l’esposizione a campi magnetici anche ad alto campo come per le RMN a 3Tesla… e la notevole esposizione dei TSRM in medicina nucleare che si adoperano, con le dovute precauzioni ovviamente, nella gestione del radioattivo e del paziente a sua volta radioattivo (con nuovi traccianti come ad esempio il Fluoro 18 (511 KeV).
          Insomma… penso che sia importante affrontare il discorso, soprattutto per quelli che sono gli sforzi nell’adottare misure preventive di radioprotezione e a che punto è l’evoluzione tecnologica… (precisando che non solo le leggi attuali sono attuazione di direttive europee ma che i principali apparecchi radiologici sono costruiti fuori dall’Italia… ). Sicuramente ci troverò d’accordo sull’ottimizzazione delle pratiche e l’utilizzo di sempre più idonei mezzi di protezione …
          Ma la prego… non ci mortifichi relegando quella misera indennità e quel giorno dovuto per recupero biologico (quindi di allontanamento dalle radiazioni ionizzanti) come “privilegio” perché sono solo un riconoscimento della tutela della salute! Aver affrontato in maniera affrettata e semplicistica l’argomento ha svilito il ruolo sempre più indispensabile del TSRM nella produzione delle immagini diagnostiche utilizzate per la diagnosi e la cura. Non siamo certo noi… la “casta” attaccata ai privilegi! E la Spending Review non può pesare sulla Tutela dei Lavoratori… almeno su questo spero siamo d’accordo!

          (se vuole possiamo approfondire l’argomento… mi può anche contattare)

  4. Antonio

    Mi dispiace se in alcuni casi c’è stato chi ha oltrepassato il limite del buon senso rinunciando al confronto e dialogo! La prego di accogliere le scuse da parte mia… E’ importante sempre aprire un dialogo su ogni aspetto anche sulle cose che non possono “piacerci” … E’ importante parlarne ed avere la possibilità di esprimersi perché questo… il confronto ed il dialogo ci permette di raggiungere la sintesi personale che è indispensabile per ciascuno per poter avere un proprio giudizio sulle “cose” che accadono!
    Concordo… che i rischi non si riducono né con 103 euro né con 15 gg di riposo biologico (dire “a casa” mi sembra riduttivo della funzione che rappresentano). Ma sono una misura economica e “biologica” al riconoscimento che l’esposizione alle radiazioni esiste! E che detta esposizione faccia male! E su questo spero siamo tutti d’accordo … Giornalisti, Politici, Medici Radiologi, Tecnici di Radiologia etc etc.
    La ricerca scientifica ci permetterà di ottenere sempre più macchine radiologiche performanti e in grado di ridurre al minimo gli effetti lesivi delle stesse… Ma ogni “Rischio” va seriamente valutato.
    Ovviamente lei ci ha indicato una strada … offrendo una chiave di lettura! Qualche altro… ha voluto rivendicare alcuni considerazione per la Tutela della Salute! Su un ambito siamo tutti d’accordo… sulla protezione della Radiazioni bisogna investire e impegnarsi ancora tanto!

    1. giulio

      Ma quali scuse!!!!!…….. parliamo di una PSEUDO GIORNALISTA, che svolge il suo lavoro senza avere ne arte e ne parte, una poverina….. spero che il suo giornale fallisca miseramente, e in più di cuore le auguro professionalmente il peggio possibile…….

  5. Gabriel

    Proteggere la salute degli operatori sanitari è di primaria importanza, dato che poi sono quelli che dovrebbero curare il malato. Di malato qui ci sono tante cose purtroppo, ad esempio una politica sanitaria insensata che taglia dove lo spreco non c’è e non vede sprechi lampanti laddove ci sono. Tagliare sulla sicurezza degli operatori sanitari è come dire a un operario che lavora sulle impalcature che oggi le impalcature sono ben più moderne e che cadendo non ci si fa così male come una volta, quindi niente caschetto e niente imbracature, del resto bisogna risparmiare. Un giornalista serio quale può essere ad esempio Milena Gabanelli, conduce un’inchiesta seria sugli sprechi in sanità andandosi a documentare da fonti certe e SUL CAMPO, non al bar davanti a un cappuccino, cavalcando l’onda della demagogia.
    Scusi se mi permetto, ma di verità in quello che dice non c’è proprio un bel niente. L’intolleranza c’è invece per le persone che credono che continuare a tagliare i pochi euro ai lavoratori pubblici basti a risanare un bilancio gravato da follie imprenditoriali e una gigantesca evasione fiscale. Forse è meglio che riveda un pò le sue teorie.

  6. Benedetta Frigerio

    Primo, non ho detto che i rischi sono azzerabili, ma riducibili. Secondo, non credo che se i rischi ci sono con 103 euro e 15 giorni a casa si ridurranno. Terzo, ho scritto esattamente quello che mi hanno detto ben tre radiologi. Infine, non accetto insulti del tipo l’Italia è un paese peggiore per via di gente come lei. Io non ho interessi da difendere ho solo sottolineato una contraddizione. Ma vedo che l’intolleranza per la verità cresce.

    1. ste

      Sei un’inetta, invece di notare il potenziale pericolo vieni a fare i conti in tasca a chi lavora x la salute e il benessere della collettività e potenzialmente sacrifica parte della sua salute! Spero x te che tu non abbia mai bisogno di un tecnico di radiologia/infermiere o un medico sia in sala operatori sia x un trattamento di radioterapia… O di quantaltro. non capisci l’importanza di certi diritti! Prova tu a sperare di non esporti “troppo” a radiazioni nei primi giorni di gravidanza,Sai quei famosi 15 gg magari possono aiutarti a pianificare delle scelte x tutelare la salute di un nascituro sano. Prova tu a sperare che la tua tiroide non si alteri a 30 anni o a preservarti il cristallino, e magari di goderti la pensione almeno x un po’ prima di scoprire di avere un tumore radioindotto! Sai io lavoro in un dea di secondo livello traumatologico e senza raggi l’intero ospedale non starebbe impiedi! Piû dei miei giorni di congedo preoccupati che la genti che incontri sulla tua strada sia competente e sappia fare il suo mestiere… O sugli investimenti che non si fanno in sanità, invece di proporre tagli sulle persone che si fanno il culo!

    2. simone antonetti

      scusi ma lei che competenze ha per dire che con 15 giorni a casa non si riducono i danni? certo che i 103 euro non fanno guarire un tsrm che si ammala di tumore, ma come tutti i lavori usuranti è riconosciuto un “premio” a chi rinuncia alla sua salute per il bene di quella degli altri.

    3. pietro

      se dovesse andare in una zona di guerra come giornalista spero che non chieda nessun tipo di provvigione premio o indennita per essere in una situazione pericolosa perchè in quel caso quei soldi in piu non la difenderanno dal rischio…..e poi tornando a casa non chieda un periodo di vacanza in piu per recuperare la fatica dei giorni passati al fronte……ci pensi e spero tanto che almeno nei suoi errori sia coerente.

    4. oreste

      Purtroppo il vero giornalismo quello con la “G” maiuscola è scomparso, da tanto, e ci ritroviamo con un branco di PECORONI, che ci invidiano tutti!!!!!
      La Pecorona pensa che lavorare con le radiazioni sia come sedersi davanti un pc e scrivere 4 parole, anzi sono sicuro che pensa che un minatore debba lavorare fino a 67 anni perchè se lo fa un impiegato è giusto che lo faccia anche il minatore….
      Sei RIDICOLA!!!!!
      Perchè nn parli dei privilegi della casta dei giornalisti, che sono tantissimi!!!
      Dichiarazione del ministro Fornero “I giornalisti, svolgono una funzione importantissima, ma hanno goduto di qualche privilegio, probabilmente per la vicinanza al potere politico”

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