Intitolato Nuovi segni dei tempi – sottotitolo “Le sorti della fede nell’età dei mutamenti” – il libro di Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, raccoglie quattro interventi d’occasione, tutti dell’anno 2004. Raccolti e rielaborati nel marzo 2005, si pongono obiettivamente come una sorta di promemoria per la Chiesa e per il futuro papa. Il discorso si pone al punto d’intersezione di due grappoli di questioni: quella geo-politica e quella antropologica. Esse sintetizzano le sfide che stanno di fronte agli uomini e all’intelligenza credente. La questione geo-politica descritta nei suoi passaggi fondamentali a partire dai fenomeni di planetarizzazione – già tematizzata dal Concilio Vaticano II e dalle encicliche di Giovanni XXIII e Paolo VI – passa per il 1989, per l’11 settembre 2001, per il risveglio identitario dei popoli musulmani, per l’emergere di nuovi giganti quali l’India e la Cina, per il ruolo unificante su scala mondiale della rivoluzione tecnico-scientifica e informatica. La “nuova questione antropologica”, di cui il ’68 è riconosciuto essere uno snodo fondamentale per la generazione di nuovi modelli culturali, si manifesta oggi come questione delle biotecnologie. Benché l’approccio resti ottimistico, sulla scorta del Concilio Vaticano II – «lo spirito di Dio è presente a questa evoluzione…» – si evidenziano i rischi per l’umanità intera e per la Chiesa della straordinaria “accelerazione della storia umana” e della nuova potenza tecnico-scientifica dell’uomo applicata alla specie umana stessa. Ruini si fa poche illusioni circa «la profondità dei processi di scristianizzazione» e, contemporaneamente, segnala che il risveglio identitario dei popoli musulmani sta portando ad una riscoperta dell’identità cristiana, anche e soprattutto in Occidente. Quanto alla sfida tecnico-scientifica e biotecnologica, Ruini paventa l’illusione scientista che la scienza si trasformi in ideologia, che pretenda di unificare l’umanità e che prescinda dalla capacità di trascendenza della dimensione naturale da parte di quel soggetto naturale che è l’uomo. Di questa trascendenza una dimensione essenziale «è l’intelligenza dell’uomo, capace di conoscere la realtà e quindi di trasformarla, e pertanto vero motore della storia». Nessuna sfiducia rispetto alla ricerca scientifica, ma distinzione tra scienza e tecnologia. L’altra dimensione essenziale della trascendenza del soggetto umano è la libertà, oggi insidiata non solo da determinati sviluppi economici e politici, ma soprattutto dalla riduzione naturalistica del soggetto umano, «che minaccia di svuotare la libertà dal di dentro, negando in radice la sua stessa possibilità ontologica». Ruini sottolinea che nella “Novo millennio ineunte” – così s’intitola la Lettera apostolica di Giovanni Paolo II pubblicata a conclusione dell’Anno Santo del 2000 – viene proposto ai cattolici e ai laici «il coraggio di un nuovo umanesimo», che, a partire dalla consapevolezza dell’identità e della fede cristiane, preservi e sviluppi nelle nuove condizioni del presente le libertà umane, di cui quella religiosa è la cartina di tornasole, la disponibilità a trascendere criticamente il presente naturale e storico, l’apertura generosa alle altre religioni e alle altre culture, la disponibilità agli altri e all’Altro.
Giovanni Cominelli
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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