Romney vince ancora. Per Santorum è l’ora della resa?

Di Redazione
05 Aprile 2012
L'ex governatore del Massachussetts ha conquistato ieri altri tre stati, portando a 655 i delegati conquistati, contro i 272 del rivale. Ma per Santorum c'è ancora qualche flebile speranza, a partire dal prossimo 24 aprile, quando al voto andrà anche la sua Pennsylvania.

43 per cento nel Wisconsin, 47 nel Maryland, 69 nello stato di Washington. Sono i numeri della vittoria di Mitt Romney, nella corsa a candidato repubblicano per le prossime elezioni presidenziali. Ieri si votava in questi tre stati, e schiacciante è stata la superiorità dell’ex governatore del Massachussetts, ora in grande vantaggio rispetto allo sfidante, Rick Santorum.

Certo, quest’ultimo può consolarsi pensando che le votazioni fin qui tenute non hanno ancora toccato gli stati più pesanti: a New York e in Pennsylvania si voterà solo dopo Pasqua, ai primi di maggio è la volta del Texas, mentre per vedere le primarie in California si dovrà attendere giugno. Per lui c’è tutto il tempo quindi per medicarsi le ferite e tentare una nuova strategia per recuperare terreno.

Ma di settimana in settimana Romney pare avvicinarsi sempre di più alla vittoria: hanno toccato quota 655 i delegati da lui conquistati fin qui, contro i 272 dell’inseguitore. Ormai i suoi pensieri sono catapultati alla sfida contro Obama, del prossimo novembre: a prova di ciò, ci sono i toni adottati negli ultimi giorni da Romney, più incentrati a criticare l’operato della Casa Bianca che a screditare i rivali alla candidatura repubblicana; e c’è la grande soddisfazione per la vittoria in Wisconsin, uno di quelle terre di “colletti blu” che potrebbe fare la differenza quando Romney avrà contro il presidente.

Per Santorum la sconfitta di ieri non è una sentenza definitiva di sconfitta, ma poco ci manca. Appuntamento fissato al prossimo 24 aprile: in un nuovo “supermartedì” andranno alle urne Delaware, Connecticut, Rhode Island, New York e la Pennsylvania, unico stato dove Rick può considerarsi un minimo favorito, dato che qui fu eletto senatore.

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