“La commissione prende atto della vostra annunciata deviazione temporanea”: è stata questa la risposta giunta ieri all’Italia, da direttore generale Economia e Finanza della Commissione europea, Marco Buti. Il ministro dell’Economia Padoan per conto del governo gli aveva scritto al mattino comunicando l’intenzione dell’Italia di rinviare il pareggio di bilancio dal 2014 al 2016 per “circostanze eccezionali”, ovvero la crisi, condizione prevista dal Patto di stabilità appunto per “deviare temporaneamente dagli obiettivi di bilancio”. Sostanzialmente per quest’anno il pareggio di bilancio italiano sarà dello 0,2 per cento, anziché dello 0,6 per cento come chiesto da Bruxelles. Padoan al Senato stamattina ha spiegato: «Il rinvio si giustifica per favorire il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione».
SCONTRO A MONTECITORIO. Le due missive sono state pubblicate ieri sul sito del Tesoro, e hanno causato un duro scontro durante la conferenza dei capigruppo che si teneva a Montecitorio, in vista dell’arrivo oggi in aula proprio del Documento di economia e finanza (Def). Il capogruppo di Forza Italia, durante il vertice con il presidente della Camera Laura Boldrini, ha parlato di «colpo di mano» del governo sul Def e ha «stigmatizzato il comportamento della presidente Boldrini» perché non ha costretto il governo a rendere pubbliche le missive prima della calendarizzazione. Per Brunetta si è trattato di «Una violenza perpretata non sulla minoranza, ma sulla legge e sulla costituzione, un colpo di maggioranza suffragato dalla presidente Boldrini». Le posizioni di Brunetta sono state condivise anche da una parte della maggioranza. Per il capogruppo di Scelta civica Andrea Romano il collega di Fi «ha posto delle questioni politiche anche condivisibili». Dopo che Boldrini è arrivata a sospendere la conferenza dei capigruppo, comunque alla ripresa dei lavori si è raggiunto l’accordo di far arrivare il Def in Aula oggi.
PADOAN AL SENATO MINIMIZZA. Il ministro Padoan stamattina parlando al Senato ha motivato il rinvio del pareggio di Bilancio: «Nonostante i segnali di ripresa dell’anno in corso, anche nel 2014 il gap rimarrà molto negativo, la ripresa economica ancora fragile e la situazione del mercato del lavoro rimane ancora difficile». Quanto alle polemiche di ieri, Padoan ha cercato di smorzare i toni spiegando che si tratta di «una tempesta in un bicchiere d’acqua». Infatti, ha assicurato, «Le misure correttive per i prossimi anni, e il piano di dismissioni, assicurano già dal prossimo anno il rapido rientro del maggior rapporto debito/Pil, conseguente all’ulteriore pagamento dei debiti pregressi», dunque «Il profilo programmatico del rapporto debito/Pil rispetta così la regola del percorso di convergenza del debito verso il parametro europeo del 60 per cento già nel 2015». Inoltre, secondo Padoan, «Nel 2015 il disavanzo strutturale ricomincerebbe a diminuire di 0,5 punti percentuali grazie ad una manovra di consolidamento finanziata da riduzione di spesa, pari a 0,3 punti percentuali di Pil sull’avanzo primario». Padoan ha spiegato che il rinvio del pareggio si è reso necessario anche perché «Nonostante i segnali di ripresa dell’anno in corso, anche nel 2014 il gap rimarrà molto negativo, la ripresa economica ancora fragile e la situazione del mercato del lavoro rimane ancora difficile»