
Referendum Bologna. Augias peggio di Rodotà: le scuole le fa solo lo Stato, i cattolici facciano catechismo
Oggi su Repubblica Corrado Augias, firmatario con altri vip del manifesto per il referendum consultivo di Bologna contro il finanziamento comunale delle scuole paritarie private, sceglie di dedicare la rubrica delle lettere proprio al tema della consultazione prevista nel capoluogo emiliano per il 26 maggio. E lo fa rispondendo a un lettore che si rivolge a lui scandalizzato perché «una signora dice che senza il finanziamento di Stato non potrà permettersi una scuola che educhi ai valori in cui lei crede».
IDEOLOGIA. Il lettore scrive che «il problema è tutto qui: la scuola uno non se la “deve permettere” spetta a tutti, a prescindere dal portafoglio». Sarebbe esattamente questo il principio che motiva la parità scolastica. Ma su Repubblica la frittata viene rovesciata: la soluzione non è permettere a tutti i genitori di mandare i figli alla scuola che ritengono migliore, bensì mandarli tutti nella stessa scuola, «quella vera». Letteralmente: «La scuola, quella vera, non ha steccati, l’ingresso è libero, dentro ci sono bambini di ogni famiglia e pure i bambini svantaggiati che la privata in genere rifiuta – a proposito di valori», argomenta indignato il lettore.
Augias, da parte sua, in perfetto stile Rodotà, anziché correggere le corbellerie dell’autore della lettera (da quando in qua le scuole private «rifiutano i bambini svantaggiati»?), ringrazia e rilancia. Prima citando un inquietante passaggio tratto dal libro Cuore di Edmondo De Amicis: «Pare che li faccia tutti uguali e tutti amici la scuola». Poi spiegando perché quella citazione è importante: «L’articolo 33 della Costituzione che regola tra l’altro i rapporti tra scuola pubblica e scuole private discende da quell’ideologia». Scrive proprio “ideologia” Augias, e aggiunge: «La richiesta della signora bolognese che chiede la sovvenzione del Comune perché la retta delle private è salata e lei vuole che ai suoi figli sia insegnata la fede cattolica non rientra nel quadro».
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FATE CATECHISMO. In effetti il quadro che Augias dipinge con una franchezza sorprendente è proprio quello di uno Stato che si incarica di propagandare una «ideologia» attraverso le sue scuole, escludendo di conseguenza la libertà di educazione o comunque non riconoscendo alla libera iniziativa dei cittadini in campo educativo alcuna dignità: «Per l’insegnamento d’una fede e dei suoi valori – mette nero su bianco Augias – ci sono istituzioni apposite, gestite ottimamente, gratuite o quasi, numerose». Solo la scuola statale può fare cultura. I cattolici al massimo possono insegnare il catechismo. Purché lo facciano in sacrestia.
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18 commenti
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Un dubbio: in futuro le scuole islamiche non potrebbero pretendere gli aiuti statali anche loro? E questo pericolo non è motivo sufficiente per negarli a tutte le scuole private?
Le scuole paritarie non fanno catechismo, ma svolgono programmi ministeriali. Quindi il problema non si pone.
Ma dove sta scritto che l’istruzione data dallo Stato sia imparziale? Neanche un robot potrebbe operare un neutro passaggio di conoscenza verso gli alunni, perché qualcuno lo dovrebbe pur sempre programmare…
Se penso che abbiamo rischiato di trovarci Rodota’ presidente mi vengono i brividi. Augias, Rodota’, questi vecchi arnesi ideologici privi di qualunque autorevolezza morale, pronti a fare la morale agli altri e altrettanto pronti a piazzare figlie, amici e chissà chi altro in Rai e nei giornali che sovvenzioniamo con le nostre tasse. Questo però a loro sta bene perché, si sa, anche loro “tengono famiglia”.
Pazzesco: questi fighetti atei al caviale da una parte lavorano per distruggere le scuole cattoliche e più in generale quel che resta della tradizione cristiana e dall’altra chiedono la cittadinanza a tutti (su cui lavora la spergiura Kyenge) e finanziano le moschee (la moschea di colle val d’Elsa ha dentro pure i soldi della banca ladra Mps). Mentre loro si godranno i cocktail e il caviale insieme alla Kyenge nelle terrazze romane (scene da basso impero tipo La Bellezza di Sorrentino), giù le strade si riempiranno di tagliateste (vedi ieri Londra) e ci sarà guerriglia permanente come nelle periferie di Londra, Parigi e Stoccolma (due giorni di guerriglia urbana fino a ieri: e nessuno ne parla).
Motivi per dire l’esatto contrario di questi signori ce ne sono a valenghe, quello che piu’ oggi mi spinge a dissentire è l’indottrinamento obbligatorio del caterchismo di sinistra che fa tendenza grazie al gran lavoro collettivo dei media che oramai ha fatto breccia ovunque ivi compresi i professori della scuola pubblica (nella maggior parte di loro) che ci riporta ai soliti temi cari di questa cultura dominante, come ad esempio il matrimonio gay, le adozioni dei bambini da parte di questi individui, e moltissimi ecc ecc..ecc… ecc….. nonostante sia lampante che la nostra società verrebbe completamente distrutta in poco tempo… ITALIANI in nome di DIO svegliatevi !!!
Augias e compagni di merendine sono la prova che l’istruzione è una cosa, l’intelligenza un’altra.
Libera suola in libero stato. Tiè.
Augias e Odifreddi sono due clamorosi casi di analfabetismo di ritorno.
Ciao Don Gallo.
grande 😀
Tra tutti i massoni oggi in circolazione Augias e’ certamente tra i più goffi e – in ultima analisi – tra i più banali. Forse si è ridotto così per causa della lettura del romanzo di riferimento dei grembiulini, Cuore appunto.
Augias rodotà sono dei dittatori ideologicamente prigionieri dello statalismo di sinistra passato come verità assoluta.
Usano la libertà secondo convenienza. Uno stato totalitario parte subito da un educazione totalitaria.
Mi chiedo come fa certa informazione ospitare articoli così vuoti di libertà e di buon senso.
Io il buono scuola l’ho avuto nel 2007 in Lombardia!
A me piacerebbe, parlando a livello teorico, una scuola pubblica per tutti in cui i maestri/e professori/esse insegnassero la loro materia e stop. Niente politica, pareri personali, ideologie o religioni.
Quindi che la professoressa di diritto si limitasse a spiegare che l’art.123 parla della proprietà mentre il 321 sancisce la legittimità dello sterminio dei malati (cito apposta un tema inventato che sicuramente si presterebbe a discussioni infinite fra pro e contro). In quel caso ci si dovrebbe limitare solo a spiegare che in Italia c’è la tal legge e non ci si dovrebbe soffermare sulla bontà o meno della legge stessa. Questi discorsi ogni studente li approfondirà da sè magari in famiglia.
Questo, a mio parere sarebbe l’ideale. Tuttavia è chiaro che al momento non è così. Quanti professori si “perdono” nello spiegare cosa è giusto e cosa è sbagliato. E chiaramente queste spiegazioni variano a seconda delle idee del professore. A tutti è capitato di avere il prof di sinistra o di destra (più di sinistra personalmente) che faceva i predicozzi, più o meno espliciti, su cosa lui ritenesse giusto.
Quindi nel caso concreto, visto che non esiste la scuola “asettica” dal punto di vista ideologico e volendo garantire la par condicio fra le diverse “sensibilità”, lo stato, secondo me, dovrebbe scegliere la soluzione più economica.
augias è quello che critica giovanni paolo II dopo che è morto e non può ribattere. un vanto del servizio pubblico rai. (insieme a raffaelli, deputato e tesserato pd per 5 anni e poi sindaco pd per 10, tornato tranquillamente a fare servizio pubblico oggettivo per la rai. il conflitto di interesse ce l’hanno in tanti, ma solo uno fa comodo).
Francesco,
non fare paragoni imbarazzanti: neanche il più stolido degli ateucoli che scrivono da queste parti oserebbe anche solo immaginare di imbastire un confronto alla pari tra Giovanni Paolo II e un cialtrone come Augias.
ma io non critico augias nel merito delle sue idee, ma per la sua codardia, che certa gente chiama cultura.
Francesco, la tua bontà desta in me tanta ammirazione, non a caso porti il nome del poverello di Assisi.
Tu scrivi: “io non critico augias nel merito delle sue idee” non rendendoti forse conto dello sterminato spessore della tua carità nell’attribuire a cotanto cialtrone delle idee degne di essere criticate nel merito.