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Lorenzo Castellani ha già ben descritto su queste colonne l'impasse sul voto per il nuovo capo dello Stato. Uno stallo che ci dice due cose, una che sapevamo già e una che abbiamo imparato. La prima è che, dall'inizio di questa legislatura, abbiamo un parlamento in cui nessuno ha la forza necessaria per imporsi sugli altri, tanto è vero che è solo grazie ad innaturali alchimie tra le varie forze politiche (governo gialloverde, poi giallorosso, poi dentro tutti) che si è giunti alla formazione di un esecutivo.
La seconda è che questa instabilità s'è aggravata col tempo, perché ora non è solo all'interno delle coalizioni ma ha contagiato anche i partiti. Dunque, come ha scritto Castellani, la via di un accordo è «lunga e stretta»: molti partiti (il caso più clamoroso sono i cinquestelle) non controllano i loro parlamentari.
Lasciano decidere a Renzi?
Il destino del voto per il Quirinale è legato a doppio filo a quello del governo. Se si trova l'accordo sul secondo, il primo verrà di con...
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