Quasi 800 milioni per la Tav. Ma per i NoTav non cambia nulla

Di Marco Margrita
10 Ottobre 2012
790 milioni da spendere in tre anni per la nuova linea ferroviaria. Ma gli antagonisti proseguono nella loro "lotta", preparando altre manifestazioni

790 milioni da spendere in tre anni per il finanziamento di studi, progetti, attività e lavori preliminari, lavori definitivi della nuova linea ferroviaria. La notizia, giunta nella notte, al termine del Consiglio dei Ministri che ha licenziato la legge di stabilità, sembra – almeno ufficialmente: nulla sui siti del movimento – non aver incrinato minimamente la strategia dei No Tav. Nulla, se non rabbia ed ironia sui social network, anche rispetto alla decisione del Governo – in particolare dei Ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia – di costituirsi parte civile del processo per gli scontro dell’estate 2011 al cantiere di Chiomonte.

I No Tav sono determinati a continuare la loro opposizione contro il supertreno. Un’opposizione intransigente, tanto con le carte bollate che con la mobilitazione di piazza. Sul primo fronte, nei giorni scorsi, i consiglieri regionali del M5S e alcuni consiglieri comunali di minoranza di Condove hanno annunciato la presentazione di due esposti alle procure di Torino e Roma per chiedere di verificare situazioni di irregolarità a loro dire tali da determinare il blocco del cantiere.
Sul secondo: sabato prossimo a Ravenna ci sarà una manifestazione nazionale contro la cooperativa Cmc capofila di una serie di imprese incaricate della realizzazione del cunicolo esplorativo di Chiomonte.

E mentre lo stanziamento dei fondi permetterà al premier italiano di presentarsi al vertice con Francois Hollande, il 3 dicembre a Lione, con le carte in regola e di sollecitare Parigi a fare altrettanto, è probabile che i No Tav organizzino una manifestazione in terra francese, in occasione del vertice bilaterale. Vertice che dovrebbe sancire un rinnovato pressing sull’Unione Europea per ottenere da Bruxelles la copertura del 40 per cento della spesa della tratta internazionale.
Intanto, la scelta di costituirsi parte civile da parte del Governo viene accolta con soddisfazione dal parlamentare del Pd, Stefano Esposito, che lo scorso luglio con una lettera al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, l’aveva a compiere questo passo. Esposito invita anche il ministro a visitare il cantiere così come “annunciato nelle scorse settimane”. Anche il centrodestra piemontese parla di un segnale positivo da parte del governo.

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