
Quando Zan chiedeva alla Rai di censurare i cattolici

Ieri Alessandro Zan, il deputato del Pd che ha presentato il ddl sulla omotransfobia, ha scritto una lettera al Foglio per ribadire che il suo disegno di legge non punisce le opinioni.
«Ancora una volta può essere utile un esempio: un prete in chiesa potrà sempre dire che l’unica unione può essere tra un uomo e una donna, come un politico durante un comizio potrà sempre dire che è contrario alla stepchild adotption. Sono libere opinioni, che non condivido, ma che sono tutelate dalla nostra Costituzione. Altra cosa è augurare l’estinzione alle persone transessuali o chiedere i forni crematori per le persone omosessuali. Una libera espressione non può mai degenerare in un pericolo o in una violenza».
La cosa curiosa è che, in un’intervista allo stesso giornale nell’ottobre 2020, lo stesso deputato aveva invece (involontariamente) confermato tutti i dubbi di coloro che ritengono la norma fortemente lesiva della libertà di espressione.
Zan ringrazia Fedez
Ma non c’è solo questo. In relazione al recente caso che ha visto protagonista il cantante Fedez che, dal palco del concerto del Primo maggio, s’è schierato per il ddl Zan e poi ha accusato la Rai di censura, Zan ha espresso solidarietà al rapper.
Il caso Cerrelli
Ora va ricordato come si comportò lo stesso Zan, allora deputato di Sel, nei confronti dell’avvocato Giancarlo Cerrelli, allora vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, che partecipò nel 2013 alla trasmissione Uno Mattina sulla Rai. Erano i tempi in cui al centro del dibattito pubblico c’era la legge sull’omofobia presentata da un altro deputato Pd, Ivan Scalfarotto (oggi Iv).
La trasmissione – un confronto a più voci tra diversi ospiti di orientamenti culturali differenti, fortemente sbilanciata a favore del ddl – suscitò diverse proteste, soprattutto contro l’avvocato Cerrelli che si diceva contrario al progetto di legge Scalfarotto. Bastò questo perché il gruppo lgbt del M5s chiedesse al presidente della Commissione vigilanza, il grillino Roberto Fico, di “suggerire” ai vertici Rai di invitare ospiti più “accomodanti” con il ddl Scalfarotto.
Sarà stato semplicemente un caso, ma da lì a pochi mesi, lo stesso Cerrelli vide “saltare” una sua ospitata alla trasmissione Domenica In di Mara Venier. Fu prima contattato, poi escluso senza troppe spiegazioni. Coincidenze? Rai lottizzata da partiti? Vai a saperlo.
La nota di Zan
A proposito di Zan – che oggi sta col presunto (molto presunto) “censurato” Fedez che, senza contraddittorio, spara sentenze su Rai 3 – va ricordato che, proprio in merito alla presenza di Cerrelli su Rai 1, pubblicò una nota in cui, tra l’altro, scriveva:
«Possibile che in Rai se si parla di gay bisogna ricorrere per forza ad ospiti ultra cattolici e omofobi? Su questo chiederò l’intervento della Commissione Parlamentare di Vigilanza. È impensabile che il servizio pubblico si faccia megafono di tesi, teorie e personaggi che esprimono opinioni discriminanti e che si scagliano contro la discussione in corso in Parlamento, senza alcun contraddittorio politico».
Libertà di opinione?
Non solo. Ora Zan ringrazia Fedez per il suo sostegno al ddl Zan. Non gli fa problema che un rapper, durante un concerto di musica, parli di politica attraverso gli schermi Rai.
Allora, però, a proposito di Cerrelli, chiedeva:
«Per caso quando si parla di questioni legate al cattolicesimo la Rai invita rappresentanti della comunità gay per esprimere un’opinione?».
Se ce ne fosse bisogno, ecco dunque l’ennesima prova che l’intento di Zan e soci è questo: non importa chi siate o cosa pensiate, ma avete diritto di parola solo se siete d’accordo con noi.
Foto Ansa
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