Pier Luigi Bersani si aggiudica le primarie del centrosinistra con il 61,11% (1.544.953 voti) mentre Renzi si ferma al 38,99% (983.222), perdendo diverse migliaia di voti rispetto al primo turno. Bersani è il candidato premier e già guarda alla “battaglia”: «Noi dobbiamo vincere senza raccontare favole», altrimenti «non si governa» ha spiegato il segretario parlando in nottata al teatro Capranica dove si erano riuniti insieme ai militanti tutti i big del partito. Il «problema numero uno è il lavoro», poi «il distacco micidiale tra cittadini e istituzioni»: «Dobbiamo prendere di petto questi problemi con il linguaggio della verità che è quello che il Paese aspetta». No, poi, all’uomo solo al comando: «Qui si governa con un popolo, non bisogna agitarsi e intimorirsi ma essere tranquilli e forti».
«BERSANI HA VINTO, NOI PERSO». Bersani ha ringraziato Renzi per la sua «presenza forte e fresca» e per «il contributo che ha dato per dare senso a queste primarie, per farle vivere in modo vero». Il sindaco, da parte sua, ha ammesso la sconfitta senza giri di parole: «Noi non eravamo qui per fare una battaglia di testimonianza, eravamo qui per prendere il governo del paese e non ce l’abbiamo fatta. Non sono riuscito a scrollarmi di dosso fuori dalla Toscana l’immagine di essere un ragazzotto ambizioso che vuole fare chissà che cosa». Guardando il flusso dei voti è stato il Sud a dare maggiori soddisfazioni a Bersani con percentuali di successo tutte sopra il 70% dei voti. Il record spetta alla Calabria dove il segretario è arrivato sempre intorno al 75% e a Vibo Valentia addirittura all’86% contro il 13,1% di Renzi. In Puglia ha pesato l’asse con Nichi Vendola: il segretario ha sfiorato il 71% con il sindaco fermo al 29%. Bene anche la Sardegna (73,42% contro il 26,58% di Renzi), la Basilicata (72,28%), la Sicilia (66,9 a 39,1%), la Campania (60,8 a 39,2%). Bersani si è ripreso anche le regioni “rosse”, ad eccezione della Toscana, che al primo turno avevano tributato a Renzi un grande risultato. Nelle Marche il segretario è arrivato al 54,7% contro il 45,3% di Renzi e in Umbria al 52,3% contro il 47,6% di Renzi.
POLEMICHE. La giornata del ballottaggio era iniziata con qualche polemica legata allo svolgimento del voto, anche se poi è prevalso lo spirito di distensione della vigilia. I comitati pro-Renzi hanno denunciato difficoltà ai seggi in Toscana, a Cagliari e a Roma. Le maggiori polemiche sono state fatte sulle regole e su chi potesse votare al secondo turno. Giorgio Gori, consigliere di Renzi, ha richiamato l’attenzione via Twitter anche sulla Lombardia: «Adesso basta polemiche, però si sappia: in Lombardia 25.901 richieste di registrazione: 832 accettate, 25.084 respinte (il 97%)».