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Che cosa è più “europeista”, la concretezza di Varsavia o le chiacchiere di Capalbio?

Di Alfredo Mantovano
30 Giugno 2022
Ricordate? Nell’estate 2016 nell’elegante lido toscano scoppiò una rivolta per 50 migranti. Oggi al confine fra Ucraina e Polonia ne passano 5.000 mila al giorno
Marcia dei profughi ucraini a Varsavia per ringraziare dell’accoglienza in Polonia
La “Marcia della gratitudine” convocata dai profughi ucraini accolti in Polonia, Varsavia, 29 maggio 2022 (foto Ansa)

Varsavia, agosto 1920. L’Armata rossa si avvicina alla capitale polacca. Il 7 di quel mese Lenin annuncia al congresso del Komintern che l’esercito della neo costituita Unione Sovietica, comandato da Michail Tuchačevskij, è prossimo a entrarvi, e il 13 le pone l’assedio. Nei giorni precedenti il governo polacco domanda aiuto ai governi europei, senza riceverlo tranne che dall’Ungheria, che risponde all’appello, e però si vede rifiutato il passaggio delle proprie truppe ai confini slovacchi. Il 16 agosto i polacchi, molti dei quali volontari, comandati da Józef Piłsudski, contrattaccano da sud, e obbligano i sovietici a un ritiro disorganizzato a est, oltre il fiume Nemunas: la battaglia è conosciuta come Miracolo della Vistola (in polacco Cud nad Wisłą), perché preceduta e accompagnata dall’intensa preghiera alla Vergine di Jasna Góra, chiesta dai vescovi polacchi al papa Benedetto XV e ai cristiani nel mondo, e perché vinta dalla Polonia co...

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