Piemonte. I giudici annullano le elezioni regionali del 2010 a causa di due liste farlocche. Cosa succederà ora?
I magistrati hanno deciso: il Piemonte deve tornare al voto. Lo ha decretato il Consiglio di Stato respingendo il ricorso del governatore leghista Roberto Cota contro la sentenza del Tar che annullava l’elezione regionale del 2010. Le motivazioni usciranno entro due settimane. Alla base della decisione che annulla il voto democratico espresso dai cittadini piemontesi, la presenza nelle due coalizioni di centrodestra e di centrosinistra di due liste che erano riuscite a presentarsi alle urne grazie ad alcune firme false.
LA LISTA FARLOCCA DELLA BRESSO. «Giustizia è stata fatta», esulta il legale di Mercedes Bresso (Pd), Gian Luigi Pellegrino. «La democrazia in Piemonte – ha sostenuto l’avvocato della candidata sconfitta nel 2010 da Cota – era stata incredibilmente ferita ingannando gli elettori con una lista farlocca dove nemmeno i candidati avevano mai accettato di essere candidati a sostegno del centrodestra». Quello che il legale di Bresso omette di dire, ha notato il portavoce dei 5 Stelle in Regione Piemonte, Davide Bono, è che le elezioni sarebbero state truccate «non solo per la lista Pensionati per Cota ma anche per la lista Pensionati e invalidi per Bresso». Bresso, che per anni si è lamentata della presunta ingiustizia subita, era stata sostenuta a sua volta da una lista che aveva taroccato le firme dei suoi sostenitori, come aveva già confermato il Tar nella precedente sentenza.
COTA AVREBBE VINTO LO STESSO. «Annullare le elezioni vuol dire colpire la scelta di milioni di cittadini, quindi il bene più prezioso che esiste in democrazia» ha commentato Cota a seguito della decisione dei giudici. «Rifletta chi ha reso possibile questo scempio sulla colpa di cui si è macchiato». Al governatore del Piemonte il quale aveva ricordato ai magistrati che anche la lista “Pensionati e invalidi” che sosteneva la Bresso era illegittima, il Tar aveva risposto che «l’assommarsi di liste illegittime, anche se collocate su fronti contrapposti della competizione elettorale, giammai attenua, ma al più aggrava l’effetto di alterazione della corretta espressione del voto». I magistrati non hanno fatto passi indietro nemmeno quando la difesa di Cota ha dimostrato che il centrodestra avrebbe vinto le elezioni del 2010 con migliaia di voti di scarto anche senza il sostegno di quella lista incriminata che né Cota né i cittadini piemontesi sapevano fosse illegittima.
E ORA? Probabilmente il Piemonte andrà al voto con l’europee di maggio. Tra i possibili candidati alla successione di Cota c’è l’ex sindaco Sergio Chiamparino, uno dei pochi della vecchia guardia comunista che, grazie a un’antica simpatia con Matteo Renzi, è sopravvissuto all’ondata di rottamazione portata dal segretario Pd. Chiamparino, da poco dimessosi dalla presidenza della Compagnia di San Paolo, ha salutato con gioia il risultato sancito dai giudici sulla battaglia contro l’esito delle regionali 2010: «Sono contento come cittadino: che vinca il centrodestra o il centrosinistra, tra pochi mesi il Piemonte tornerà ad avere certezze». «Ho già detto di essere disponibile a candidarmi – ha aggiunto – e, se il Pd lo deciderà, anche a fare le primarie, a condizione che siano vere».
CHI CORRE PER IL CENTRODESTRA? Per il neo-segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, la vicenda giuridica che porta il Piemonte alle elezioni anticipate è frutto delle azioni dei poteri forti: «Non hanno digerito i 30 milioni di euro di taglio annuo ai costi della politica regionale e il ripianamento dei buchi della sanità», alcuni dei quali nascosti dalla precedente giunta di centrosinistra, ha spiegato Salvini. Ora, ha aggiunto, «andiamo a testa alta a provare a rivincere contro la Torino snob, la Torino delle banche». Il problema che dovrà affrontare il segretario della Lega è però quale candidato proporre in una ipotetica coalizione di centrodestra – di nuovo Cota? – , il solo modo per riuscire a concorrere con Chiamparino. Per ora l’unico ad essersi dichiarato pronto a candidarsi contro l’ex sindaco di Torino è l’esponente di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto (foto a sinistra, insieme a Giorgia Meloni). Non si esclude che per decidere si ricorra – sarebbe la prima volta per il centrodestra – alle primarie.
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3 commenti
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E c’è ancora chi crede che la magistratura ed i tribunali non fanno politica!
in piazza a protestare non si dovrebbero vedere solo i soliti leghisti ma tutti quelli che si sentono derubati del loro voto da questa decisione allucinante. ma si sa quando c’è da azzoppare la lega anche gli amici si danno da fare. vergogna.
Ci aspetta un plurimandato di Chiampa… il buco della sanità piemontese passerà da 13 a 20 miliardi. Nuove tasse in arrivo, nuovi tagli, nuovi aumenti… nonché nuove clientele da sfamare.
Non che Cota abbia fatto bene (tutt’altro), ma forse si stava meglio quando si stava peggio.