
Pg di Bergamo: «Caso Yara chiuso oltre ogni ragionevole dubbio»
«La matematica “che nel cor mi sta” è una scienza dove un logaritmo è un logaritmo. Quando c’è di mezzo l’essere umano, secondo Schopenhauer, il dubbio resta, ma ci troviamo in una situazione che consente di dire al di sopra di ogni ragionevole dubbio è risolto. Si voleva solo, e si vuole, che lo scenario sia perfettamente ricostruito, dopo tre anni di sofferenza della famiglia, e dopo che è stato necessario inerpicarsi per sentieri investigativi inediti. La ragione può concludere che in questo caso la giustizia sia arrivata, e che vada perfettamente calibrandosi sul caso tanto da farlo ritenere perfettamente risolto». Con queste parole, a tratti filosofeggianti, il procuratore generale di Bergamo Pierluigi Maria Dall’Osso ha risposto ai giornalisti sul caso dell’assassinio di Yara Gambirasio, e l’arresto del presunto colpevole Massimo Giuseppe Bossetti.
«NESSUNA POLEMICA». La conferenza è stata necessaria dopo le polemiche stamattina tra la procura di Bergamo e il ministro dell’Interno, con il capo dei magistrati Francesco Dossetti che ha “richiamato” Alfano: «Era intenzione della procura mantenere il massimo riserbo. Questo anche a tutela dell’indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza». Curiosamente così invece il pg Dall’Osso ha voluto mettere acqua sul fuoco: «per parlare di “polemos” che nell’antico greco degli Achei significa “guerra”, ci vogliono degli elementi. È fisiologico che il procuratore voglia continuare un’indagine al di fuori dei riflettori. È fisiologico anche che chi si è occupato delle indagini senta l’ansia di comunicare un momento di novità all’opinione pubblica, in una vicenda così partecipata da tutti. Ma per bacco, una vicenda del genere proprio per il modo in cui si è raggiunto il risultato, non merita polemica». Dall’Osso ha spiegato che «gli elementi probatori sono di più di quelli citati in queste ore dagli organi di stampa».
«GIUSTIZIA NON SEGUA OPINIONE PUBBLICA». Il pg Dall’Osso ha anche ammonito, replicando ai giornalisti che gli chiedevano se la procura fosse soddisfatta: «Guai a fare giustizia seguendo l’opinione pubblica, che è quella che nel Settecento fece di Masaniello, un pescivendolo, il dominus di Napoli, e dieci giorni dopo lo ammazzò sulla pubblica piazza. Occorre, in situazioni come quelle che stiamo attraversando, in un momento di grave disfacimento economico e spesso anche istituzionale, che determinati punti di riferimento rimangano saldi e non disorientino. La giornata di ieri e quella di oggi non sono giornate che ci danno particolare gioia. Mi preme sottolineare quest’aspetto. Aggiungo che una conferenza stampa né oggi né domani sarà possibile: sicuramente il risultato è eclatante, ma anche con la convalida dell’arresto dobbiamo dare alcunché di scontato».
«DIFFICILE AMMETTERE UN TRADIMENTO DOPO 24 ANNI». Oggi ha fatto scalpore la notizia che la madre di Bossetti abbia negato di aver avuto una relazione con il padre di ignoto 1, l’autista Giuseppe Guarinoni, morto nel 1999. Il pg ha aggiunto che «Non mi risulta che Bossetti sapesse che era figlio di Guerinoni: non sappiamo nemmeno se lo sapesse il padre naturale. Quanto alla madre, si capisce che ammettere un adulterio 24 anni dopo, davanti a tutti, sia difficile. Ma è certo che i due gemelli siano figli dell’uomo».
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1 commento
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Insomma, la presunzione di innocenza rimane, ma in qualche caso facciamo un’eccezione, a discrezione dei ministri cialtroni e/o opportunisti.
La privacy delle persone rimane garantita dalle leggi, ma forse no, vediamo, dipende dal caso.
La fiducia nella giuris-prudenza tocca il fondo ed ora si inizia a scavare.