Perché il regime comunista in Cina ha paura di Halloween
Anche in Cina si festeggia Halloween, ma a fare gli “scherzetti” è il Partito comunista. A inizio mese, nelle grandi città come Shanghai, Pechino o Guangzhou la polizia ha adottato misure eccezionali avvertendo in particolare i giovani di «non travestirsi da vampiri, scheletri» o da altri personaggi paurosi per Halloween. Le autorità hanno vietato tassativamente anche il cosplay. Centinaia di agenti sono stati dispiegati a partire dal 25 ottobre nelle zone della movida, come via Julu a Shanghai o nell’area di Dongshankou a Guangzhou, arrestando decine di giovani.
Posti di blocco e arresti in Cina
La piattaforma Weibo è già piena di filmati che mostrano la polizia portare via di notte o spingere a forza nelle camionette ragazzi travestiti da imperatore, ragazze con abiti tradizionali della dinastia Qing, ma anche uomini con semplici copricapi a forma di zucca.
In alcuni casi, la polizia ha messo in piedi dei posti di blocco, con tanto di transenne, fermando tutti i giovani che violavano l’ordinanza e obbligandoli a togliersi i costumi per poter proseguire a passeggiare per strada, non prima però di aver controllato la loro carta d’identità e averli schedati scattandogli una fotografia.
Wang, una giovane di Shanghai, ha dichiarato a Radio Free Asia: «Ho visto tantissime persone trascinate alla stazione di polizia. Non vogliono che la gente si riunisca: ogni volta che troppe persone si trovano insieme nello stesso posto, le autorità sono spaventate».
Scontri per le strade ad Halloween
Se molti utenti su internet hanno denunciato la fobia del regime comunista per tutte le feste d’importazione straniera, altri hanno fatto notare come il governo sia ormai spaventato da tutto. «Le autorità hanno paura che con la scusa del travestimento, la gente critichi il governo», ha scritto ad esempio Chen, utente del Guangdong. «La Cina ha molti punti deboli e le autorità sono nervose».
L’anno scorso, in effetti, avevano fatto il giro di internet le foto di alcuni giovani travestiti da Winnie the pooh, il celebre orsetto bandito dal regime per la sua presunta somiglianza con Xi Jinping, altri mascherati da telecamera di sorveglianza o da ispettori anti-Covid con in mano giganteschi tamponi.
Quest’anno a Shanghai sono state fermate dalla polizia persone travestite da Buddha, Lenin, Stalin e Trump. Ci sono stati tafferugli, con molti giovani che hanno intonato il coro: «Libertà libertà». L’allerta per la notte del 31 ottobre è massima.
Il regime fa più paura di Halloween
Il regime di Xi Jinping teme anche che qualcuno, con la scusa di Halloween, voglia commemorare la clamorosa protesta dei “cartelli bianchi”. Nel novembre 2022, a un mese dal XX Congresso del Partito comunista cinese, che confermò Xi Jinping “imperatore” della Cina per un inedito terzo mandato, migliaia di persone nelle più importanti città del paese si radunarono in piazza per chiedere la fine della draconiana politica “zero Covid”. Molti osarono perfino gridare apertamente: «Xi Jinping dimettiti».
La manifestazione spontanea riprendeva i contenuti dello striscione appeso a Pechino sul “Sitong Qiao” da Peng Lifa, il “Bridge Man”:
«Non vogliamo un leader, vogliamo votare. Non siamo schiavi, siamo cittadini. Rimuoviamo il dittatore, il traditore XI Jinping».
Sono passati due anni dalla proteste dei “cartelli bianchi”, ma il regime di Xi teme ancora la protesta popolare, segno che si sente meno sicuro di quanto voglia far credere all’esterno. Questa volta ha optato per la repressione preventiva, vietando costumi e travestimenti paurosi. Ma ad Halloween, come in ogni momento dell’anno, a far paura in Cina non sono scheletri e mostri ma il Partito comunista.
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