Pera: «Monsignor Negri era un uomo libero, intelligente e generoso»
«Un uomo libero, intelligente e generoso». Il filosofo Marcello Pera, già presidente del Senato, ricorda così monsignor Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara, scomparso a fine anno.
Negri e Pera avevano una certa consuetudine, «fatta di incontri privati e pubblici – racconta – e anche di recente ci eravamo sentiti, ripromettendoci di vederci a Bologna. Purtroppo non è stato possibile e la notizia della sua scomparsa mi ha tramortito».
Mi piaceva anche quando si arrabbiava
«Ho tanti ricordi di lui, abbiamo discusso spesso assieme, ho scritto la prefazione a un suo libro (Per un umanesimo del terzo millennio, ndr). Era un uomo di grande cultura, era un tipo curioso e libero. Con lui la conversazione era sempre agevole, anche quando ci si trovava ad avere punti di vista diversi. Non capitava spesso, a dire il vero, perché entrambi siamo sempre stati un po’ “eretici”, se così vogliamo dire. Perdo un grande amico, una persona che era capace di ascoltare e di capire».
«Mi piaceva tutto di don Negri, persino quando si arrabbiava e diceva le parolacce – dice Pera sorridendo -. Era un uomo forte, con una personalità decisa».
L’incontro con Ratzinger e Negri
Chiediamo al filosofo Pera cosa ha significato per la sua vita incontrare uomini di Chiesa come Joseph Ratzinger e monsignor Negri.
«Vede – risponde – sia l’uno sia l’altro, con diversi accenti dovuti a un diverso carattere, erano accomunati dalla medesima intenzione. Entrambi volevano aprirsi al dialogo con il cosiddetto mondo laico, perché entrambi non volevano chiudersi nelle “solite litanie”, come le chiamava Negri, nei soliti discorsi un po’ fatui che portano a poco, a non incontrarsi veramente, a non mettersi in discussione sul serio. Invece Ratzinger e Negri ci hanno cercato e ci hanno sfidato. E io, ed altri, abbiamo accolto questa sfida. Ratzinger, poi, ci ha sempre incoraggiati e “coperti” quando, qualche volta, abbiamo esagerato con le nostre intemperanze».
Ri-cristianizzare la società
Un incontro, spiega Pera, che per gli uomini di Chiesa aveva un preciso scopo. «Aprendosi al mondo moderno e secolarizzato si sono accorti che questo andava fatto rinascere. Monsignor Negri, animato da uno spirito diretto e battagliero, aveva proprio questo intento: dialogare con noi laici non omologati per ri-cristianizzare la società».
«Egli – conclude Pera – aveva poi una caratteristica poco comune, ahimè, anche a molti vescovi, e cioè che era un uomo culturalmente molto preparato. Con lui si poteva parlare di Hobbes, ad esempio, o di mille altre questioni filosofiche e storiche, perché sapeva di cosa stava discutendo. Mi mancherà molto».
Foto Ansa
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