Per sopravvivere alla carcerazione preventiva «ho pregato tanto e riscoperto la convivenza»
Per sopravvivere in prigione alla carcerazione preventiva «ho pregato tanto, ho recuperato me stesso, riflettuto, coltivato la fede. Poi il pensiero fisso dei miei figli, il sapermi innocente». Così Alfonso Papa, in un’intervista a Repubblica, spiega come ha affrontato i 101 giorni di custodia cautelare a Poggioreale perché reo di appartenere alla presunta P4.
«TRA LE SALME E I MAIALI». «In prigione ho trovato un’umanità sofferente, che mi ha dato la sua solidarietà. Eravamo in sei in venti metri quadri: così per 101 giorni. Sopravvivi se riscopri il valore della convivenza, a cominciare dalla pulizia della cella» continua Papa. «In media ogni detenuto ha 2 metri quadri a testa, il che lo colloca tra le salme e i maiali di allevamento: quest’ultimi, per legge, hanno diritto a tre metri quadri».
«I PROCESSI SI FANNO NELLE AULE». Davanti alle domande del giornalista sull’arresto e la carcerazione preventiva di Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio da ieri a Regina Coeli dopo l’arresto per peculato nell’inchiesta sui fondi del partito, Papa risponde: «Da cittadino, e se permette da magistrato, voglio dirle questo: i processi si fanno nelle aule giudiziarie. I magistrati avevano tutte le carte per procesarlo subito. Lei sa, vero, che lo stress emotivo di un arresto è valutato appena un gradino sotto la perdita di un figlio? Io sono per limitare al minimo la carcerazione preventiva. Qui si parla solo di anti-corruzione e di legge elettorale».
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