«Per ridurre i migranti dobbiamo ridurre la crescita della popolazione africana»
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La Danimarca è molto preoccupata per l’eccezionale ondata migratoria che si è riversata in Europa e il governo ha deciso di impegnarsi per risolvere il problema. Prevenire è meglio che curare, è il motto di Copenaghen, che ha proposto una soluzione neanche troppo originale per «limitare la pressione migratoria sull’Europa»: ridurre la popolazione africana.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]CONTRACCEZIONE E ABORTO. Per aiutarli a casa loro, dunque, il ministro per lo Sviluppo e la cooperazione danese, la signora Ulla Tornaes, ha promesso questa settimana a Londra, durante un convegno internazionale sulla Pianificazione familiare, di investire 14 milioni di dollari per «limitare la popolazione africana». Come? Finanziando la distribuzione di contraccettivi e l’accesso all’aborto in Africa. «Le gravidanze indesiderate hanno costi umani enormi nei paesi in via di sviluppo, dove molte giovani donne sono costrette a interrompere il percorso educativo e i tassi di mortalità materna sono alti», ha dichiarato Tornaes come riportato dalla Bbc. Ma il fenomeno ha anche «immensi costi sociali: lo sviluppo di molti paesi è limitato dalla crescita eccessiva della popolazione».
«RIDURRE LA POPOLAZIONE AFRICANA». «Se la crescita della popolazione in Africa continua in modo costante come oggi, gli africani passeranno da 1,2 miliardi a 2,5 miliardi entro il 2050», ha aggiunto, sottolineando che favorire l’accesso alla contraccezione e alla pianificazione familiare in Africa sarà «una delle principali priorità» della politica estera danese. Ma per il ministro limitare la popolazione africana è anche un’ottima soluzione al problema migratorio: «Per ridurre la pressione migratoria sull’Europa bisogna ridurre la crescita della popolazione in molti paesi africani».
COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA. Al convegno internazionale dove il ministro danese ha presentato la sua proposta per “aiutare” l’Africa ha partecipato anche l’attivista Obianuju Ekeocha, ingegnere biomedico di origine nigeriana e fondatrice di Culture of Life Africa. A margine dell’incontro ha dichiarato alla Bbc: «Quando un paese occidentale viene in Africa e cerca di imporre l’aborto sotto forma di aiuto “umanitario” non fa che comportarsi come i colonialisti di un tempo. Quella che voi chiamate lotta per combattere la povertà è in realtà una forma di colonizzazione ideologica. La stragrande maggioranza degli africani rifiuta l’aborto e con i pochi fondi a disposizione bisognerebbe migliorare la situazione alimentare, idrica, sanitaria e scolastica dei nostri paesi. Non è con i contraccettivi che usciremo dalla povertà».
Foto Ansa
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