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L’anno prossimo festeggerà i suoi primi 20 anni al potere. Nel 2023 accompagnerà la Turchia nelle celebrazioni per i suoi primi 100 anni di storia. Eppure, il presidente della Mezzaluna, Recep Tayyip Erdogan, rischia di arrivare a questi due importanti appuntamenti in una condizione molto simile a quella in cui il suo alleato per convenienza, il presidente russo Vladimir Putin, ha festeggiato i due decenni da padrone assoluto della Russia, ossia con pochi motivi reali per alzare i calici.
Il numero uno di Ankara è fiaccato su tutti i fronti. L’economia va male, è sotto ricatto da parte del Partito nazionalista (Mhp), suo alleato di coalizione, sotto attacco da parte di un capo mafia e come se non bastasse anche isolato a livello internazionale. Una situazione potenzialmente esplosiva, dove i due alleati di Erdogan rischiano di essere, paradossalmente, proprio coloro che dovrebbero dimostrarsi più interessati, se non a una sua caduta, alme...
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