Parmitano: «Nello spazio ho imparato il fascino irresistibile della Terra»

Di Chiara Rizzo
09 Dicembre 2013
Il maggiore di ritorno dalla missione Volare, che lo ha reso il primo italiano a passeggiare nello spazio, si racconta: «Ho sempre sognato essere tra le stelle»

L’astronauta Luca Parmitano ha raccontato oggi davanti alla stampa, per la prima volta, i retroscena della missione “Volare” dell’Esa, che lo ha visto protagonista e che lo ha reso il primo italiano a “passeggiare” nello spazio. L’incontro con la stampa di oggi è il primo passo nel ritorno a casa di Parmitano, dopo lo sbarco sulla terra e circa 30 giorni di riabilitazione presso la base Nasa di Houston (Texas).

L’INCIDENTE. Il maggiore Parmitano in particolare ha ricordato l’incidente avuto proprio lo scorso 16 luglio durante la famosa passeggiata fuori dalla stazione spaziale internazionale. A 400 km dal suolo terreste, a Luca Parmitano improvvisamente è mancato l’ossigeno, perché il suo casco ha cominciato a riempirsi d’acqua sommergendo prima la bocca, poi il naso, su su fino agli occhi. Avrebbe potuto perdere facilmente la vita in pochissimi istanti, invece il maggiore ce l’ha fatta: «Mi sono sentito tagliato fuori da tutto, isolato. Non riuscivo a comunicare con i miei colleghi sull’Iss e con Houston. E mi mancava l’aria. Sempre di più» ha rircordato il maggiore. Poi ha aggiunto: «A tentoni, ricordando la conformazione della stazione spaziale, sono riuscito a raggiungere il portellone di ingresso e, quando sono stato dentro il modulo, i miei compagni sono stati velocissimi a togliermi quella boccia da pesce rosso che era diventato il mio casco».

«IL NOSTRO PIANETA, IRRESISTIBILE E UNICO». Parmitano ha poi raccontato quello che ha provato durante i sei mesi in orbita: «Nello spazio ho imparato a considerarmi un cittadino della Terra, il posto dove vorrei vivere, adesso lo posso dire, se arrivassi da qualche profondità dello spazio. Da bambino sognavo di viaggiare tra le stelle, da astronauta vi garantisco che il nostro pianeta e i suoi colori e i suoi scenari hanno un fascino irresistibile per chi lo guarda da lontano. Irresistibile e unico, perché finora non ne abbiamo scoperto altri. È per quello che il mio invito è quello di rispettare questo nostro unico mondo».

NAPOLITANO E LETTA. Il maggiore ha proseguito: «Al tempo stesso mi sento profondamente orgoglioso di essere italiano, di essere stato educato dalla scuola italiana e dall’Aeronautica militare italiana e dall’Agenzia spaziale italiana, componente determinante dell’Agenzia spaziale europea. La tecnologia italiana ha un posto di assoluto rilievo nel ristretto gruppo delle nazioni che si occupano di spazio e durante la missione mi sono sentito assai fiero delle parole del presidente del consiglio Enrico Letta e del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che mi sono state rivolte per invitarmi a proseguire le attività di ricerca e sperimentazione in orbita».

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