Dopo due anni e mezzo, Parma è stufa di Pizzarotti e dei grillini
Dopo il mezzo flop del Circo Massimo, dove ad ascoltare Beppe Grillo c’erano poche migliaia di persone e tanti gazebo (rispettivamente non più di 15 mila e 177), proseguono i guai del Movimento 5 Stelle. A Parma, il primo sindaco grillino d’Italia, Federico Pizzarotti, è stato messo ai margini del “non partito” da Grillo e Casaleggio e per questo a Roma non si è potuto avvicinare al palco. La sua giunta sta facendo i conti con i malumori della città, come confermano a tempi.it tutti i partiti di opposizione.
«NIENTE DI NUOVO». «Pizzarotti ha cancellato in modo indiscriminato ogni progetto dell’amministrazione precedente, come insegna la triste vicenda dell’abolizione del Quoziente Parma», spiega a tempi.it l’unico consigliere di Forza Italia rimasto, Paolo Buzzi. Peccato che i Cinque stelle in due anni e mezzo (al 21 novembre la giunta Pizzarotti farà il giro di boa del suo mandato) «non abbiano costruito nulla di nuovo». La giunta Vignali, in cui Buzzi era vicesindaco, è stata sciolta nel 2011, accusata di aver lasciato in eredità un debito da oltre 800 milioni di euro. Per Buzzi «gli 850 milioni di debito nessuno li ha mai certificati, nemmeno il commissario. L’esatto ammontare approvato dalla Corte dei conti è pari a 120 milioni di euro».
Il consigliere di Fi si chiede «che cosa l’attuale giunta abbia fatto per la città»: «Noi abbiamo finanziato opere che andavano realizzate, come la nuova stazione del treno. È vero che è costata 200 milioni di euro, però va a sostituire quella costruita da Mussolini. L’attuale giunta, invece, con la scusa del debito non ha fatto altro che mantenere o inasprire le tasse locali, scegliendo l’aliquota massime su Irpef, Tasi e Imu, tra le più salate d’Italia». Addirittura più che a Roma capitale, assicura un altro consigliere di opposizione.
INCENERITORE. A illustrare a tempi.it le poco lungimiranti e contraddittorie decisioni politiche dell’amministrazione grillina a Parma è il consigliere Pd Alessandro Volta, che non è certo un estimatore della precedente giunta di centrodestra. «Se prima stavamo peggio, da Pizzarotti e i suoi ci aspettavamo molto di più», afferma Volta. Invece non appena sono saliti al potere «abbiamo scoperto tutta la loro inesperienza, cosa prevedibile, e quanto sono bloccati sulle loro ideologie, fino al punto che sono stati costretti a rimangiarsi gran parte delle promesse fatte in campagna elettorale».
Gli esempi non mancano: «Avevano annunciato che non sarebbe stato consumato ulteriore suolo agricolo per costruire nuovi edifici, senza tener conto che le procedure erano già state avviate». Indimenticabili le vicende dell’inceneritore di Uguzzolo: i grillini «hanno prima detto che volevano smantellarlo, venderlo agli olandesi o addirittura eliminarlo, salvo poi scoprire che ciò non era possibile». In più, continua, «il termovalorizzatore è una multiutility che serve un territorio che si estende da Modena a Torino e nella quale il comune di Parma avrà al massimo un due per cento di azionariato. Insomma, sarebbe stato meglio farsene una ragione e coordinare un buon monitoraggio dell’impatto che l’utilizzo del termovalorizzatore avrà sulla filiera dei rifiuti e della raccolta differenziata».
RETTE SALATE. C’è poi il capitolo welfare pubblico, dove i Cinque stelle si sono opposti al Quoziente Parma, la versione locale del Fattore Famiglia, che garantiva risparmi fiscali per i servizi educativi comunali in base tenendo conto della composizione del nucleo familiare. Risparmi che sono stati sostituiti da rette salatissime. «Forse hanno pensato che si trattasse di un favore fatto alla Chiesa cattolica e alle famiglie che fanno tanti figli», confida Volta a tempi.it, «fatto sta che le rette degli asili comunali sono cresciute così tanto, parliamo di 650 euro al mese per le più alte, da rendere addirittura in certi casi convenienti gli asili privati».
«PROVENTI CALATI». Un esempio? «Ci sono famiglie, non certo ricche, che hanno redditi Isee di poco superiori ai 35 mila euro, oppure dove lavorano entrambi i coniugi, che pagano fino a 1.300 euro di rette al mese per due bambini. Per non parlare di chi ha più di 3 o 4 figli. Sembra che i grillini proprio non abbiano idea di cosa voglia dire “tirar su” una famiglia». Il risultato è che «i proventi dei servizi educativi comunali sono calati dell’8 per cento rispetto all’anno scorso». Eppure Pizzarotti qualche spicciolo per le famiglie arcobaleno l’ha trovato.
NIENTE PARTECIPAZIONE. A Parma non è aumentata neanche la democrazia diretta. Pizzarotti ha «chiuso il tavolo per l’immigrazione senza aprirne uno nuovo», non ha fatto nulla per «per dare voce ai gruppi organizzati» e sembra che abbia «paura del terzo settore». Mentre gli iscritti che hanno votato l’espulsione del consigliere Nuzzo, «erano solo 40. Almeno il Pd 1.000 persone riesce ancora a mobilitarle da queste parti». Oggi però, prosegue Volta, rispetto alla politica la gente di Parma è «sfiduciata, distratta e stanca; sono curioso di vedere cosa voterà alle prossime elezioni. Certo è che l’unica cosa positiva che avrebbero potuto realizzare i Cinque stelle non si è verificata». E sull’ipotetico accordo tra Pizzarotti e il Pd, Volta chiarisce: «Non c’è mai stato nessun accordo; è vero che Pizzarotti, prima di essere del M5s, era di Rifondazione ma noi pensiamo solo a fare l’opposizione».
«NUOVO MEDIOEVO». Ciò che ha conosciuto la città in questi due anni e mezzo, aggiunge Franco Cattabiani della lista civica Civiltà Parmigiana, in procinto di subentrare in Consiglio comunale all’ex sindaco deceduto Elvio Ubaldi, è stata «un’ordinaria amministrazione della città mal fatta: siamo tornati a un nuovo Medioevo, con i buchi nelle strade, che non c’erano nemmeno quando prima del 1998 avevamo ancora i semafori in tangenziale. Se il problema è solo quello del debito ce lo dicano con chiarezza: chiameremo un ragioniere o un commercialista e a lui affideremo la gestione della cosa pubblica. Ma quello che manca a Parma, anche in questo momento di emergenza per le alluvioni, è piuttosto una cosa molto semplice: la progettualità».
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5 commenti
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incapace. punto a capo.
Con due anni di Pizzarotti,
i parmensi di già son rotti!!!
Il caso Parma dimostra che l’Italia è ingovernabile.
Ovvero: La malagestione non si cura mescolando ideologia e dilettantismo.
Il consigliere di Fi si chiede «che cosa l’attuale giunta abbia fatto per la città»:
Magari si chieda anche cosa abbia combinato FI per spingere i cittadini di Parma a votare in massa M5S.
E gli elettori si chiedano come mai FI, dopo aver gestito tanto male un comune da arrivare alla bancarotta e al commissariamento, ripresenti gli stessi personaggi alle votazioni successive.
(Buzzi ha fatto parte della amministrazione che ha mandato in bancarotta il comune come vicesindaco)
votate 5stelle. votate pd. e mandate vall’aria le politiche per le famiglie. sapete solo distruggere, lagnarvi e opporre gli uni contro gli altri.