
Parlamento Ue boccia il nuovo Trattato: «Pericoloso e inutile»
“Un trattato «pericoloso» oltre che «inutile». Il Parlamento Europeo esprime la sua forte perplessità e preoccupazione per il nuovo testo sul ‘Patto di bilancio’ imposto da Angela Merkel al summit del 8 e 9 dicembre, e che il 30 gennaio dovrebbe ricevere il via libera dei 26 Stati membri firmatari. Con una mozione approvata con 521 sì su 695 votanti alla plenaria di Strasburgo, i parlamentari sollevano dubbi perché «l’obiettivo chiave potrebbe essere raggiunto meglio e in maniera più efficace attraverso il normale sistema legislativo dell’Ue». Inoltre un accordo intergovernativo «rischia di fissare in maniera permanente un’Ue a due velocità», oltre ad avere un deficit democratico. Per questo gli eurodeputati chiedono che sia incorporato entro 5 anni nei trattati Ue” (Avvenire, p. 8).
“Inquietudine ha ribadito anche il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso. «Non dobbiamo creare nuove governance e nuove strutture che porterebbero a una spaccatura con gli Stati membri che vorranno aderire in futuro», ha avvertito. Preoccupa però anche l’insistenza quasi ossessiva della Germania sull’aspetto dell’austerity, non a caso ieri Barroso ha avvertito che «senza crescita non superiamo la crisi». La presidenza danese cerca di mediare: il nuovo patto di bilancio, ha detto a Strasburgo il premier di Copenaghen Helle Thorning-Schmidt, «è neceessario», tuttavia «l’austerità deve combinarsi con le misure per crescita e occupazione»” (Avvenire, p. 8)..
“Berlino, però, non cede. A quanto si apprende, proprio gli ammorbidimenti nella disciplina di bilancio della terza bozza, discussa la scorsa settimana non piacciono affatto alla Germania, così come a Jorg Asmussen, membro tedesco del board della Bce. «L’annacquamento» del testo sarebbe per Berlino la risposta peggiore alla crisi. La questione sarà affrontata dai ministri delle Finanze lunedì e martedì a Bruxelles, per poi approdare al tavolo dei leader il 30. Per oggi è attesa una nuova versione del testo” (Avvenire, p. 8).
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